Da Umago, il nostro inviato
[2] L. Musetti b. D. Lajovic 5-7 6-3 6-0
Lorenzo Musetti supera in rimonta Dusan Lajovic al Plava Laguna Croatia Open Umag raggiungendo così la quarta semifinale consecutiva nel Tour dopo Stoccarda, Queen’s (finale) e Wimbledon. 5-7 6-3 6-0 in due ore e 16 minuti il risultato a favore di un Musetti embrato un po’ in difficoltà dopo l’inizio scoppiettante e ripartito invece convinto e centrato nel secondo parziale che avrebbe potuto chiudere anche con più margine, ma è stato bravo Lajovic a evitare – o meglio rimandare – di andare sotto di due break (6 su 17 i break point convertiti alla fine). Non è invece riuscito a limitare i danni nella frazione decisiva, il serbo n. 53 ATP, di fronte a un Lorenzo a braccio sciolto che continuava a deliziare il pubblico; ma tutta la sfida ha offerto tanti momenti assolutamente godibili – cose che capitano quando ci sono due che giocano a tennis.
Primo set – Musetti comincia bene, ma Lajovic esce alla distanza
Lorenzo parte forte, la palla gli esce veloce e sicura dalle corde. l’altro gli lascia il tempo di caricare i colpi (è ovviamente un gioco che si può fare in due, ma lui ha una marcia in più). Subito ottimi scambi e accelerazioni apprezzate dagli spalti, i rovesci di entrambi sono una gioia per gli occhi (siamo quasi tutti qui per guardare) e intanto Musetti sale 2-0 in virtù del break in apertura. Lajovic però c’è, sorprende per alcuni recuperi sia come spostamenti, sia come velocità di braccio nel rimandare in mezza volata delle sassate profondissime, cerca di guadagnare campo, sbaglia meno e rientra sul due pari. Ci si diverte con variazioni slice, smorzate, discese a rete, ma quando il punto pesa – i due vantaggi esterni che Lorenzo serve sul 3-4 – si va di solidità e quella azzurra torna superiore.
Lorenzo gira l’inerzia di due punti con un sol colpo (un colpo per punto, chiaro) e ha due chance consecutive per il 6-5 e servizio, ma se ne vanno rispettivamente con una deliziosa controsmorzata serba, e una rara stecca di rovescio dopo aver giustamente impostato lo scambio sulla diagonale sinistra. Il turno di battuta seguente, vale a dire quello per arrivare al tie-break con il pensiero delle due palle break sfumate, è difficile come da copione: Lajovic gioca con meno pressione e si prende il set sull’errore di rovescio dopo la seconda di servizio azzurra.
Secondo set – Qualche occasione di chiudere rapidamente mancata da Musetti, ma il divario è palpabile
Dusan perde un po’ la misura dei colpi e Lorenzo ne approfitta per salire 3-1 con un ghiotto 0-40 in risposta, ma l’altro si ritrova in tempo per evitare uno svantaggio pressoché irrecuperabile. Entrambi i tennisti (così come altri prima di loro) hanno buone ragioni per lamentarsi di qualche pessimo rimbalzo nella metà campo a sud, Musetti nel sesto gioco che si complica un po’, ma poi risolve con un drittone micidiale a suggellare un puntazzo che riscuote fragorosi applausi e il coro “Lorenzo, Lorenzo”. C’è anche un gruppetto serbo che ogni tanto intona “duscian”, per esempio quando il loro beniamino due volte evita ancora il doppio break.
Un paio di errori a rete per Lajovic (lo smash affossato, come nel primissimo game, è anche merito dei recuperi disperati del nostro) che si ritrova 15-40, due set point Muso, ed è di nuovo bravo a uscirne, ma non è finita: vantaggio esterno dopo l’accelerazione di Musetti che poi piazza la risposta nei piedi a punire il tentativo di serve&volley e allunga la sfida al terzo.
Terzo set – Muso dilaga
Lorenzo parte ancora bene, il suo rovescio corto e stretto su palla morta è uno spettacolo, mentre il trentaquattrenne di Belgrado colpisce male ed è break, confermato con sicurezza sull’onda dolce della smorzata di dritto su cui l’altro non accenna neanche l’idea di una rincorsa. Qualche segno di nervosismo da parte di Dusan, ormai conscio che la faccenda sta scivolando rapida dalla parte di Musetti; il numero 17 del mondo in questo parziale non fa sconti e piazza il bagel che lo porta in semifinale, dove è atteso dal diciottenne ceco Jakub Mensik per il loro primo confronto diretto.
J. Mensik b. [LL] C-H. Tseng 6-0 6-4
Dopo essersi accaparrato i primi otto giochi, Jakub Mensik cala di intensità, si fa riprendere e infine piazza l’allungo per superare Chun-Hsin Tseng, 6-0 6-4 in 80 minuti. Tseng è il lucky loser da Taiwan che la sera prima aveva inferto un 6-0 6-1 a Fabio Fognini. Ma torniamo a Mensik che, chirurgico (poi dipende anche dal chirurgo), trasforma quattro palle break su quattro per il bagel del primo set e il 2-0 nel secondo.
Tseng tiene finalmente alcune robuste prime in campo (avevo messo il 36% nel primo parziale) e muove il punteggio tra l’entusiasmo (contenuto) del pubblico. Ecco che arriva il piccolo buio del classe 2005 ceco: seconda fallita sul 30-15, dritto scarico, discesa a rete senza rete (di sicurezza) e 2 pari. Jakub ricominciare a far schioccare la palla che è un piacere per le orecchie e spezza l’equilibrio dopo un paio di game; qualche patema nel confermare il break, poi va a prendersi il 6-4 e la semifinale. Mensik diventa così, a 18 anni e 10 mesi, il quarto più giovane semifinalista del Croatia Open, dopo Rafa Nadal (diciassettenne), Carlos Alcaraz e Goran Ivanisevic; superati Alberto Martin e Novak Djokovic.