È festa a Belgrado. Le Olimpiadi sono ufficialmente terminate, ma i festeggiamenti proseguono senza sosta. Nella capitale serba è stato organizzato un evento per celebrare gli atleti medagliati di Parigi 2024. In cinque discipline sono riusciti a piazzarsi sul podio. Per la precisione tre ori, un argento e un bronzo. Tutti gli atleti sono stati acclamati, ma nello specifico due (i più famosi e iconici) hanno scatenato il fervore dei 70mila serbi presenti nel centro della città in occasione dell’evento.
Si tratta, chiaramente, di Novak Djokovic e Nikola Jokic. Uno medaglia d’oro e l’altro medaglia di bronzo. Il primo nella specialità del tennis in singolare, il secondo nella pallacanestro. Quello che però interessa a noi appassionati di racchetta e pallina è il 37enne di Belgrado, capace di fugare qualsiasi dubbio sul suo (a detta di molti) declino che non gli aveva ancora regalato un titolo in questo 2024. Semifinale all’Australian Open, finale a Wimbledon, qualche modesto risultato in altri tornei, ma nessun alloro.
Eppure Carlos Alcaraz, che poche settimane prima lo aveva dominato in finale a Wimbledon, si è dovuto comunque inchinare alla forza, alla resilienza e all’attaccamento alla maglia serba di Nole in finale alle Olimpiadi. Un doppio tie-break e l’unico tassello mancante nella carriera di Djokovic si è aggiunto alla sua enorme bacheca. Emozioni fortissime, pianti, molti tentativi andati in fumo nelle scorse rassegne a cinque cerchi e, finalmente, l’apoteosi.
Nole festeggia. Dalla macchina con il finestrino aperto insieme ai tifosi di Belgrado, alla terrazza dove, affiancato agli altri medagliati serbi tra cui l’amico Jokic, ha esibito con fierezza il proprio oro dedicando pure qualche parola al suo popolo. In basso, una fiumana di tifosi serbi, bandiere serbe, fumogeni, musica e cori a condire il tutto.
Prossimo stop per il più longevo numero 1 al mondo della storia (e il più vincente), lo US Open. Niente Masters 1000 di Montreal (già terminato), niente 1000 di Cincinnati (appena iniziato) dove difende il titolo. Ci si rivede direttamente a New York (dove è campione in carica), perché ora è tempo di festeggiare ancora per un po’.