[2] A. Sabalenka b. [6] J. Pegula 7-5 7-5
È finita come da pronostico, ma forse in pochi pensavano che Jessica Pegula avrebbe opposto una così coriacea resistenza alla n. 2 del mondo Aryna Sabalenka, alla ricerca della sua seconda affermazione stagionale nei tornei dello Slam.
Pegula non è riuscita a mantenere la coppa Tiffany dello US Open in terra americana dopo l’affermazione dello scorso anno di Coco Gauff, ma ha dato parecchio filo da torcere a un’avversaria che la sovrasta in potenza e che in questo torneo si è dimostrata in gran forma.
La rimonta da 2-5 nel primo set, e soprattutto i cinque giochi consecutivi nel secondo set hanno incendiato i 24.000 dell’Arthur Ashe dando vita forse alla migliore partita del torneo femminile, ricca di scambi ad alta velocità e di colpi vincenti.
Peccato per i due break subiti alla fine di ogni set da Pegula, ma Sabalenka ha fatto vedere non solo il power tennis per cui è ormai nota da tempo, ma anche importanti varianti (palle corte, chiusure a rete) che potrebbero renderla sempre più difficile da contrastare nel prossimo futuro.
LA PARTITA – Nessuna emozione per Pegula, che se pur al suo esordio in una finale inizia con due punti a suo favore. Sabalenka martella come suo solito e rompe anche lei il ghiaccio tenendo il servizio d’apertura,
Ci sono già un paio di ace a testa dopo due giochi, e Pegula è lestissima a sfruttare il primo mini-passaggio a vuoto di Sabalenka con tre errori che le costano il break.
Il pubblico è ancora più rumoroso sotto il tetto chiuso dell’Ashe (il rischio di temporali ha convinto gli organizzatori a disputare la finale indoor), oltre 100 decibel al momento degli applausi, Pegula pizzica con il servizio, ma sulla seconda la risposta di Sabalenka è micidiale, e il controbreak arriva immediato per il 2-2.
Passato il momento di impasse iniziale, la bielorussa si distende lasciando andare i suoi colpi e prepara il sorpasso: appena può Sabalenka accelera con il lungolinea da ambo le parti per poi venire a raccogliere con la volée incrociata a rete. Il break arriva subito per il 4-2, il consolidamento richiede qualche minuto in più, ma la piena potenza della n.2 del mondo appare incontenibile per Pegula.
Sul 2-5, tuttavia, Pegula continua a macinare il suo gioco mentre Sabalenka comincia a sentire la pressione dell’ avvicinarsi al traguardo intermedio, e Jessica ritorna nella partita. Al servizio per il set Sabalenka inizia a incappare in rete con i suoi colpi da fondocampo soprattutto sul lungolinea, quelli con meno margine, e in pochi istanti si arriva sul 5-5.
Pegula chiede il supporto del pubblico e lo ottiene, entra sempre nel campo a rispondere sulla seconda e ottiene risultati quando sul 30-30 arriva il doppio fallo di Sabalenka. La palla break è però giocata in maniera esemplare, e il game prosegue sotto una pioggia di vincenti.
Sul 5-6 Pegula è furibonda con se stessa per due gratuiti che la inguaiano sul 15-40. Finalmente si decide a cambiare la racchetta della cui tensione si lamenta da metà set e trova la parità annullando i due set point. Sabalenka commette qualche errore, ma è mortifera con gli schemi di palla corta e le discese a rete (12/13). Al quinto set point, un’altra palla corta le consegna il parziale 7-5 dopo 60 minuti di gioco.
Lo scoramento per la sconfitta nel primo set costa cara a Pegula, che scivola subito 0-3 nel secondo. Sulla palla dello 0-4 tira una pallata sul LED Wall di fondo e stacca un pannello, trovando l’energia giusta per i tre punti consecutivi che la mettono sul tabellone. Non solo, continuando imperterrita la sua condotta aggressiva sulla seconda di Sabalenka, Pegula trova la strada di rientrare in partita ottenendo il controbreak.
Ma la vera magia arriva poco dopo: raggiunta la parità sul 3-3, la statunitense passa a condurre con un break da 30-0 e poi infila il quinto gioco consecutivo per andare 5-3 con il pubblico in visibilio.
Ora è Pegula ad aprire gli scambi per spostare Sabalenka, rischiando di aprire gli angoli ma facendola spostare evitando che riesca a caricare i suoi potentissimi fondamentali da fondo.
Mentre la sfilata dei VIP presenti in tribuna continua sugli schermi giganti, con il sottofondo della musica pompata dal DJ a un volume da far invidia a una discoteca di Ibiza, Pegula va a servire per il secondo set sul 5-4 ed esita quel tanto che basta per commettere due gratuiti che le costano il controbreak.
Sul 5-5 Sabalenka tiene il servizio con grande autorità, poi nel game seguente tutto finisce in un attimo: Sabalenka trova due righe a occhi chiusi o quasi, si porta a due match point, e dopo un’ora e 53 minuti di gioco può crollare a terra festeggiando il suo primo titolo a New York.