[3] A. Sabalenka b. [1] I. Swiatek 6-3 6-3 (in collaborazione con Pietro Sanò)
Aryna Sabalenka approda in finale al Cincinnati Open, superando in un’ora e quarantanove minuti e in due set per 6-3 6-3 la n°1 del mondo Iga Swiatek. L’atleta bielorussa si aggiudica così il dodicesimo confronto diretto con la leader della classifica; il conto si aggiorna a 8-4 per quest’ultima. Non è stato certo il match più divertente tra di loro, soprattutto se ricordiamo la finale di Madrid 2024: Iga si è trovata costantemente in ritardo di fronte alla straripante azione offensiva di Aryna, che nella settimana in Ohio non ha ancora ceduto un set.
La bielorussa sta bene ed è motivata in quanto alla ricerca di affermazioni dopo aver saltato Wimbledon e le Olimpiadi. Sicuramente il terreno assai veloce le ha reso la settimana e l’incontro con la sua prima rivale più agevole, ma certo in prospettiva US Open le sue prestazioni di questi giorni la propongono come assoluta protagonista. Per la sua prima finale a Cincinnati (ventottesima complessivamente) Aryna aspetta ora la vincente tra Jessica Pegula e Paula Badosa.
Primo set: Sabalenka in grande fiducia, Swiatek non regge il ritmo
Ritmo infernale nelle fasi iniziali della prima semifinale del Cincinnati Open, complice un campo velocissimo parecchio discusso in queste settimane. Sabalenka approccia con decisione; la palla di Swiatek non decolla e la bielorussa si appoggia a meraviglia, imprimendo la massima potenza.
Con una risposta esemplare, Sabalenka strappa il servizio alla numero uno polacca, conducendo per due giochi a zero. Il vantaggio della bielorussa dura soltanto un paio di minuti, a seguito del contro break inflitto da Swiatek.
Poche prime di servizio e seconde troppo deboli per Iga, costantemente travolta dalle fulminanti risposte di Sabalenka, molto più aggressiva e precisa dell’avversaria in questo primo set. La differenza di velocità tra le due, al momento, è devastante; non tarda dunque ad arrivare il secondo break in favore della bielorussa, che meritatamente conquista il set col punteggio di 6-3.
Secondo set: il copione non cambia e Sabalenka chiude 6-3 dopo 10 match point
Nel primo set Sabalenka ottiene il 62% di punti quando deve lanciare la seconda palla di servizio; Swiatek ricorre alla battuta di scorta per sette volte, senza raccogliere nemmeno un punto. Questo confronto descrive con efficacia la differenza di incisività del colpo di inizio gioco delle due protagoniste e lascia intendere come sia faticoso persino per le gambe di Iga coprire le voragini causate di volta in volta dalla risposta della bielorussa.
Mentre il cielo minaccioso di acqua concede rari sprazzi al sole, inframmezzati dalle corse degli addetti al campo per passare con gli asciugamani le righe umidicce, Sabalenka non cambia ovviamente tattica, mentre la numero uno del mondo prova a spingere di più in risposta per non rimanere subito indietro nel palleggio.
Il risultato conduce a una palla-break nel quarto game, che la tigre di Minsk annulla con un dritto lungolinea; nel frattempo però Iga ne ha già dovuto affrontare una nel game d’esordio, tre nel terzo e una nel quinto.
La tennista di Varsavia non può contenere il forcing della numero tre del ranking e consegna per due volte la battuta, mandando Aryna al servizio sul punteggio di 4-1. Iga torna a servire sull’1-5 e da 0-40 si ripropone di salvare almeno il gioco e risale la corrente: annulla i tre matchpoint nonché altri quattro prima di cambiare campo avendo accorciato il distacco. La polacca trova poi modo di infastidire la rivale con delle buone risposte e coglie il break, non prima di avere comunque annullato altri due matchpoint.
Iga avrebbe la palla giusta per tenere la battuta e portarsi sul 4-5, ma da posizione molto vicina alla rete sceglie il dritto profondo invece di accarezzare una palla corta. Il colpo esce e si prosegue ai vantaggi, fino a quando Sabalenka mette a segno l’ennesima risposta vincente di rovescio ed entra in finale al decimo matchpoint.
[6] J. Pegula b. P. Badosa 6-2 3-6 6-3
Jessica Pegula agguanta la tredicesima finale del circuito della sua carriera superando in tre set una indomita Paula Badosa. Jessica è partita come meglio non avrebbe potuto ma non ha fatto i conti con la verve agonistica della Badosa di questi tempi: la spagnola ha rimesso tutto in gioco con grinta e accortezza tattica, sorprendendo in risposta e con la battuta l’americana.
Brava è stata la trentenne di Buffalo a non perdere la testa e a ripartire dai suoi colpi di rimbalzo, che ha in parte ritrovato insieme con la battuta. Soprattutto con il servizio ha ripristinato l’ordine nelle componenti del suo gioco, fino ad arrivare al break decisivo nell’ottavo game del set finale. Per lei ora c’è la finale con Sabalenka,
Primo set: troppo alto il ritmo di Pegula, l’americana vince in otto game
La seconda semifinale comincia con il cielo che sembra essere lì lì per bagnare l’evento come ancora non ha fatto domenica; Badosa viene fermata nel primo game in battuta per l’ormai consueto momento di manutenzione delle righe sul punteggio di 15-40. Alla ripresa la spagnola serve un doppio fallo che subito spinge in avanti la statunitense nel punteggio. Pegula impressiona da subito per la precisione e la profondità del dritto e per come non dà requie alla rivale quando quest’ultima non mette a segno la prima palla.
Badosa esce dai primi due turni di battuta con uno striminzito uno su otto con la seconda palla che la condanna allo 0-3, che diventa presto 0-4. La qualità della risposta tra le duellanti modella la differenza di punteggio a favore della testa di serie numero sei, che manca la palla del quinto game consecutivo solo perché Paula raggiunge una insolita palla corta di dritto e la tramuta in un lungolinea di rovescio che Jessica non riesce a rimandare.
Badosa deve rischiare di più per uscire dal ruolo di comparsa e lei percorre la strada dell’aggressività, sporcando le percentuali di efficacia con la seconda battuta dell’avversaria e riprendendosi uno dei due break subiti. Pegula non si agita e si vendica subito, in soli quattro punti (con un doppio errore dell’atleta iberica). In trentasette minuti l’atleta di Buffalo chiude la questione all’ottavo game e per Badosa ben sedici errori non forzati.
Secondo set: Badosa cresce in battuta e in risposta e pareggia il conto
Quello che si è detto per Sabalenka in merito ai vantaggi della superficie veloce vale certo anche per i colpi piatti di Pegula; Badosa continua puntualmente a inseguire quando dovrebbe invece essere alla guida dello scambio. La spagnola infila nel game d’esordio anche due doppi errori e per la quarta volta consegna la battuta alla rivale.
Badosa ha il merito però da un lato di essere più insidiosa, a costo di tre doppi falli nei primi tre turni al servizio, con la prima palla e allo stesso tempo di dare fastidio anche in ribattuta. Pegula affronta una palla-break con buon piglio ma al momento di chiudere il net le mura il dritto, costringendola al 2-2 che poco dopo diventa 3-2 a favore di Paula. Il match sta cambiando anche perché la qualità della battuta di Pegula è scesa; Badosa si porta sullo slancio sul 4-3 quando la partita patisce una sospensione per la pioggia.
Si riprende dopo un’ora e mezza e chi esce meglio dagli spogliatoi è proprio l’iberica, che toglie subito il servizio alla statunitense con una risposta di rovescio vincente da destra verso sinistra e chiude al nono game poco dopo. Epilogo difficilmente prevedibile dopo i primi minuti della frazione: quarantatré minuti netti, per Badosa quindici colpi vincenti, tra cui tre ace. Dodici errori non forzati per Pegula.
Terzo set: Badosa manca quattro palle-break e si fa sorprendere nel finale
Dopo aver concesso quattro volte il servizio in cinque turni, Badosa tiene i successivi cinque passaggi in battuta concedendo solo una palla-break, nel primo della cinquina. La spagnola di New York inoltre tiene in scacco la rivale in risposta con delle iniziative in contrattacco che le consentono di comandare quasi sempre il palleggio.
L’unico torto della spagnola è quello di non convertire, soprattutto per colpe proprie, nemmeno una della quattro palle-break nel terzo game del set, Pegula si salva nonostante un doppio errore e va a sedersi in vantaggio per 2-1. L’americana sembra ritrovare la battuta ma nello scambio il suo dritto ha perso in profondità, limitato dalle iniziative della sua contendente. Badosa si difende a rete anche con una volée dorsale non avvistabile frequentemente tra le donne, ma fatica a contrattaccare in risposta e Pegula approda senza affanni al 4-3.
È il momento migliore del match, e proprio qui qualcosa si rompe in Badosa, che guida 30-0 nell’ottavo game: Paula si fa raggiungere e commette un doppio errore. Pegula fa il resto e pesca improvvisamente il break del 5-3; nel game successivo deve risalire a sua volta da 0-30, ma ci riesce e chiude la partita.