Un venerdì d’oro…o quantomeno d’argento, quello vissuto dal tennis azzurro, che dopo 100 ha avuto in dono la certezza di tornare a medaglia nel tennis. In attesa della finale per il bronzo di Lorenzo Musetti, possiamo già pregustare l’impresa di Sara Errani e Jasmine Paolini, di nuovo in finale sulla terra parigina due mesi dopo la sconfitta all’ultimo atto del Roland Garros. Un traguardo storico per le azzurre, sotto lo sguardo sempre attento del capitano di BJK Cup Tathiana Garbin, che ha espresso tutta la sua gioia e soprattutto il suo orgoglio in un’intervista rilasciata a Federica Cocchi per la Gazzetta dello Sport.
“Sara ci teneva tantissimo“, spiega l’ex n.22 WTA, “era un sogno che aveva fin da bambina. Il tennis, e lo sport, insegnano a fare gruppo, fare squadra. Ed è bello che Jas abbia aiutato Sara a raggiungere il suo
sogno più grande“. Un duo diverso ma ben funzionante quello delle campionesse di Roma, che sanno coprire a vicenda uno spazio o un difetto dell’altra, come analizza anche Garbin: “Io vedo due caratteri completamente diversi che si completano. Jasmine ha l’energia, la freschezza, la spensieratezza di una ragazza più giovane. Sara invece è molto seria, focalizzata, attenta ai particolari e alla strategia, Jas è potenza e istinto. Due estremi che riescono a combaciare perfettamente in questo doppio. Una vera miscela esplosiva“.
Due ragazze soprattutto umili, sempre entusiaste quando scendono in campo. Consapevoli che domani, comunque vada, sarà un successo. Che la storia è già stata scritta, può essere solo migliorata. Come ammonisce con gaudio anche Tathiana, sempre attenta, ben conscia che l’ispirazione e la gioia nel giocare sono sempre il punto focale di chi pratica sport, specie a certi livelli. E che, nella peggiore delle ipotesi, ci sarà un argento olimpico: “Bisogna festeggiare comunque perché anche l’argento è un traguardo importante, storico. Ma il sogno è l’oro. Non ci nascondiamo“.
Una storia, quella della super coppia azzurra, anche di riscatto. In pochi avrebbero scommesso su di loro quando hanno iniziato a giocare insieme. Salvo poi bruscamente ricredersi grazie all’abilità e forma di una, la voglia e l’esperienza dell’altra, come ricorda Paolo Bertolucci sulla Gazzetta dello Sport: “In tanti avevano sollevato dei dubbi sulle loro possibilità di raggiungere una posizione di vertice nel circuito, invece la chimica tra le due ragazze è risultata ben presto quella vincente. La Errani, dall’alto della sua esperienza, forte di una manualità e di un
posizionamento sottorete preciso e puntuale, guida con sapienza la Paolini, che dal canto suo prepara con fendenti di rimbalzo la finalizzazione del punto. Bello osservare sempre un gioco creativo, mai banale, pieno di invenzioni, frutto di intelligenza tattica e scaltrezza nel prendere le opportune decisioni. La medaglia d’argento è un metallo prezioso, ma l’oro che può arrivare domani ancor di più“.