Vincere le Olimpiadi e lo US Open consecutivamente? Complicatissimo, soprattutto quando i due tornei si disputano in due differenti continenti e su diverse superfici. Non è facile recuperare dal punto di vista fisico, ma forse la più grande difficoltà sta proprio nel rigenerarsi mentalmente dopo un torneo che, seppur forse non al pari di uno Slam nel palmarès di un tennista, è forse quello che più riesce a svuotare gli atleti psicologicamente. Abbiamo visto Carlos Alcaraz piangere durante l’intervista successiva alla finale persa contro Novak Djokovic, anche lui commosso per aver realizzato un suo enorme sogno: regalare alla Serbia un oro olimpico. Abbiamo sentito lo spagnolo scusarsi per non aver saputo dare al suo Paese quello che i suoi connazionali si aspettavano, mentre il 24 volte campione Slam ha addirittura parlato della medaglia come il più grande successo sportivo della sua carriera.
Non è forse un caso, allora, che tutti i semifinalisti dei Giochi Olimpici di Parigi 24 non siano riusciti a raggiungere la seconda settimana dello US Open. Il quarto classificato Felix Auger-Aliassime ha ceduto nettamente al primo turno contro Jakub Mensik, poi Carlos Alcaraz (argento) è stato sconfitto clamorosamente al secondo turno da Botic Van de Zandschulp. Nella giornata di sabato, infine, ci sono state le eliminazioni al terzo turno di Lorenzo Musetti (bronzo) e di Novak Djokovic (oro), per mano rispettivamente di Brandon Nakashima e Alexei Popyrin.
Questo ci spiega quanto sia complesso performare al massimo livello sia ai Giochi Olimpici che allo US Open, ma quel che è accaduto quest’anno resta comunque un’anomalia. Nel 2021 infatti (anno delle Olimpiadi di Tokyo posticipate a causa del Covid), proprio Novak Djokovic e Alexander Zverev furono protagonisti di due intense semifinali, giocate l’uno contro l’altro in entrambe le circostanze. Nel 2016, la medaglia di bronzo Kei Nishikori fu in grado di raggiungere le semifinali anche a New York. Andy Murray, campione olimpico a Rio, riuscì comunque a piazzare un dignitoso quarto di finale, mentre nel 2012 fu addirittura protagonista della doppietta (unico nella storia) su due superfici differenti: conquistato l’oro sull’erba di Wimbledon, lo scozzese vinse il titolo anche allo US Open battendo in finale Djokovic, che a sua volta si era spinto fino in semifinale alle Olimpiadi. Tornando ancora più indietro nel tempo, nel 2008 Nadal (oro a Pechino) e Djokovic (bronzo) raggiunsero le semifinali nel Major statunitense.
Insomma, storicamente non sembra impossibile riuscire a giocar bene sia ai Giochi che allo US Open. Era dal 2004, infatti, che i quattro semifinalisti del singolare maschile non perdevano tutti nella prima settimana a New York (Nicolas Massu, Mardy Fish, Fernando Gonzalez e Taylor Dent in quel caso). Potremmo dunque considerare sorprendenti i risultati di questo US Open e non saremmo in errore, ma sarebbe errato non sottolineare comunque quanto non sia semplice spingersi fino in fondo in entrambi questi tornei, tutti e due così importanti e così vicini l’uno all’altro. L’abbiamo visto anche con Sara Errani e Jasmine Paolini, eliminate in doppio allo US Open dopo aver conquistato l’oro a Parigi, tuttavia ancora in corsa nel torneo di singolare.
Si stanno comportando molto bene, al contrario, le medagliate del singolare femminile: Qinwen Zheng (oro), Donna Vekic (argento) e Iga Swiatek (bronzo) tutte ancora in gara a New York, e stanno continuando a esprimere un livello di gioco molto alto. La cinese, in particolare, proverà a completare la doppietta: sarebbe la prima donna a riuscirci dal 2012, quando fu Serena Williams a firmare l’impresa. Prima di lei c’erano riuscite nel 2000 la sorella Venus Williams e nel 1988 Steffi Graf (l’anno del Golden Slam).
🔮 Vuoi mettere alla prova le tue conoscenze tennistiche?
Scarica l’app Ubicontest e sfida la community di Ubitennis nel gioco di pronostici!