M. Berrettini Y. Hanfmann 6-4 6-4
Game, set, match e record. Matteo Berrettini sempre più nella storia del tennis azzurro. Grazie alla vittoria ottenuta contro il tedesco Yannick Hanfmann, battuto con lo score di 6-4 6-4, l’atleta romano supera il record di set consecutivi conquistati, che apparteneva all’ex tennista italiano Francesco Cancellotti. Raggiungendo quota 18, messi in cassaforte tra Gstaad e Kitzbuhel, Berrettini supera un record che resisteva dal 1984, con la possibilità di implementare il numero con la finale dell’Austrian Open, dove sfiderà il vincente della 2° semifinale, dunque, uno tra Hugo Gaston e Diaz Acosta.
Primo set: Hanfmann non può nulla, è record per Berrettini (Ha collaborato Michele Larosa)
Inizia subito forte Hanfmann, che sfruttando la potentissima prima di servizio concede pochissimo a Berrettini. Ma, quando parliamo di servizio, l’ex numero 6 del ranking non è certo uno che si fa parlar dietro. Con entrambi i giocatori regolari sul servizio è dura rompere l’equilibrio, ma improvvisamente arriva all’alba del quinto game il passaggio a vuoto di Yannick Hanfmann. La battuta del tedesco perde vigore favorendo l’avvio di scambi lunghi su cui Berrettini sale in cattedra e alza il ritmo, conquistando il break. La palla inizia a uscire veloce dalla racchetta dell’azzurro, e Hanfmann non riesce nei suoi tentativi di variazione.
Sul punteggio di 4-2, per il tedesco diventa obbligatorio vincere il proprio turno di battuta e, nonostante le difficoltà, annulla altri due punti break e riesce a rimanere nel set per un’ultima, flebile speranza sul servizio di Matteo. L’occasione arriva, un doppio fallo spalanca la porta ad una possibile rimonta concedendo un punto break che potrebbe riaprire il set. Ma come al solito il servizio, rimedio a tutti i mali, sistema tutto: 5 punti diretti e 5-3. Il tedesco poi tiene strenuamente l’ultimo servizio ma non c’è niente da fare contro Berrettini in modalità “martello“. L’azzurro conquista il primo set senza difficoltà, il diciassettesimo di fila sulla terra rossa strappando a Francesco Cancellotti un record italiano che resisteva dal 1984.
Secondo set: L’azzurro va alla velocità della luce ed Hanfmann si arrende in un’ora e trenta minuti
Il servizio continua ad essere il punto cardine dell’incontro, nel quale entrambi detengono percentuali realizzative altissime. Nel primo parziale, Hanfmann, è stato risucchiato dalla spirale azzurra, subendo passivamente il gioco dell’avversario. In questo secondo set, dunque, al tedesco non rimane che mostrarsi più intraprendente e prendere seri rischi, se vuole intimidire un Berrettini preciso ed ordinato sino al momento. L’equilibrio regna sovrano nei primi sei giochi del secondo parziale, e proprio quando Hanfmann sembrava impensierire l’azzurro, cade nella trappola dello scambio prolungato con Matteo, tirando tre colpi a rete, ed un doppio fallo di natura masochista lo condanna alla perdita del turno di battuta, e molto probabilmente, all’uscita dall’Austrian Open.
Berrettini si porta sul 5-3 con una facilità disarmante, ma non ha nessuna intenzione di aspettare il prossimo servizio per chiudere i conti e nel gioco successivo, tra passanti e memorabili e un Hanfmann sempre più sfiduciato, affronta tre match point, che suo malgrado non riesce a capitalizzare. Il trionfo viene rimandato di qualche minuto, poiché l’ultimo gioco dell’azzurro è praticamente una formalità. Con un doppio 6-4, rifilato ad Hanfmann in un’ora e trenta spaccate, Berrettini guadagna la sua seconda finale consecutiva sul rosso.
H. Gaston b. F. Diaz Acosta 6-1 2-0 rit.
Hugo Gaston raggiunge Matteo Berrettini in finale nell’ATP 250 di Kitzbuhel, approfittando dell’infortunio di Diaz Acosta, avvenuto nei primi scorci di match, durato soltanto 35 minuti a causa del forfait in corso d’opera dell’atleta di Buenos Aires.
L’inizio del match dell’argentino è molto confusionario, lo si intravede dall’attitudine del primo gioco al servizio, strappato immediatamente da Gaston, che da qualche match è entrato nel flow di fiducia e leggerezza che non lascia scampo agli avversari. Il francese appare infermabile, tirando a piena potenza tutto ciò che gli passa per le mani, ma nel frattempo, dall’altra parte del campo, si intravede un Diaz Acosta indolenzito e sofferente, infatti, dopo un rapidissimo primo set conquistato dal francese per 6-1, è imminente l’intervento del fisioterapista, tentando di alleviare parzialmente i dolori dell’argentino.
Diaz Acosta rimane in campo con evidentissimi limiti negli spostamenti e con abnormi difficoltà ad impensierire a Gaston, che al contrario dell’argentino, si muove come una libellula.
Il break arriva nel secondo gioco col benché minimo sforzo, e per preservare il presunto infortunio al ginocchio, lo sfortunato Facundo Diaz Acosta alza bandiera bianca, terminando il match in 35 minuti, sul risultato parziale di 6-1 2-0 in favore del francese, che approfitta dell’imprevisto dell’avversario per raggiungere velocemente Matteo Berrettini in finale a Kitzbuhel. I due hanno giocato quest’anno al Challenger 175 di Phoenix su cemento e Matteo vinse in 3 set