Anche Matteo Arnaldi, come Andrea Vavassori, tiene a rassicurare gli appassionati sul proprio stato fisico: “sono molto pronto dal punto di vista atletico, non ho avuto paura di andare al terzo set perché potrei giocare anche cinque giorni di fila”. Il direttore Ubaldo Scanagatta gli chiede in merito a come si sia visto nel match vinto con Arthur Fils: “sono molto contento perché sento di aver ritrovato il mio tennis, che, come detto nell’intervista pre-torneo, avevo un po’ perso. Oggi ho servito molto bene; la battuta è un aspetto del mio gioco in grado di darmi molta fiducia. Ho concesso forse una palla-break in tutto l’incontro, non ero teso anche se stavo mancando diverse occasioni nel tie-break; mi emozionava di più il pensiero di essere alle Olimpiadi”.
“Una curiosità” – continua il direttore: “cosa vi siete detti alla fine?”. “Ci conosciamo bene” – risponde Matteo – “abbiamo giocato molte volte insieme. Ci siamo presi in giro come facciamo sempre e ci siamo fatti i complimenti, soprattutto per quello che lui ha saputo fare ad Amburgo”.
Richiesto di un parere su Musetti, il tennista sanremese si professa assolutamente non sorpreso della buona gara di Lorenzo: “ha dormito pochissimo ma mi aspettavo che ce la facesse. Musetti ha sempre giocato bene qui a Parigi”. Per quanto riguarda l’immediato futuro in Matteo il livello dell’informazione è decisamente più basso di quello della fiducia: “non so con chi né quando potrei giocare”. Vanni Gibertini e il direttore gli citano Koepfer e Raonic, di lunedì: “non ho mai giocato con nessuno dei due, sono due partite molto diverse. In ogni caso sono pronto e inoltre il pubblico francese, nonostante sia rumoroso, evidentemente mi dà la carica; mi trovo assai bene qui”.