[3] C. Gauff b. [27] E. Svitolina 3-6 6-3 6-3
Meravigliosa sfida quella fra la campionessa in carica, Coco Gauff, e l’ex numero 3 del mondo, Elina Svitolina. Le due hanno dato vita ad una equilibratissima battaglia, terminata con la vittoria a favore della giocatrice più talentuosa. Gauff, nonostante diverse difficoltà dal lato del dritto, è stata in grado di alzare il proprio livello, fomentata da un pubblico onnipresente.
L’ucraina non può che rammaricarsi di quel bel gioco mostro, tanto bello quanto, oggi, discontinuo. Spentasi improvvisamente a metà secondo set, non è è più stata capace di ritrovare il livello di inizio partita, arrendendosi solo al quarto matchpoint.
La statunitense, ora, attende la vincitrice della sfida fra Emma Navarro e Marta Kostyuk.
Il programma di giornata dell’Arthur Ashe si apre con il big match Gauff-Svitolina. Con due contendenti del genere, non c’è da stupirsi se il livello è alto sin dalle prime battute. La giocatrice ucraina serve molto bene, mentre l’americana tiene un ritmo tendenzialmente superiore quando parte lo scambio. In alcuni casi, però, Coco si irrigidisce al momento di colpire il dritto e oltretutto Elina si conferma tostissima in fase difensiva. Così è proprio la numero 28 del mondo ad avvicinarsi maggiormente al break in questa prima parte di set ma Gauff rimane fredda nelle occasioni concesse nel quarto e nel sesto game. La stessa freddezza, e anche un pizzico di convinzione, le manca però quando è lei a procurarsi tre palle break sul 3-3. E in un batter d’occhi la situazione, dal possibile break in favore dell’americana, si capovolge: Coco perde infatti le misure del campo e va completamente in confusione. Seguono così otto punti consecutivi di Svitolina che prima brekka a zero e poi chiude agevolmente il primo parziale.
Al rientro in campo, l’americana non sembra ancora in grado di cambiare ritmo come vorrebbe, trovandosi in perenne difficoltà quando chiamata a gestire scambi pensati e prolungati. Al contrario, Svitolina non arretra di un centimetro, costringendo l’avversaria a colpire sempre una palla in più. Il match comincia a salire di livello, aizzato da un pubblico chiaramente schierato. La palla break annullata con uno scambio gestito alla meglio delle proprie possibilità, sembra finalmente dar vita e libertà di braccio alla numero tre del mondo. Gauff mette i piedi in cambio, infila due risposte vincenti e aggredisce ogni palla: break alla prima chance e inerzia destinata a cambiare. La percentuale di prime palle in campo per la giocatrice giallo-blu è sempre più in calo, favorendo una Coco Gauff nettamente differente rispetto a quella vista nel primo set: la campione uscente non concede più nulla, si va al terzo.
Svitolina è ora vistosamente in difficoltà, ogni sua palla fatica sempre più a restare in campo: complice una prima di servizio perduta nel corso del match, il break in apertura è pura formalità. Fra le due, adesso, è aperta battaglia: uno scambio da 37 colpi giocati a ritmo sovraumano, infuoca stadio e giocatrice di casa, ora sulla scia di un’assurda adrenalina. La tensione è alle stelle, le urla di Svitolina dopo ogni errore e i suoi cinque servizi sbagliati consecutivamente, ne sono le prove più lampanti. Costretta a difendere due palle che le avrebbero inflitto il colpo del K.o definitivo, l’ucraina giova di 4 gratuiti di Gauff, irrigiditasi nuovamente dal lato del dritto, e risale da 15-40 restando aggrappata a un’epica sfida. Ormai, però, la tensione domina il braccio di Svitolina, sempre più nervosa e fallosa: una palla completamente non trovata, la condanna al secondo break, issando Gauff sul 4 a 1. L’ucraina non smette di lottare, ma è fin troppo ovvia la difficoltà nel trovare il campo con l’ultimo colpo, nonostante la buona capacità di gestione dello scambio e la profondità quasi sempre trovata. Sopra 40-0 e con tre matchpoint a favore, Coco è vittima della più classica paura di vincere: due doppi falli, uno scambio giocato in affanno e tanta, troppa tensione, regalano a Svitolina la possibilità di rientrare nel match. E cosi è: con le forze rimaste, la testa di serie numero 27 è nuovamente in partita. L’onirica possibilità di rimonta, resta un sogno: le troppe energie mentali impiegate per rimontare, costringono Elina ad una resa incondizionata col break a zero. La campionessa in carica non ha ancora smesso di lottare.
(ha collaborato Andrea Mastronuzzi)
[26] P. Badosa b. G. Ruse 4-6 6-1 7-6 (8) (Andrea Mastronuzzi)
Paula Badosa non era mai andata oltre il secondo turno allo US Open. Nemmeno nella fase migliore della sua carriera, quando era una top 5. Ora, a conferma della rinascita tennistica che sta vivendo nelle ultime settimane, la spagnola ha raggiunto gli ottavi di finale battendo in tre set durissimi la qualificata Ruse dopo aver annullato anche un match point sul 5-4 del parziale decisivo. Adesso Paula attende la vincente della sfida tra Azarenka e Wang e, in ogni caso, potrà essere considerata la favorita per accedere ai quarti che in uno Slam le mancano da tre anni.
IL MATCH – Sulle ali dell’entusiasmo dopo la vittoria su Krejcikova, è la qualificata Ruse a partire meglio nel match che apre il programma sul Louis Armstrong Stadium. La rumena colpisce la palla senza remore e, con grande aggressività, si prende subito un break di vantaggio. Badosa lo recupera immediatamente ma in risposta Ruse non dà respiro alla spagnola che deve nuovamente cedere il servizio. Questa volta Paula non reagisce come dopo il primo break e anzi rischia di veder scappare via l’avversaria che però non sfrutta due occasioni per salire 4-1 e servizio. E Ruse paga a caro prezzo la chance sprecata, ritrovandosi nel giro di pochi minuti sotto 4-3. Il sottile filo dell’equilibrio resiste però anche quando Badosa ha la palla per il 5-3, annullata da un gran dritto della rumena. L’inerzia, allora, cambia nuovamente: la spagnola gioca un brutto game e manda Ruse a servire per il set. Non senza qualche patema di troppo, la numero 122 del mondo capitalizza l’opportunità e dopo 53 minuti è 6-4 in suo favore.
Nel secondo parziale, dopo qualche game interlocutorio, è il quarto gioco a dare il primo scossone. La rumena sbaglia più volte con il dritto e, aggiungendo anche un doppio fallo, si fa brekkare a zero. È l’inizio di un vero e proprio black-out per Ruse che, oltre a poter far poco in risposta per l’ottimo rendimento al servizio di Badosa, non riesce più a essere incisiva e insieme precisa in fase di spinta. Il risultato è un altro break abbastanza agevole per la spagnola che sale così sul 5-1. Nonostante l’ampio vantaggio, Paula deve comunque superare un po’ di tensione per chiudere il set ma comunque, dopo poco meno di un’ora e mezza di gioco, si va al terzo.
L’avvio del parziale decisivo dice che Ruse è ancora mentalmente dentro la partita. La rumena sembra infatti aver archiviato il passaggio a vuoto accusato nel secondo set e così riesce ad annullare una palla break delicatissima nel primo game. Si procede quindi on serve fino al 2-2 quando Badosa approfitta delle tante seconde di Ruse per far male con la risposta e prendere la testa del set. Il vantaggio dura però molto poco visto che la spagnola si mostra incerta sia con il servizio che con il dritto.
Ci si avvicina al traguardo e così anche un game da 40-0 può diventare complicato. Sul 4-4 la rumena riesce comunque a cavarsela e nel game successivo, forte del vantaggio, può mettere pressione all’avversaria. Ruse risponde molto bene anche alle prime della spagnola e si guadagna il match point. Paula è però brava a rimanere calma e ad affidarsi a una prima precisa e sostanziosa. Gabriela, invece, è troppo frettolosa nei punti seguenti: si va avanti. I ruoli si invertono e adesso è Badosa ad avere la libertà per aggredire in risposta. La numero 29 del mondo brekka a zero ma non è ancora l’ultima svolta della partita. La spagnola, al servizio per chiudere il match, si limita ad aspettare gli errori dell’avversaria che però non arrivano. Si decide quindi tutto al tie-break: Ruse spinge, a volte troppo e così Badosa, che rimanda tutto dall’altra parte, si porta prima sul 4-0 e poi sul 7-4. La rumena riesce a riavvicinarsi ma sul 7-8 sbaglia un dritto da metà campo cercando inutilmente la riga e consegna due match point all’ex numero 2 del mondo. Il secondo è quello buono: Ruse si prende un rischio (l’ennesimo) ma la risposta le scappa via. Badosa vola agli ottavi dopo oltre due ore e mezza combattutissime.
[7] Q. Zheng b. J. Niemeier 6-2 6-1 (Andrea Binotto)
Qinwen Zheng vola agli ottavi di finale di uno Slam per la quarta volta in carriera, la seconda allo US Open dopo i quarti raggiunti lo scorso anno. Jule Niemeier non ha potuto nulla contro la precisione miscelata alla potenza della medaglia d’oro olimpica. Un agevole 6-2 6-1 in un’ora e ventuno minuti di gioco e la parità nei testa a testa è ristabilita (ora 2-2). Perdipiù, due anni fa le due si erano incrociate proprio in questo torneo ed esattamente al terzo turno. In quell’occasione fu la tedesca a spuntarla, ma ora, a distanza di due anni, il divario tra le due si è ribaltato ed è diventato enorme.
La numero 7 WTA ha raccolto l’82% di punti con la prima (la tedesca meno del 60%), ha sferrato 8 ace, ha cancellato l’unica palla break offerta, e in risposta alla seconda dell’avversaria è stata estremamente aggressiva. Sono 17 i vincenti della cinese a fine incontro con soli 9 errori commessi, mentre Niemeier chiude con ben 16 gratuiti. Prossima sfida per la finalista dell’Australian Open o contro la tennista di casa Peyton Stearns o contro Donna Vekic, per un match che sarebbe il remake della finale olimpica.
IL MATCH – C’è equilibrio nel frangente iniziale dell’incontro. Entrambe tengono la battuta bene e Niemeier pare particolarmente aggressiva da fondocampo. Nel quinto gioco, però, inizia a sbagliare un po’ di più, Zheng si fa avanti e si viene a prendere il break. Il raddoppio arriva pochi minuti dopo, con la tedesca che in un cambio di campo chiede pure il medical timeout per un problema al piede sinistro. Al ritorno in campo gli equilibri non cambiano: la tennista cinese è impeccabile e si intasca il primo parziale 6-2. Abbattuta, la teutonica si lascia sfuggire il servizio pure in avvio di seconda frazione. Zheng è estremamente aggressiva e si muove bene, a differenza di Niemeier che arranca negli spostamenti e arriva spesso tardi sulla palla. La partita non decolla, è diventata un totale assedio cinese. La tedesca continua a sbagliare ed è costretta a gettare la spugna. Una solidissima Zheng finisce per avere la meglio 6-2 6-1 e accede così alla seconda settimana dello US Open.