[2] N. Djokovic b. [Q] R. Albot 6-2 6-2 6-4
Esordio migliore non poteva esserci, per il campione in carica, allo US Open. Un Novak Djokovic versione deluxe, stabile fisicamente, con pochi errori nello scambio e poche scelte avventate, si è liberato del buon Radu Albot in poco più di due ore. Una partita neanche così malvagia del moldavo, che ha provato a resistere con quel (poco) che aveva, giocandosela nei limiti ma spesso venendo costretto a guardare la pallina passargli di fianco come un sibilo.
Il serbo, dal canto suo, può invece ritenersi più che soddisfatto di un esordio rapido, che restituisce buonissime sensazioni in vista del prosieguo del torneo. Rimane dunque imbattuto al primo turno del Major americano, ottenendo la 18esima vittoria su altrettanti tentativi, undicesima per tre set a zero. Numeri che certificano la dominanza, specie sul cemento, di Nole, che nelle due volte in cui partiva come seconda testa di serie ha disputato la finale, persa nel 2012, vinta lo scorso anno. Coincidenze invitanti in vista del secondo turno, dove affronterà il connazionale Laslo Djere, vincitore per 6(7)-7 6-1 6(7)-7 6-4 6-2 su Jan-Lennard Struff.
Il match- La prima freccia, dopo qualche game di palleggi interlocutori, la piazza Nole nel quinto gioco. Il serbo prende a rispondere alla sua maniera, togliendo tempo e ritmo ad Albot, che non riesce a sostenere le improvvise accelerazioni di Nole, vedendosi costretto a cedere il servizio con due errori. Poco dopo, con un’incidenza da fondo costante e pesante, va a prendersi anche il doppio break, che culminerà nella vittoria comoda del primo parziale in neanche mezz’ora.
Non si può neanche rimproverare molto al moldavo, che fa in effetti il possibile per tentare di restare a galla. Semplicemente tra le cilindrate, visto anche un n.2 al mondo in gran spolvero, vi è troppa differenza. Differenza che Albot ha però il merito di cercare di appianare, giocando con grinta il secondo parziale e strappando per la prima volta il servizio nel quarto gioco, dopo il break subito appena prima. E per quanto spicchi una sua buona prestazione, soprattutto con il dritto, va sottolineato che tutto è nella mani di Djokovic, che fa e disfa. A tratti con troppi errori, subito dopo reagisce e ritrova la bussola per tornare avanti di un break.
La risposta scava il vero solco tra i due, ponendo immediatamente lo scambio sui binari serbi, così da vincere in scioltezza anche il secondo set, ancora una volta con due break di distacco. Nel terzo parziale Albot ha il merito di opporre maggiore resistenza, vincendo anche un paio di scambi molto divertenti, ma alla fine è costretto a capitolare nel settimo gioco sotto un paio di punti alla Djokovic, spettacolari e tremendamente efficaci. Un lauto antipasto al comodo decimo game con il quale il serbo andrà poi a chiudere, aiutato da un servizio troppo ondivago (unico neo di una buona prestazione), un match mai stato in discussione. L’avviso è chiaro a tutti: Nole correrà per il venticinquesimo, per il primo back-to-back negli Stati Uniti.