L’1 agosto è ufficialmente il giorno dello sport olimpico italiano, il giorno in cui i sogni diventano realtà. Come tre anni fa a Tokyo, quando nel giro di tre minuti due medaglie colorarono d’oro il cielo giapponese, così anche oggi una cascata d’oro sommerge lo sport italiano a Parigi; allora furono Tamberi e Jacobs sulla pista dello stadio olimpico di Tokyo a regalarci gioie inaspettate, vincendo in sequenza salto in alto e 100 metri piani, in una calda domenica d’agosto. Oggi sono Giovanni Di Gennaro nella canoa K1 e Alice Bellandi nel Judo a regalarci gioie su gioie in un turbinio d’oro. Oro, sempre oro, fortissimamente oro.
La prima medaglia di queste è arrivata dalla canoa slalom k1maschile e ha la firma di un carabiniere bresciano di 32 anni che è riuscito a coronare il sogno di una carriera sportivo. Giovanni Di Gennaro tra le onde e le correnti artificiali del bacino di Vaires-sur-Marne ha trovato quel successo che corona una vita di sacrifici, schivando le porte, andando controcorrente; una bellissima metafora della vita, vissuta sempre tra le onde. Era solo ottavo dopo la semifinale, ma nella discesa che contava – quella per le medaglie – ha messo in fila tutti i rivali, compreso l’inglese Clarke. L’azzurro ha vinto con il tempo di88.22. La medaglia d’argento è andata al francese Titouan Castryck in 88.42, il bronzo allo spagnolo Pau Echaniz in 88.87 che complice una penalità di due secondi.
Non passano neanche 20 minuti e a farci gioire, è una ragazza bresciana (provincia oggi protagonista dello sport azzurro) Alice Bellandi, che sul tatami dell’impianto di Champ-de-Mars, nella categoria -78 kg ha battuto l’israeliana Lanir, campionessa del mondo nel 2023 e interrompendo di fatto quello che era un tabù olimpico per questa disciplina a Parigi. Alice ha resistito agli assalti della rivale senza farsi intimidire, ha messo a segno un waza-ari (sode-tsurikomi-goshi) nella parte finale e poi ha atteso l’ultimo shido a carico di Lanir. Una vittoria netta che certifica il valore di quella che è la numero 1 al mondo della specialità regalando all’Italia un oro bello e atteso e che ha il sorriso radioso di una ragazza che con straordinaria determinazione è riuscita a conquistare quello che voleva, quello che meritava.
Poteva essere uno storico tris d’oro ma è mancata la stoccata finale. Ci perdonerete il gioco di parole ma trattandosi di scherma e di fioretto, tout se tient, come dicono a queste latitudini. Argento per la squadra azzurra di fioretto femminile che deve arrendersi in finale agli Stati Uniti, quegli Stati Uniti che presentavano ai nastri di partenze la campionessa olimpica Kiefer e la vice campionessa Scruggs, stelle (e strisce) del nuovo firmamento della scherma mondiale. Alla fine dei 9 assalti il risultato è di 45-39 in favore delle statunitensi che completano così il grande Slam del fioretto femminile, vincendo tutto quello che potevano vincere e monopolizzando così, di fatto, la specialità. Siamo alla vigilia di un cambio generazionale che vede la squadra americana, la compagine più forte su piazza o, per meglio dire, su pedana.