Il protagonista della giornata, per i colori azzurri ma non solo, è di certo Lorenzo Musetti. Il carrarino ha battuto per la terza volta di fila Taylor Fritz, regalandosi uno storico quarto di finale alle Olimpiadi (primo italiano da Renzo Furlan ad Atlanta 1996), ed esprimendo un tennis di altissima qualità. E nella zona mista post partita, in attesa di giocare in doppio e in doppio misto, ha ben analizzato l’incontro, fornendo un chiaro quadro ad Ubaldo Scanagatta del perché ormai l’azzurro riesca puntualmente a batterlo.
“Oggi sono andato a rete un sacco di volte”, spiega l’americano, “a volte ha funzionato, altre volte no. L’ho battuto le prime due volte che ci siamo incontrati, ma da allora è migliorato molto. Mi ha battuto a Montecarlo, a Wimbledon, e poi mi ha battuto qui, è capace di fare alcune cose che gli permettono di neutralizzare il mio gioco. Ad esempio molto spesso quando sono stato in controllo del punto lui riusciva a rientrare. E soprattutto rispondeva, neutralizzava, tanti dei miei servizi. Molti giocatori non ci riuscirebbero. Come giocatore è migliorato molto ultimamente“.
E i miglioramenti, nel tennis devono condurre verso un unico obiettivo. Che secondo Fritz è tutt’altro che distante: “Recentemente Musetti è migliorato davvero molto come giocatore. E penso che nel prossimo anno o due lo vedremo spingersi in top 10 e trovare il best ranking. Di certo oggi è la miglior partita che gli abbia mai visto fare al servizio, sta migliorando molto“. Una partita giocata in condizioni tutt’altro che piacevoli, di grande caldo e umidità, ma vivibile rispetto alla giornata di martedì 30 luglio.
“L’umidità oggi era inferiore rispetto a ieri”, analizza infatti il n.7 del seeding, “contro Draper mi sembrava di morire in campo. Arriva a ondate: ci sono momenti in cui giochiamo quattro o cinque punti lunghi in un cambio campo, poi arriva una sequenza in cui si riescono ad ottenere più punti gratuiti con il servizio. Oggi lui ha servito davvero bene“. In realtà Lorenzo Musetti ha fatto tutto alla perfezione, dal servizio alla risposta. Parola di un ex top 5, costretto a tirare i remi in barca dalle folate del carrarino. E ora, Zverev o Popyrin che sia, la medaglia è più di un sogno.