Correva l’anno 2008, quando, sui campi del Nordea Nordic Light Open, una diciottenne danese quasi sconosciuta conquistava il primo titolo WTA della sua carriera.
Da allora sono passati 16 anni e, quella giovane ragazzina, è diventata la tennista più forte della storia del suo paese, restando al comando della classifica per 71 settimane.
La storia di Caroline Wozniacki è fra le più belle che il tennis moderno ha da offrirci, fra maternità, ritiri, artrite, periodi di buio totale e continue rinascite. Una carriera travagliata da un tennis discontinuo, ma illuminata da quei trionfi che han fatto sognare un intero paese: il primo, e unico trofeo slam, conquistato soltanto nel 2018, in Australia, a 28 anni. La danese aveva raggiunto la vetta della classifica per la prima volta l’11 ottobre del 2010, un anno dopo la sconfitta in finale allo Us Open con Kim Clijsters. Poi, 5 anni dopo, ancora a New York: due set a zero da Serena Williams.
Anni di crisi, vertiginose discese in classifica e risalite direttamente proporzionali. Soltanto nove anni dopo il primo tentativo, arriverà il primo trionfo in un torneo del Grande Slam, sconfiggendo la numero 1 del mondo Simona Halep e scavalcandola nel ranking.
Poi ancora crisi: chiuderà il 2019 alla posizione numero 38 della classifica mondiale.
Questa volta, le forze per una rinascita, sembrano non esserci: il 6 dicembre 2019, attraverso i propri profili social, Wozniacki annuncia a tutti il ritiro dall’attività professionistica al termine dell’Australian Open, dove il sogno era diventato realtà.
A Melbourne, la danese si spinge fino al terzo turno, dove viene sconfitta da Ons Jabeur in tre lottati set. Poi i saluti col pubblico e l’annuncio di una partita d’addio, d’esibizione, con Serena WIlliams. Quel match, non verrà mai giocato.
Tre anni dopo, il 29 giugno 2023, Caroline comunica al mondo il proprio ritorno in campo.
Come se nulla fosse cambiato, come se non fosse diventata mamma per ben due volte da quando aveva detto basta, Caroline raggiunge gli ottavi di finale dello Us Open, per la prima volta dal 2016. La sconfitta è poi indolore, battuta dalla futura campionessa Coco Gauff.
“Prima di tutto, sono felicissima di essermi qualificata al prossimo round“, è il 2024, e Caroline Wozniacki è agli ottavi di finale a New York per il secondo anno consecutivo: battuta Jessika Ponchet.
“É sempre bellissimo – ha detto nella conferenza stampa post partita – amo giocare qui. Ogni volta che devo giocare un altro match qui sono contenta. Sono felice di essermi qualificata alla seconda settimana, ovviamente. Anche semplicemente di poter giocare, si spera, un prossimo turno su uno dei campi più grandi. Ho sempre tantissimo supporto qui, è qualcosa che apprezzo tantissimo“. Dopo un anno di alti e bassi, le vittorie a Flushing Meadows su Hibino, Zarazua e Ponchet, confermano una stagione mai priva della voglia di lottare, nonostante l’avanzare dell’età: “Nel corso della mia carriera mi sono sempre svegliata con qualche dolore, ma è sempre stato tutto gestibile. Ora non sempre lo è. Devo prendermi cura di me, di ogni singola cosa, prima che diventi rapidamente un problema più grave. A volte nella mia testa e in campo penso di avere ancora 20 anni, ma il mio fisico sta sicuramente facendo più fatica“.
Caroline, dal 2018, soffre di artrite reumatoide, un’infiammazione cronica che colpisce la articolazioni. Nonostante la diagnosi, ha sempre cercato di fare informazione sul problema, volendo dimostrare come ci si possa tranquillamente convivere.
Con un fisico così precario e gli anni sempre più pesanti, come si gestiscono obiettivi e traguardi? Una programmazione che va stravolta, stimoli che vanno rivoluzionati. “In questa fase è tutto molto diverso rispetto al passato. Cerco di avere la condizione migliore per gli slam. Ai tempi, ero pronta a giocare al meglio ogni singolo torneo. Ora no, è tutta preparazione per i tornei del Grande Slam, che sono il mio obiettivo principale. Voglio essere li, dove grazie ai giorni di riposo posso dare al mio corpo il tempo per giocare ogni singola partita al 100%“. Quest’anno la danese ha raggiunto secondo e terzo turno all’Australian Open e a Wimbledon, non prendendo parte al Roland Garros. New York resta la superficie dove trova il suo tennis migliore, oggi come da sempre.
“Oggi mi sento molto meglio rispetto alla giornata di ieri e dell’altro ieri, siamo in una buona direzione. Penso che domani mi sentirò ancora meglio di oggi. Il mio braccio sta meglio così come la mia schiena“, e se il fisico c’è, Caroline vuole andare avanti, il più possibile.
La sua prossima avversaria sarà la brasiliana Beatriz Haddad Maia, testa di serie numero 22. Sfida inedita, ma non proibitiva per la danese, capace fin qui di esprimere un ottimo livello. Che avvenga il miracolo?