Un inizio complicato, poi una vittoria in rimonta con qualche difficoltà per Tommy Paul. Il numero 14 ATP ha dovuto faticare per avere la meglio in quattro set del qualificato canadese Gabriel Diallo. Con il successo Paul completa il quartetto di statunitensi che approdano alla seconda settimana dello slam newyorchese, dopo Fritz, Tiafoe e Nakashima, replicando quanto fatto lo scorso anno (dove c’era Shelton al posto di Nakashima). Superato l’ostacolo canadese, per Paul arriva la sfida col numero 1 al mondo Jannik Sinner. Vediamo quindi quali sono state le dichiarazioni del nativo di Voorhees, New Jersey, nella classica conferenza stampa post partita.
IL MODERATORE: Tommy, cosa pensi della partita con Diallo.
TOMMY PAUL: “Un sacco di alti e bassi. Ovviamente avrei voluto solamente consolidare i break conquistati e servire un po’ meglio. Ma è stato un match un po’ strano. Ho avuto la sensazione che entrambi rispondessimo molto bene, ma una volta entrati negli scambi eravamo entrambi un po’ a disagio, il che non è quello che avviene normalmente. Sicuramente si è trattato di una partita super complicata. Probabilmente strana per molte persone che stavano guardando.”
D. Tommy, l’eliminazione di alcuni grandi nomi permette ad altri di avere molte più chance ad altri. Questo crea più pressione? Hai pensato che questa è un’opportunità tale che spingerti a mettere insieme il meglio che il tuo gioco possa offrire?
TOMMY PAUL: “Domani gioco contro il numero 1 al mondo, quindi non so se sto pensando troppo al fatto di avere un’”opportunità”. Ma è sicuramente ho la chance di giocare all’Arthur Ashe Stadium nel prossimo turno, quindi non vedo l’ora. Abbiamo visto tutti quello che è successo, o almeno io ho guardato le ultime due sessioni notturne. Quei ragazzi hanno alzato il livello e hanno giocato un tennis fantastico. Si sono aperte diverse parti dei tabelloni, ma la mia no (sorride). Ho una partita dura davanti a me, ma non vedo l’ora.”
D. Come hai detto, è stata una partita strana. Nel primo set hai avuto difficoltà a trovare il tuo gioco. Pensi che sia stato il fatto di non averlo mai affrontato prima? Si trattava delle condizioni del Louis Armstrong o cosa ha fatto in modo che non fossi bravo nel primo set come lo sei stato nel secondo e nel terzo?
TOMMY PAUL: “Bella domanda. Non ne sono molto sicuro. Come ho detto penso che entrambi abbiamo risposto molto bene. Non ho ottenuto tanti punti gratuiti sul mio servizio come avrei voluto. E da fondo campo, non ero solido come avrei voluto. Devo sistemare alcune cose. Domani tornerò sul campo di allenamento e sistemerò un po’ le cose con il mio gioco di gambe e relativo all’approccio a rete. Non sono andato a rete quanto avrei voluto. Ma almeno so su cosa devo lavorare domani (sorride).”
D. Hai detto che giocherai contro il numero 1 al mondo, ed è qualcuno che hai già affrontato. Cosa pensi delle partite che hai già avuto con Jannik e qual è la situazione attuale prima del prossimo incontro?
TOMMY PAUL: “Ci sono state delle grandi partite. Ricordo di aver giocato contro di lui sulla terra rossa, ho avuto alcuni match point contro di lui. Poi l’ultima partita, credo fosse a Toronto, ha giocato in modo fantastico. Non mi è sembrato di aver sbagliato molto. Mi ha tolto la racchetta dalle mani. Cercherò sicuramente di metterlo a disagio. Non direi di essere un giocatore che colpisce la palla meglio di lui da fondo campo, quindi devo sicuramente imporre il mio gioco su di lui e provare a giocare il mio tennis più del suo.”
D. Puoi spiegare meglio quest’ultimo punto. Per qualcuno che non lo ha mai affrontato, quando parli del “suo tennis”, a cosa ti riferisci?
TOMMY PAUL: “Il tennis bang-bang dalla linea di fondo. Come ho detto, è probabilmente il miglior colpitore del tour, e io non lo sono. Non voglio andare testa a testa con lui solo colpendo la linea di fondo. Voglio provare a variare le cose.”
D. Hai parlato del fatto di essere un americano che gioca qui. Mi chiedevo, puoi descrivere come si manifesta durante una partita? Come cambia le cose? Come ti aiuta, se lo fa, in termini di punti o durante una partita, in termini di slancio, adrenalina, cose del genere?
TOMMY PAUL: “Lo rende più divertente. Hai il pubblico alle spalle e ovviamente la maggior parte delle partite qui, quando sei un americano e giochi con uno straniero, avrai il supporto del pubblico dalla tua parte. Lo slancio gioca un ruolo importante. Ero sotto di un doppio break nel quarto set, e una volta che ne ho recuperato uno, ho avuto la sensazione che l’inerzia stesse girando dalla mia parte, e non ero solo io. Eravamo io e il pubblico che stavamo crescendo mentre iniziavo a vincere sempre più punti con il mio servizio e sempre più punti con il suo. Poi ti metti in moto.”
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D. Sono curioso di sapere se hai visto qualche partita tra Carlos e Novak. Ovviamente stiamo parlando di stanchezza olimpica, ma sei stato alle Olimpiadi per tutta la settimana e sono curioso di sapere se ti senti più stanco rispetto agli anni precedenti.
TOMMY PAUL: “Ho guardato le partite. Ieri sera speravo che finissero un po’ prima, perché volevo andare a dormire. Oggi è stato il primo giorno in cui ho usato una sveglia in tutto il torneo. Come ho detto prima, penso che i ragazzi che hanno giocato con Alcaraz e Novak hanno fatto un passo in avanti nel loro gioco e hanno giocato in modo fantastico. Ho percepito le fatiche relative alla settimana olimpica, ma immagino di averla pagata al momento giusto, in Canada e a Cincinnati, ma ora mi sento piuttosto bene. Ho effettuato un bel reset. È stato un duro cambiamento, non passiamo mai dall’erba alla terra battuta al duro così rapidamente, ma non voglio togliere nulla a quei ragazzi. Si sono guadagnati quelle vittorie e hanno giocato un tennis fantastico. Sono felice per loro. E, sai, Carlos e Novak hanno vinto un bel po’ di tornei, quindi non mi sento troppo male per loro, immagino. (Risate.)