“È stata la partita peggiore della mia carriera. Impossibile da vincere”. Così Carlos Alcaraz dopo la sconfitta in due atti contro Gael Monfils a Cincinnati, dove difendeva la meravigliosa finale 2023. Lo spagnolo non vince una partita sul cemento dagli ottavi di finale di Miami. E questo ko lo condanna a rimanere a considerevole distanza dal numero uno Jannik Sinner, che rimarrà tale almeno fino a Pechino: ben dopo, dunque, il grande obiettivo US Open.
“In precedenza, la maggior parte delle volte in cui avevo sentito la necessità di rompere la racchetta ero riuscito a controllarmi. Questa volta invece no, perché mi sembrava di non star giocando nessun tipo di tennis”. In effetti, il manifesto gesto di stizza col quale lo spagnolo ha accompagnato la decisiva perdita del servizio all’inizio del terzo set è stato abbastanza inusuale, per quella naturale inclinazione alla positività in campo che Carlos ha appreso da Rafa Nadal. “È stato molto frustrante, e doloroso. In certi momenti avrei voluto lasciare il campo.”
“Quando lo faccio io mi dicono che ho problemi mentali”, ha contro-commentato su X l’istrionico Corentin Moutet, riferendosi, ha voluto specificare, alla reazione dei commentatori (che hanno associato al gesto di rompere la racchetta la grande voglia che aveva lo spagnolo di portare a casa il match, effettivamente senza giudicarlo con grande severità. “Carlos è una leggenda, e mantiene un comportamento fantastico in campo. Ma le reazioni del telecronista allo stesso gesto possono essere molto diverse fra loro” ha spiegato il tennista francese. “E quando ero io a farlo?”, ha ribattuto un commentatore d’eccezione, Nick Kyrgios. E c’era chi faceva riferimento anche al trattamento che sarebbe riservato a Rublev.
In ogni caso, Alcaraz ha provato ad analizzare i motivi della prestazione che lui stesso ha giudicato scadente. “Nei giorni scorsi mi sono allenato bene, mi sentivo alla grande, colpivo bene la pallina, mi muovevo bene. Ma sul Centrale mi è sembrato un altro sport. Eppure sono abituato a questo campo. Le palline erano molto più veloci, e rimbalzavano molto di più (hic de hoc, ndr). Comunque non sapevo cosa avessi, ma so che non potevo fare di meglio”. Né lo spagnolo è riuscito a invertire la rotta al ritorno in campo dopo l’interruzione per pioggia: “Durante l’interruzione pensavo semplicemente a riposarmi, credevo che oggi sarebbe stato diverso. Ma non è successo. Sono entrato in campo e ci ho provato…ma già ieri lo scambio più lungo era stato di cinque colpi”.
“Non riesco a trarre cose positive da questo match. Proverò a dimenticarlo in vista di New York”. Dopo aver vinto a Parigi e a Londra, Carlos cercherà lì il terzo Slam stagionale. Dove difende la semifinale, persa lo scorso anno con Medvedev, e dove si presenterà da terza forza del seeding; se vorrà vincere il titolo, dunque, potrebbe dover battere Djokovic e Sinner, uno dietro l’altro.