Lo US Open, ultimo Slam stagionale, ci ha negli anni abituato a sorprese di ogni genere e ad ogni livello, sin dai primi turni. E, come nel 2023, ancora una volta grande protagonista da questo punto di vista è Holger Rune. Il danese un anno fa, da tds n.4, era uscito per mano di Carballes Baena in quattro set. Quest’anno da n.15 del seeding, seppur con un avversario decisamente più ostico come Brandon Nakashima, ha fatto anche peggio. Ancora una volta all’esordio, l’americano ne ha disposto come gli pareva con un perentorio 6-2 6-1 6-4 (sconfitta più pesante della carriera negli Slam per Rune) che lascia tanti dubbi sul danese, la cui crescita sembra essersi frenata bruscamente, come dimostrano tanti errori e doppi falli frutto di fretta e confusione in una partita dove ha messo davvero tanto del suo per perdere.
Senza nulla togliere alla grande prestazione del californiano, in controllo dall’inizio alla fine, devastante con le accelerazioni lungolinea a spezzare il ritmo del suo avversario. Molto bravo Nakashima anche nel tentare variazioni di sorta, come le palle corte, che solitamente tanto care sono ad Holger, e che tanto male gli hanno fatto nel match odierno. Per l’americano, in un secondo turno scoppiettante, ci sarà uno tra Cazaux o Carreno Busta. Potrà dunque sorridere Lorenzo Musetti, rimasto la testa di serie più alta dopo Zverev in questo ottavo.
Ma il Major che battezza l’autunno e saluta l’estate ci ha abituato anche a momenti emozionanti, addii…qualcosa a cui non siamo mai pronti. Perché oggi non solo Dominic Thiem ha giocato il suo ultimo match in uno Slam, ma (con ogni probabilità) anche Diego Schwartzman. El Peque, una semifinale al Roland Garros nel 2020, ha salutato il Major americano sul Grandstand, terzo campo per importanza, contro Gael Monfils (che si è regalato Ruud al secondo turno). 6(2)-7 6-2 6-2 6-1 il risultato finale a favore del francese, che ha concesso quasi un primo set di commiato all’argentino, lottatore come sempre fino alla fine, per poi dilagare. Per una volta il cuore non è riuscito ad andare oltre l’ostacolo.
Come nel caso di Kyrian Jacquet, qualificato francese che ha opposto resistenza a Grigor Dimitrov per quel che poteva. Un netto 6-3 6-4 6-2 in meno di due ore recita la vittoria del bulgaro, riapparso nella forma che aveva mostrato nei primi mesi dell’anno con un tennis continuo oltreché spettacolare. E soprattutto molto concreto nonostante qualche errore di troppo, come dimostrano i 37 vincenti e i soli 5 punti persi con la prima in campo.
Parlando di qualificati non possiamo poi citare Maks Kasnikowski, giovane polacco che alla prima apparizione in uno Slam ha trascinato a suon di colpi geniali e passanti al quinto set Pedro Martinez, che ha saputo vincere d’esperienza per 6(6)-7 6-1 6-2 3-6 7-6(6) in 4 ore e 23 minuti. Tanta intensità, tante emozioni e spettacolo in uno dei match del giorno. Lo spagnolo affronterà ora Alexei Popyrin, in rotta di collisione con Djokovic. Ma la sensazione è che sentiremo di nuovo parlare di Kasnikowski (oltre a vederne tanti altri punti come quello qui sotto).
[12] T. Fritz b. C. Ugo Carabelli 7-5 6-1 6-2 (Michele Larosa)
Non si erano mai incontrati prima di oggi la testa di serie numero 12 e l’argentino numero 93 del ranking ATP. Forse, proprio per questa incognita, i giocatori sono entrati in campo abbastanza contratti e sottotono. Fritz è stato il primo a perdere il turno di servizio ma Carabelli l’ha seguito subito. E così, con un break a testa, la partita è ricominciata dall’1 pari. Questo fino all’ottavo gioco, sembrava che stesse crescendo un certo equilibrio in campo quando la situazione iniziale si è ripresentata. Carabelli si è fatto sorprendere in risposta dallo statunitense che con il vantaggio di 5 giochi a 3 si vedeva già con il primo set in tasca. Per questo, quando Carabelli si è trovato di fronte a due chance di contro break consecutive, non ha potuto farsele scappare, recuperando 5-4. Fritz ha dovuto aspettare la seconda occasione per chiudere 7 giochi a 5 con l’82% dei punti vinti con la prima di servizio ma solamente 4 punti vinti in risposta a quella dell’avversario.
Dopo il buon avvio dell’argentino i set successivi hanno dimostrato che quello di Fritz è stato solo un breve passaggio a vuoto. Secondo e terzo parziale sono stati archiviati in appena un’ora di gioco, con il numero 93 capace di conquistare appena tre giochi.
[6] A. Rublev b. T. Seyboth Wild 6-3 7-6 7-5 (Michele Larosa)
Parte fortissimo Andrey Rublev, che sembra intenzionato a chiudere il match nel minor tempo possibile. Il primo set va infatti in archivio rapido e indolore per il russo, grazie al break conquistato all’alba del terzo gioco e bissato sul 5-3. Ma proprio quando la partita sembrava essersi messa in discesa per la testa di serie numero 6 ecco uscire il cuore di Seyboth Wild. Il brasiliano non si arrende, e complice qualche errore di troppo da parte del suo avversario – un doppio fallo e una prima di servizio da dimenticare – trova il break. Ma con un grandissimo game in risposta Rublev riporta la parità, che dura fino al tie-break, vinto 7 punti a 3 dal russo con la gentile concessione di cinque errori sul rovescio in risposta.
Durante il terzo parziale continua a crescere Seyboth Wild, che mette seriamente in difficoltà Rublev, che già dal secondo set aveva iniziato con il classico chiacchiericcio. Il brasiliano riesce a mantenere la parità, mentre pian piano qualche segnale di cedimento fisico inizia ad affacciarsi sul suo volto. Sul 5-5 dopo un disperato tentativo di recupero si accascia a terra, faticando ad alzarsi. La consultazione con il fisioterapista senza particolari trattamenti fa pensare a dei crampi. Nonostante tutto Seyboth torna in campo zoppicante, deciso a portare a termine il match, e così fa. In evidente difficoltà subisce prima il break e poi il servizio di Rublev, chiudendo però il match con l’onore delle armi.
[32] J. Lehecka b. M. Fucsovics (1-6 6-4 6-3 3-0 rit.) (Michele Larosa)
Vince Jiri Lehecka a causa del ritiro dell’ungherese Fucsovics, avvenuto proprio nel miglior momento del match per il ceco. Favorito alla vigilia Lehecka però parte malissimo e subisce un brutto colpo perdendo il primo set per 6-1 nonostante, solo il quarto game lo salva da un clamoroso anplein. Ma nel risultato ci sono anche cinque palle break non trasformate dal ceco, che si ripresenta al secondo parziale deciso alla rimonta. Il servizio potente dell’ungherese mette in difficoltà il numero 38 del ranking, costretto già dal primo game a salvare quattro palle break. Ma Lehecka resiste conservando l’equilibrio fino al 5-4, quando finalmente riesce, sul più bello, ad ottenere break e set. Il match continua con il ceco ormai con il vento in poppa, nel terzo set spariscono gli ace di Fuscovics e Lehecka trova subito il break, conservandolo fino al 2-1. Poi il quarto set è un dominio, subito due break a favore della testa di serie, fin quando l’ungherese non è costretto ad abbandonare il set sul 3-0 a causa di un infortunio alla schiena.