Dal nostro inviato a Montreal
A. Popyrin b. [5] A. Rublev 6-2 6-4
La settimana della vita. In uno dei Masters1000 più incerti e aperti degli ultimi anni non poteva certo mancare uno dei campioni in assoluto più inattesi. Alexei Popyrin, infatti, diventa il secondo vincitore del National Bank Open con il ranking più basso di sempre, lui che aveva iniziato il torneo da n°62 e ora si ritrova n°23. Non era mai stato in top30, sarà testa di serie allo US Open.
Una settimana clamorosa quella dell’australiano, che a 25 anni corona il sogno di una carriera e diventa il quarto aussie a vincere un ‘1000’ dopo Rafter, Philippoussis e Hewitt, il primo da oltre 21 anni. Il dato più clamoroso per Alexei, tuttavia, sono i cinque top20 sconfitti consecutivamente sulla strada per il titolo, il primo a riuscirci a livello Master da Holger Rune a Bercy nel 2022. E pensare che agli ottavi era stato per tre volte ad un punto dalla sconfitta contro Dimitrov!
Il grande deluso è inevitabilmente Andrey Rublev, che perde ancora contro l’australiano dopo la sconfitta ad aprile a Montecarlo. Dopo aver sconfitto Sinner e Arnaldi, il russo manca una chance ghiottissima per conquistare il terzo titolo 1000 della carriera, in una finale costellata da errori. Andrey può comunque consolarsi con il ritrovato n°6 ATP, anche se appare una consolazione decisamente magra.
Primo set: Rublev troppo brutto per essere vero, Popyrin ringrazia
È Andrey Rublev a partire al servizio ma, tra i due, sembra lui quello alla prima finale 1000 della carriera. L’inizio del russo è da horror: dopo una seconda timida, su cui Alexei Popyrin risponde vincente, il n°5 del seeding infila un errore di dritto e due doppi falli. L’australiano ringrazia, vince i primi sette punti del match e sale sul 2-0, limitandosi di fatto a mettere la palla in campo. Dopo neanche cinque minuti Rublev caccia il primo urlaccio, che però gli serve per sbloccarsi e procurarsi le sue prime palle break. Dal 15-40, tuttavia, il nuovo n°30 del mondo trova quattro poderose prime di fila e sale sul 3-1.
Popyrin gioca a viso aperto, non sbaglia nulla e approfitta dei troppi errori del suo avversario, ancora non entrato in partita. Rublev offre due nuove opportunità di break e commette un altro doppio fallo, mancando due nuove chance di contro break nel gioco successivo. L’australiano consolida il vantaggio, salendo sul 5-1 prima di archiviare 6-2 un primo set sì gestito con pazienza e autorità, ma in cui oggettivamente Rublev è stato assoluto protagonista – in negativo (ha chiuso addirittura con il 38% di prime in campo).
Secondo set: Rublev assente ingiustificato, Popyrin campione
Negli ultimi due game della prima frazione il n°6 del mondo sembra essersi sbloccato, lasciando andare un po’ di più i colpi e trovando qualche bel vincente. Tuttavia, alla ripresa del gioco dopo qualche minuto di stop – dopo che entrambi i giocatori ne hanno approfittato per andare in bagno – la storia rimane la stessa. I ripetuti tentativi falliti di ola dell’Iga Stadium, che provano a partire di fianco alla tribuna stampa ma naufragano miseramente nonostante il tentativo d’aiuto di qualche giornalista, rispecchiano un po’ l’andamento di una partita che stenta a decollare.
Rublev sbaglia troppo, Popyrin no e anzi, scaglia un’altra risposta vincente per salire subito avanti di un break anche nel secondo set, conquistando otto dei primi dieci punti: 2-0. La sensazione più o meno comune, anche tra i colleghi canadesi, è che il russo avrebbe tutte le carte in regola per ribaltare la finale, ma manca qualcosa. Mancano servizio e dritto, manca verve, sembra quasi manchino energie… e allora l’aiuto arriva direttamente dal suo avversario.
Nel sesto game Popyrin deve fronteggiare altre due palle break e, sulla seconda, commette anche lui doppio fallo. Rublev però questa sera è assente ingiustificato e ripiomba subito sotto 0-40 nel gioco successivo. Per evitare un altro doppio fallo serve una seconda a 135km/h, su cui l’australiano si avventa con tutto se stesso e, questa volta, non inciampa più. A 25 anni appena compiuti Popyrin si fa il regalo di compleanno più bello con una settimana di ritardo, conquistando il suo primo ‘1000’ della carriera. 6-2 6-4 in un’ora e mezza di una finale non certo indimenticabile.