[1] J. Sinner b. [12] T. Fritz 6-3 6-4 7-5
Il pronostico era chiaro, e il verdetto del campo lo è stato altrettanto. Jannik Sinner ha vinto il suo secondo titolo dello Slam superando in tre set Taylor Fritz in una finale che è stata incerta solamente nel terzo set, durato quasi la metà di tutto l’incontro (un’ora su 2h15’), nel quale Fritz ha giocato al massimo delle sue possibilità senza peraltro capitalizzare il break di vantaggio che si era costruito per andare a servire per il set.
Una straordinaria dimostrazione di forza per il tennista che ora come non mai si merita il numero uno in classifica e l’etichetta di giocatore più forte del mondo.
LA PARTITA – Partenza tutt’altro che ideale per Fritz, che doveva certo sperare in una gara di testa: il giocatore americano va subito 0-30, e sul 30-40 mette in corridoio lo smash che fa andare Sinner subito avanti di un break.
Il pubblico americano cerca di scaldare questo pomeriggio settembrino tra i più freddi mai registrati nella storia dello US Open (21 gradi a metà pomeriggio, umidità sotto il 40% e venti sostenuti ma solamente fuori dal catino dell’ Ashe) e Fritz risponde immediatamente con una bella risposta che lo porta in zona controbreak. Sinner annulla le prime due chance del 2-2, ma sulla terza mette in rete uno schiaffo al volo da metà campo.
Gli scambi si allungano, un punto da 23 colpi permette a Fritz di annullare un’altra palla break e, sullo slancio, di portarsi per la prima volta in vantaggio (3-2).
La palla di Taylor è molto profonda, quella di Sinner un po’ meno, ma l’americano è più impreciso. Un doppio fallo inguaia Fritz sul 15-40 e la palla corta successiva di Sinner sigla il terzo break del set.
Sinner in questa occasione riesce a consolidare e lo fa aumentando il ritmo da fondo. Dal 2-3 15-30 il parziale in favore del giocatore altoatesino è di 14 punti a due per arrivare a tre set point consecutivi sul 5-3. Il terzo è quello buono e in 41 minuti il primo set finisce 6-3 a favore di Jannik.
Dopo un primo set contrassegnato da quattro break su nove giochi, nel secondo invece i servizi prendono il sopravvento e nei primi nove games il ribattitore porta a casa la miseria di sette punti.
Servendo sul 4-5 una prima fuori di svariati metri si dimostra carica di sinistri presagi per Fritz, che con tre errori gratuiti da fondo si trova in un attimo ad affrontare due set point a sfavore. Un cambio in lungolinea con il rovescio in piena velocità sancisce la fine del secondo parziale e dopo un’ora e un quarto di gioco Sinner é a un set dal titolo.
Il morale di Fritz prende un’altra batosta quando nel game d’apertura del terzo parziale si vede rimontato da 0-40 con cinque punti costruiti da Sinner. Poteva essere un’ avvisaglia del tracollo, ma invece Fritz rimane in scia con la battuta.
Sul 2-3 l’americano danza pericolosamente sull’orlo del baratro fronteggiando un 15-40 che sa di ultima spiaggia, ma con grande coraggio e profondità dei colpi annulla le palle break e si mantiene in partita. Cavalcando l’adrenalina di quel game Fritz produce il suo massimo sforzo e rischiando tutto si porta sul 15-40 mandando la folla in visibilio e costringendo Sinner a servire un doppio fallo in una bolgia indescrivibile.
Fritz completa un parziale di 13-4 (compresi due doppi falli) e si assicura la chance di servire per il set. Sinner mantiene la sua posizione molto arretrata in risposta per provare a fare partire gli scambi, e la strategia paga dividendi: sul 30-40 Sinner prova la palla corta dopo uno scambio alla massima velocità, Fritz ci arriva ma sul successivo passante mette la volée di rovescio sul nastro. 5-5.
Sinner di porta a un game dal titolo nonostante un doppio fallo, e sul 5-6 costringe Fritz a tremare quanto basta per fargli sbagliare uno schiaffo al volo sul 15-30 e l’ultimo rovescio per la definitiva resa.