Una partita molto diversa e certamente più veloce di quella rinviata per giorni (e alla fine persa), a Wimbledon, contro Withrow e Sutjiadi al tie-break finale. Ma di una cosa, Errani e Vavassori, sono sicuri: l’attesa ha pagato. Per via della pioggia, gli azzurri avevano dovuto aspettare diversi giorni prima di poter giocare il tie-break decisivo sull’erba inglese. Giorni in cui hanno imparato a conoscersi meglio in campo, visto che fuori dalle righe bianche, i due erano già amici di lunga data.
Errani e Vavassori sono arrivati a Parigi preparati tatticamente e con le idee chiare, mentre diversi doppisti hanno dovuto adattarsi all’ultimo e creare una complicità più forzata.
I prossimi avversari che incontreranno, gli olandesi Koolhof e Schuurs, ancora non li conoscono ma il tempo per studiare c’è. Vavassori non sarà più impegnato negli impegni del singolare, dopo aver perso contro Casper Ruud al secondo turno e potrà dedicarsi completamente al doppio misto.
D: È stata una bella partita! Come l’avete vissuta la partita?
Errani: “Si penso sia stato un buonissimo match. Ci siamo divertiti, abbiamo giocato bene”.
Vavassori: “Si penso che alla fine quel tour de force a Wimbledon abbia pagato. Quando abbiamo dovuto aspettare giorni per giocare quel tie-break, ci ha permesso di entrare bene in sintonia per la partita. Oggi siamo entrati in campo conoscendoci meglio sul campo e questo credo abbia fatto la differenza. Siamo amici, siamo simili e ci piace lottare. Quando hai lo stesso spirito combattivo è più facile giocare insieme, è lo stesso con Simone per me”.
D: Ci dici qualcosa anche della partita con Ruud? Hai giocato un gran primo set e poi?
Vavassori: “Non te l’aspettavi vero che lottassi così? (ride). Credo di aver giocato bene anche nel secondo set. Quando ti trovi davanti giocatori come Ruud, che all’inizio non ti conoscono, è più facile sorprenderli. Credo di esserci riuscito con il servizio inizialmente, gli servivo al corpo e poi venivo avanti. Solo che dopo un po’ ha iniziato a prendere le misure e io sentivo di dover prendermi sempre più rischi e di conseguenza sbagliavo di più, finché mi sono preso il break sul 5-4”.
D: I vostri prossimi avversari olandesi, Koolhof e Schuurs, li conoscete già?
Errani: “No non tanto, ci riguarderemo la loro partita di oggi”.
Vavassori: “Sicuramente continueremo a lottare con tutto quello che abbiamo”.
D: In campo tra voi due chi decide?
Errani: “Nessuno, facciamo tutto insieme. Appena uno dei pensa a qualcosa ce lo diciamo ed è bello così”.
Vavassori: “Siamo due abbastanza tattici in campo. Studiamo prima la tattica a tavolino e poi ci parliamo durante la partita”.
D: Tante coppie di doppio si sono trovate insieme un po’ all’ultimo minuto. Per voi quanto ha influito essere arrivati qui già più preparati?
Errani: “Sicuramente aver già giocato a Wimbledon aiuta. Conoscerci, esserci già parlati su come giocare certi punti. Sapere cosa piace a uno, cosa piace fare all’altro, aver provato i meccanismi, sono tutte cose utili. Anche il fatto di essere amici fuori dal campo e trovarsi bene a prescindere, aiuta ad essere a proprio agio nel doppio”.