L’acqua è vita. Alimenta e nutre, in particolar modo lo sport italiano, nel dettaglio specifico in queste olimpiadi parigine. Arrivano dal nuoto, dal canottaggio, dalla canoa e dalla vela cinque delle dieci medaglie d’oro azzurre. Ne arrivano due da Marsiglia (campo di gara olimpico), una dal windsurf, qualche giorno fa, con Marta Maggetti, un’altra dalla categoria Nacra 17 per il duo Ruggero Tita e Caterina Banti, solo qualche ora fa. C’è poco vento a Marsiglia, soprattutto nell’ultima di sei giornate di race, e la sensazione per chi sa poco o nulla di vela (ci sta…) è che si assista alla gara di pedalò del Lido Arcobaleno e non ad una finale olimpica su piccoli catamarani che volano sull’acqua. Ma è proprio quando il vento è poco che si vedono ancor di più i campioni e TitaBanti, da dire così come un’unica parola, campioni lo sono. Campioni di tutto nello specifico, essendosi riconfermati come campioni olimpici aggiungendosi ai titoli mondiali Aarhus 2018, Halifax 2022, L’Aia 2023, La Grande Motte 2024 e a quelli europei Kiel 2017, Gdynia 2018, Attersee 2020 e Aarhaus 2022. Non esistono medaglie e vittorie sicure ma questa era una di quelle. Fortunatamente così è stato.
Da Marsiglia a Parigi, restando però su uno scafo a mollo. Non un catamarano ma una canoa, canadese per la precisione. Disciplina storica nella quale l’Italia attendeva una medaglia dal 1960, le famose olimpiadi romane, le ultime estive ospitate in Italia. Abbaimo dovuto aspettare 64 anni ma la medaglia è finalmente arrivata grazie al duo Tacchini/Casadei giunti a questo appuntamento olimpico a fari spenti dopo la delusione del mondiale dello scorso anno. Eppure non hanno tiratO i remi in barca (scusateci…) e hanno saputo conquistare una meritatissima medaglia d’argento nella gara sprint 500 m. Non sono mai stati dei velocisti, avendo forse nei 1000 metri la loro gara regina, però riescono ad esserci quando gli altri mollano tenendo per un minuto e mezzo i battiti oltre i 200 al minuto. Non una cosa umana.
Come umano forse non è nuotare nella Senna o meglio, nuotare nella Senna, controcorrente. Andata e ritorno 10 km in delle acque dove in pochi metterebbero un piede, Ginevra Taddeucci ha invece messo tutta se stessa, garantendosi al collo una splendida medaglia di bronzo. Un risultato straordinario in cui pochissimi credevano, vista la qualificazione all’ultimo ottenuta per questa gara, passando dal piano B del tempo ottenuto sui 1500 metri. Una medaglia talmente inaspettata da avere il sapore della bella storia all’italiana.
Una bella storia come quella della pallavolo femminile che batte, ancora una volta, la Turchia 3-0 in semifinale e aspetta gli Stati Uniti domenica per l’oro. Una partita fenomenale delle ragazze guidate dal maestro Velasco che ha saputo compattare un gruppo alla vigilia spaccata da tante, forse troppe personalità, e che in questa semifinale ha saputo mostrare di che pasta sia realmente fatta, rimontando sempre in ogni set fino alla vittoria finale. Mai una squadra di pallavolo italiana ha vinto l’oro. Mai nessuna generazione di fenomeni c’è riuscita…magari sarebbe il caso di sfatarlo questo tabù, no?