Arthur Ashe Stadium, giovedì 5 settembre, ore 03 del mattino. L’appuntamento è di quelli da circoletto rosso, nonostante il fuso orario avverso. Una serie di sveglie impostate a raffica, tazze di caffé, copertina per i più freddolosi: Sinner-Medvedev si guarda, non ci sono scuse.
Anche se è una partita che si è già verificata tantissime volte, la peculiarità di questo match-up è che nessun incontro è uguale al precedente. “Ci conosciamo bene, ma proviamo sempre a sorprenderci a vicenda” – aveva spiegato Medvedev nella conferenza stampa post vittoria contro Borges. Il russo è in vantaggio 7-5 nei precedenti, ma la storia dei vari scontri diretti è piuttosto singolare: ripercorriamola insieme.
Medvedev sembra imbattibile: 6-0 ad un acerbo Sinner
Il primissimo incontro tra i due risale al febbraio 2020. Sul cemento indoor di Marsiglia il 18enne Sinner, dopo il faticoso successo all’esordio sul qualificato slovacco Gombos, è il primo test della testa di serie n°1 Medvedev, che esordisce direttamente agli ottavi dopo il bye al primo turno. La giovane promessa azzurra parte a razzo, conquistando 6-1 il primo set, ma subisce l’inevitabile rientro di un giocatore più forte ed esperto, che gli lascia tre game nei due set successivi. L’allora (come oggi) n°5 del mondo – che curiosamente uscì al turno seguente contro il suo attuale allenatore Gilles Simon – vincerà 1-6 6-1 6-2, rimanendo però sorpreso dalle qualità del ragazzino che aveva di fronte. Così sorpreso che, nei successivi cinque scontri diretti, Medvedev lascerà per strada soltanto due set contro Sinner.
Uno di questi arriva nel famoso match dello sbadiglio, che tanti tifosi di Jannik non hanno ancora perdonato a Daniil. Siamo alle ATP Finals di Torino, un anno dopo: Medvedev nel frattempo ha battuto un’altra volta Sinner a Marsiglia e in casa di Jannik, subentrato ad uno sfortunatissimo Berrettini, si gioca una partita che non conta per nessuno. Medvedev è già qualificato per le semifinali, Sinner è già fuori dai giochi. Il russo conquista 6-0 il primo parziale ma subisce il rientro dell’altoatesino, che trascina la partita al tie-break del terzo e la perde dopo aver mancato due match point. Jannik esce a testa altissima, non prima però di vedere il suo avversario sbadigliargli ironicamente in faccia.
La maledizione-Medvedev prosegue per Sinner, che viene sconfitto anche a Vienna (2022, quarti di finale) e nelle due finali di Rotterdam e Miami nel 2023. Qualcosa, però, sembra essere cambiato: ogni volta c’è molta più partita tra i due e, nonostante gli scontri diretti recitino un inappellabile 6-0 Russia (12-3 nei set), Jannik sembra fiducioso di poter cambiare le cose.
Jannik cresce, cambia e vince: ora è Daniil a soffrire
Il punto di svolta di questa bellissima rivalità arriva lo scorso anno a Pechino. Per la terza volta consecutiva Sinner e Medvedev si affrontano in una finale, ma in questa occasione la musica cambia. L’italiano, reduce da una grande estate culminata con il suo primo successo in un Master 1000, intorta il suo rivale con serve&volley continui e disputa due tie-break di qualità eccelsa, trionfando per la prima volta contro la sua bestia nera. Un successo bissato meno di un mese dopo a Vienna e poi a ancora a Torino, dove si chiude un cerchio importante: tante cose sono cambiate da quello sbadiglio.
Sinner chiude il 2023 dimezzando lo svantaggio nei precedenti (6-3) e finendo di diritto nella lista nera di Medvedev, che non sa più come batterlo. La chance per mischiare nuovamente le carte in tavola arriva ad inizio 2024, in quella che ad oggi resta la partita più importante della carriera di Jannik Sinner: la finale dell’Australian Open. Jannik ci arriva come meglio non potrebbe, dopo aver appena sconfitto il 10 volte campione Novak Djokovic; Daniil, al contrario, proviene da tante battaglie e sembra poter essere provato fisicamente. Il campo però smentisce tutto: pronti via e un Medvedev in versione iper-aggressiva conquista i primi due set della finale. Com’è andata a finire, poi, non c’è neanche bisogno di ricordarlo.
La crescita verticale dell’altoatesino non accenna a fermarsi e anche a Miami, forse il torneo complessivamente giocato meglio da Sinner nel 2024, Medvedev sembra pagare ancora lo scotto di quella finale. Risultato? 6-1 6-2 in 69 minuti – il punteggio più netto nelle loro sfide – e un’umiliazione sportiva che, tuttavia, il russo accetta quasi con il sorriso. Un sorriso di sfida.
Sinner-Medvedev, l’ultima volta
L’ultimo Sinner-Medvedev in ordine di tempo risale ad un paio di mesi fa. Wimbledon, quarti di finale: si gioca per affrontare Alcaraz in semifinale. Sinner non sta bene, né fisicamente né – come scopriremo purtroppo in un secondo momento – a livello mentale. A causa della vicenda Clostebol Jannik passa notti insonni a Church Road, arrivando alla partita non al 100% ma riuscendo comunque, in qualche modo, a trascinare il russo fino al quinto set, dove deve cedergli il passo per la settima volta. Ben diversa questa, però, dalle prime sei
“Volevo dimostrare a Sinner che sarò sempre lì a combattere”, dirà poi il mai banale Daniil in conferenza stampa. Quasi come se avesse perso, non vinto. Se c’è una cosa che non è mai quasi mancata nelle loro sfide sicuramente è la lotta. E anche questa notte, in un quarto di finale che vale molto di più di quello che è, difficilmente non vedremo una grande battaglia. Nel dubbio, noi iniziamo a preparare la moka.