Diego Schwartzman, che si ritirerà dal tennis professionistico a Buenos Aires il prossimo febbraio, ha giocato allo US Open l’ultimo torneo Slam della sua carriera. Tanti i risultati eccezionali: semifinale al Roland Garros 2020, quarti di finale sempre a Parigi nel 2018 e nel 2021, quarti di finale allo US Open nel 2017 e nel 2019. E anche l’ultimo capitolo è stato, a suo modo, straordinario: contro ogni pronostico, infatti, l’argentino ha superato le qualificazioni senza mai cedere set e si è arreso solo al primo turno del tabellone principale contro Gael Monfils, con il francese che l’ha battuto per 6-7 6-2 6-2 6-1. Al termine del match, l’ex numero 8 del mondo ha ricevuto un emozionante omaggio dagli organizzatori dello US Open, che hanno dedicato il giusto tributo ad un giocatore fantastico. In conferenza stampa, Schwartzman ha dichiarato che non si sarebbe mai aspettato un addio così bello.
D. Ovviamente non il risultato sperato oggi, ma puoi raccontare le tue sensazioni dopo la partita?
“È stato fantastico. Il tempo passa molto, molto velocemente. Sono molto contento di come sono andate le cose a New York quest’anno e anche di come il pubblico mi ha trattato in tutti questi anni. Il finale non potevo sognarlo migliore di così, giocando su un campo bellissimo contro un grande rivale come Gael [Monfils, n.d.r.]. Mi sono goduto alcuni momenti della partita, non tutti perché alla fine non sono stato al livello necessario per restare attaccato nel punteggio. Mi sono divertito molto quest’anno allo US Open, è stato un viaggio fantastico che ricorderò sempre con gioia”.
D. Cosa ha rappresentato lo US Open nel corso della tua carriera?
“Lo US Open 2017 è stato il primo torneo in cui mi sono sentito un grande giocatore e sono entrato nella top 30 sempre nel 2017 per la prima volta dopo aver battuto Cilic e Pouille, perdendo nei quarti di finale contro Carreño Busta. Quella parte dell’anno è stata davvero speciale. Dopodiché il mio tennis è migliorato molto e mi sono sempre sentito benissimo qui a New York, su questi campi ho giocato molte belle partite. Mi sono sempre trovato bene anche con la gente qui: non solo con gli americani, ma anche con i latinoamericani che vivono a New York. Allo US Open ho ottenuto tante belle vittorie che mi hanno infuso fiducia per la mia carriera”.
D. Eri davvero emozionato al termine del match, sapresti descrivere quelle emozioni adesso?
“È pazzesco come mi trattano le persone, non lo so, non avrei mai sognato una cosa del genere, giocare agli US Open su un campo grande al primo turno per l’ultima volta. Il pubblico, il direttore del torneo, tutti mi hanno ringraziato per essere venuto. È pazzesco per me, più di quel che avrei mai potutio sognare. Concludere la mia carriera in questo modo è molto speciale ed emozionante”.
In un’intervista rilasciata più tardi a ESPN Argentina, Schwartzman è anche tornato sulle motivazioni che l’hanno spinto a prendere la decisione di ritirarsi all’età di 32 anni: “È la vita quotidiana dell’atleta professionista che iniziava a pesarmi fisicamente e mentalmente. Non è da sottostimare tutto il lavoro necessario per mantenersi a questo livello. Potenzialmente penso anche di poter essere in grado di tornare a giocare ad un livello più alto di quello attuale, ma per farlo c’è bisogno di un lavoro quotidiano che non mi sento più pronto a sostenere giorno dopo giorno”.