Questa volta, per davvero, siamo giunti ai titoli di coda. Andy Murray si ritira dal tennis. Qualche mese fa aveva annunciato che si sarebbe fermato al termine dei Giochi Olimpici di Parigi. L’ultimo match è stato quello in doppio con il suo connazionale Daniel Evans. Gli avversari, gli statunitensi Fritz-Paul hanno avuto la meglio 6-2 6-4, ma questo rimarrà per sempre un momento iconico per la storia di questo sport.
Al termine della partita, Murray si è goduto l’uscita di scena, prendendosi l’ovazione da parte di tutto il Court Suzanne Lenglen.
Lacrime di gioia, lacrime di amore verso il tennis, lacrime di una vera e propria leggenda di questo sport che a 37 anni ha deciso di dire basta. Per l’ultima volta, il due volte campione di Wimbledon, è intervenuto in conferenza stampa.
Murray: “Per un set e mezzo non abbiamo giocato molto bene. Non credo abbiamo giocato il nostro match migliore, ma verso la fine qualcosa è scattato ed è questo che è deludente. Perché se avessimo iniziato la partita in quel modo sarebbe stato davvero difficile per loro. Non sarebbe stata una garanzia che avremmo vinto l’incontro ma sarebbe stato combattuto. Ma sono contento di essere andato così avanti nel mio ultimo torneo. Ovviamente questo non è il finale perfetto. Sarebbe stato fantastico vincere una medaglia, ottenere magari l’oro. Ma mi sento bene“.
D: “Come ci si sente a stare in attesa, entrare in campo, a salutare in quel modo? Forse è scappata qualche lacrima?”
Murray: “Ho avuto delle belle sensazioni. Sapevo negli ultimi mesi che questo momento sarebbe arrivato e se non fosse successo oggi sarebbe successo tra un paio di giorni ed ero pronto per questo e ovviamente ero emozionato perché è l’ultima volta che avrei giocato una partita in torneo. Anche se sono sinceramente dispiaciuto del risultato finale, sono contento di essere riuscito a partecipare alle Olimpiadi e di aver chiuso [la mia carriera] alle mie condizioni, perché a volte negli ultimi anni non era scontato. Qualche mese fa, quando sono andato a fare gli esami per il problema che avevo alla schiena, mi era stato detto che non avrei giocato alle Olimpiadi e a Wimbledon. Quindi mi sento molto fortunato ad aver avuto l’opportunità di giocare qui e giocare alcuni grandi match, creare ricordi incredibili“.
D: “Cosa ricorderai di più di questo torneo, di questo evento?”.
Murray: “Il fatto di far parte della squadra, questo è ciò che ha reso le Olimpiadi, non solo questa, ma tutte, così speciali. A Tokyo è stato un po’ diverso perché non c’era il pubblico e tutto il resto. Quindi mi sentivo ancora parte di una squadra, ma non era proprio la stessa cosa. Ma è far parte di qualcosa di più grande di te stesso, essere circondato da tutti gli atleti, persone straordinarie che possono fare cose incredibili, che hanno dietro storie straordinarie, e mi piace vivere nel villaggio e vivere con persone provenienti da quasi tutti i paesi del mondo che mangiano, dormono, si allenano e vanno d’accordo. È davvero molto speciale, è molto diverso da qualsiasi cosa abbia vissuto nel resto della mia carriera. Questo è ciò che mi mancherà“.
D: “Fisicamente quanto è stato difficile questa settimana e l’ultimo periodo in generale?”
Murray: “È stato davvero difficile fisicamente. Sento continuamente dolore. Fisicamente posso ovviamente andare in campo e giocare a un livello competitivo, tale da andar vicini a ottenere la medaglia, quindi va bene. Ma il dolore e il disagio nel mio corpo sono forti ed è anche per questo che sono felice di smettere, perché se si prosegue, se si continua a provarci, si finisce per avere un infortunio, ponendo comunque fine alla carriera, quindi so che è il momento giusto e fisicamente è stato davvero difficile”.
D: “Sull’infortunio?”
Murray: “Mi è stato detto che se la cisti avesse continuato a crescere, facendo più pressione sui nervi, si sarebbe creata una situazione di emergenza in cui non sarei più riuscito a controllare la vescica e avrei perso il controllo dell’altra gamba. È stato allora che ho capito che era giunto il momento e fortunatamente il chirurgo ha fatto un ottimo lavoro. Ovviamente il processo di riabilitazione è stato mirato per provare a giocare a Wimbledon e ovviamente qui, ma quando è successo non vedevo l’ora che arrivasse la fine perché sapevo che volevo finire quest’estate. Era quello che sentivo di volere, anche se c’era ancora un po’ di incertezza perché pensavo ‘e se facessi davvero bene sull’erba o il mio livello migliorasse?’. Stavo iniziando a giocare bene a Miami, per esempio, ma una volta che ho parlato con il dottore e ho capito qual era il problema, ho pensato: ‘Proviamo a vedere se riusciamo a passare Wimbledon, e prepararci bene per le Olimpiadi. Proviamo a fare un buon torneo‘ “.
Ubaldo: Hai intenzione di diventare un nostro collega, di questo orribile gruppo di giornalisti? O cercherai di evitarlo? (tutti ridono)
Murray: “Siete davvero un bel gruppo. Guarda, non so cosa farò. Voglio dire, non ero particolarmente bravo in inglese a scuola, quindi non credo che scrivere e cose del genere sarebbero nelle mie corde. Non so cosa farò dopo“.
D: “Commentare?”
Murray: “No, non credo che lo farò. Non mi è piaciuto molto quando l’ho fatto, le due volte che l’ho fatto, quindi non mi vedo a farlo, ma chissà. Starò lontano dallo sport sicuramente per i prossimi mesi, forse più a lungo. Starò a casa e valuterò quali sono le mie opzioni. Vedrò cosa mi va di fare. Se non salta fuori niente e si tratta di stare a casa con la mia famiglia ed essere un padre, anche questo è qualcosa che non vedo l’ora di fare ed è quello che voglio fare immediatamente, ma sono sicuro che dopo qualche mese ci saranno alcune opzioni e penserò ad alcune cose da fare nella mia vita, ma non credo che sarà il giornalista, quindi puoi stare tranquillo che non perderai il tuo lavoro“.
D: “Com’è stata questa sera? Diversa dall’esperienza di Wimbledon con tuo fratello?”
Murray: “A Wimbledon è stata dura perché fisicamente stavo peggio. Non sapevo esattamente come mi sarei comportato. Quando mi trovavo in campo ero felice di essere arrivato in fondo alla partita con Jamie. Stasera, dal punto di vista delle prestazioni, la sensazione era che se avessimo giocato davvero bene, avremmo avuto la possibilità di vincere una medaglia qui. Quindi sì, c’è più delusione dal punto di vista delle prestazioni. A Wimbledon sembrava un po’ inevitabile. Probabilmente non avrei vinto il doppio lì. Ma questa settimana avevo ancora il sogno che avevamo la possibilità di riuscirci perché fisicamente ero a posto e Dan stava giocando davvero bene.
Penso che le ultime tre partite l’abbiano dimostrato. Anche se oggi abbiamo giocato una partita scadente, l’abbiamo resa davvero emozionante alla fine e giocato fino alla morte. Abbiamo fatto grandi rimonte, non so quanti match point abbiamo salvato, ma sono stati molti nel corso di tre partite. Non abbiamo mai smesso di lottare e penso che, a parte alcuni aspetti tecnici di come colpisco la palla e mi muovo in campo, ho anche fatto molte cose in linea con il mio carattere e la mia personalità. A volte vorrei comportarmi in modo diverso a volte in campo, ma ho sempre lottato, ho dato tutto, sono andato fino in fondo“.
D: “Sui rivali e Djokovic”
Murray: “Ho sicuramente giocato contro Novak in molte delle mie partite più importanti. Parlo ovviamente delle finali degli Australian Open, e l’ho affrontato nella finale di tutti gli Slam. Qui, la mia prima volta a Wimbledon, ho giocato contro di lui alle Olimpiadi. È quello con cui ho giocato le mie partite più importanti ed è quello che conosco da quando avevo 11, 12 anni. Penso che abbia vinto la sua partita stasera, non ho visto il risultato. È davvero irreale, incredibile quello che ha ottenuto in quest’ultima parte della sua carriera. Ora ha una grande chance di vincere l’oro, che è un suo grande obiettivo. Posso dire che è stato lui il mio più grande rivale, anche se sono consapevole che ha avuto due rivali più grandi di me durante la sua carriera”.
Traduzione di Kingsley Elliot