[4] J. Thompson b. [Q] J. Shang 6-3 4-6 6-3
Juncheng Shang sembra in grado di vincere ma gioca male le sue carte nel finale del terzo set e si arrende a Jordan Thompson, che a trent’anni raggiunge la sua quarta finale in carriera e domenica proverà a vincere il suo secondo torneo dopo Los Cabos 2024 contro uno tra Rinderknech e Nishioka.
Il cinese non ha accusato, come non raramente gli capita, un calo fisico nel set decisivo e anzi ha mostrato miglioramenti nella capacità di lettura delle varie fasi del match. Ha ugualmente perso, battuto da un avversario meno efficace e geniale di lui nei colpi, ma completo, continuo nell’azione e in possesso di un servizio scintillante nei momenti più importanti. Il cinese manca l’appuntamento con la prima finale nel circuito e si consola con il best ranking a ridosso del posto numero 70.
Primo set: Shang avventato cede a un Thompson molto concentrato
Il piccolo prodigio Juncheng Shang colpisce la pallina che è un piacere e raggiunge la semifinale dell’Atlanta Open. Il suo piano di asfissiare con il proprio ritmo le resistenze di Jordan Thompson cozza inizialmente con l’estrema cura con cui l’australiano si sposta e guarda bene dallo sprecare nemmeno uno scambio, sapendo che il giovanissimo cinese è capace di colpi estremamente spettacolari come di sprechi colossali dovuti alla mancanza di pazienza.
Il diciannovenne di Pechino mostra ben presto sia i suoi colpi migliori che le amnesie che ne contraddistinguono appunto la poca propensione a voler aspettare il momento giusto per sferrare l’attacco, nonché la povertà a livello tattico. Thompson segue le evoluzioni del rivale e deve subire alcune pregevoli stoccate vincenti con il dritto, ma l’accortezza con cui rimane basso e dialoga in slice costringendo l’atleta asiatico a spingere una volta di troppo lo premia presto con il break già nel terzo game. Shang commette ben due doppi errori e se non spinge si trova anche l’avversario a rete: Thompson si aggiudica alcune ottime discese a rete e sale 3-1.
Il trentenne di Sydney serve con continuità, cede solo sei punti nel set quando si reca in battuta e deve affrontare solo una palla-break, che cancella proprio con il servizio. Sul punteggio di 3-4 Shang chiede un tempo-intervento medico, probabilmente annoiato dal caldo soffocante; il cinese rientra in campo ma non riesce che saltuariamente a sfondare le difese dell’avversario. Con un secondo break Thompson chiude 6-3 in quaranta minuti: per lui quattro ace, per Juncheng altrettanti doppi errori.
Secondo set: Thompson cede il servizio in apertura e manca cinque palle-break; Shang vince 6-4
I primi minuti della nuova frazione di gara ci regalano una versione più… meditativa del talento cinese, che si risolve a forzare meno, cercando di spostare di più il contendente per costringerlo a colpire in corsa. Shang rischia poco e raccoglie punti importanti: Thompson fronteggia una palla-break e serve il doppio fallo decisivo. Il tennista d’Asia parte bene e fa tesoro del game appena conquistato: lo dimostra la personalità che lo salva dai pasticci del quarto game, che lo vede in ritardo per 0-40. Shang recupera con un’accortezza che lo previene dal dissipare il proprio talento e si porta sul 3-1: se il giovane sbaglia poco per Thompson non rimane che servire bene e inseguire.
Il vantaggio del break centrato in avvio di set conforta Shang e gli consente anche di estrarre qualche coniglio dal cilindro in sede di risposta e con un lob in tocco: arriva addirittura un passante lungolinea di rovescio a una mano con effetto impresso dal basso verso l’alto. Thompson prosegue a servire bene e rimane saggiamente agganciato alla ruota del rivale: nell’ottavo game si procura la quinta palla-break del parziale, ma Shang ha migliorato in misura impressionante i numeri con la battuta rispetto alla frazione d’esordio: dopo quattro turni al servizio ha al suo attivo cinque ace e l’80% di prime palle in campo, percentuale di venti punti superiore alla fase iniziale di gara.
Juncheng vola alto un’altra volta e si fa beffe delle velleità dell’australiano. Nel decimo gioco il cinese serve per il parziale e questa volta con pochi rischi difende il turno e si aggiudica il set: quarantasei minuti e Thompson che deteriora la propria percentuale di prime palle di dodici punti, assestandosi sul 68%.
Terzo set: Thompson è più concreto e chiude al nono game
Toilet-break per entrambi, alla ricerca di uno stacco dall’umidità opprimente della Georgia. Per la prima volta non ci sono break nei primi tre game e Thompson guida 2-1 dopo aver annullato una chance per il rivale; Jordan festeggia il ritorno prepotente di un servizio all’altezza e durante il cambio di campo si fa massaggiare il polpaccio destro. Dopo trentacinque minuti, i duellanti si sono divisi equamente sei game: Thompson serve meglio ma, quando mette la prima, il cinese non ha quasi mai problemi. L’impressione è che Shang, che non sembra in difficoltà dal punto di vista fisico, possa spuntarla grazie a una scelta sempre migliore dei colpi.
Shang corre in avanti con leggerezza e passa in avanzamento con il rovescio bimane ma Jordan si giova di un colpo di partenza al fulmicotone per ridurre il rivale alla ragione e si porta sul 4-3. Per il cinese c’è invece uno 0-30 da risolvere perché l’australiano ha trovato un nastro benevolo in risposta: Shang deve affrontare la palla-break e lo fa con studiato coraggio, senza cercare soluzioni da ping-pong ma muovendo bene l’avversario con variazioni di ritmo intelligenti.
Thompson è però altrettanto smart e non smette di crederci: un dritto a rientrare del cinese supera la linea di fondo e causa una seconda chance di break per lui. Shang non sfonda e Jordan ritorna con un dritto lungolinea che ha ragione dell’azione difensiva di Juncheng. All’improvviso l’atleta oceanico si trova a servire per il match e dal 30-30 chiude la semifinale viaggiando sulle ali della cannonball di inizio gioco.