Nella località rumena di Sibiu (Challenger 50, terra battuta), città di oltre 130.000 abitanti nel cuore della Transilvania, erano in tabellone ben sette azzurri. L’unico a regalarci una soddisfazione è stato Stefano Travaglia che appare rivitalizzato dalla nuova collaborazione con Gipo Arbino, l’ex coach di Lorenzo Sonego. Il tennista ascolano ha prima passeggiato contro il malcapitato sloveno Filip Jeff Planinsek (n.823) e poi è stato costretto a ricorrere a tutte le proprie migliori risorse per ridurre alla ragione un mai domo Miguel Damas, 24enne madrileno, che, a dispetto della sua mediocre classifica (n.366), ha lottato con energia prima di cedere 6-3 6-7(4) 6-4. Adesso per conquistare la sua quarta semifinale consecutiva (Todi, Como e Genova) troverà sulla propria strada il padrone di casa Cezar Cretu (n.307), giocatore assai più insidioso di quanto la sua classifica non lasci supporre.
Subito fuori invece Franco Agamenone (7-5 6-2 da Timofey Skatov, n.198), Jacopo Berrettini (6-1 6-4 dal qualificato Chris Negritu, n.442), Francesco Maestrelli (6-4 6-3 da Martin Tiffon, n.304) e Lorenzo Giustino, sconfitto 6-4 6-1 nel derby con Enrico Dalla Valle. Il tennista ravennate, probabilmente stanco dopo una stagione che per lui è stata particolarmente faticosa, si è poi arreso (6-2 7-5) all’argentino Genaro Alberto Olivieri (n.383) al termine di una partita che forse si poteva vincere. Stessa sorte per Giovanni Fonio che, dopo il successo su Sebastian Gima (n.586), ha sprecato diverse occasioni contro il tedesco Rudolf Molleker (n.238 e quarta testa di serie) prima di cedere 6-3 5-7 7-6(5). Nel terzo set il novarese era andato a servire sul 5-3, arrivando a doppio match point grazie a un fantascientifico lungolinea di rovescio. Ma era il diritto che lo avrebbe tradito regalandogli un paio di errori gratuiti. Non migliore sorte ha avuto il terzo match point nel game successivo. Sul 5-5 viene il braccino ad entrambi che si scambiano un break e rimandano così tutto al tie-break dove Molleker chiude al primo match point.
La legittima ambizione di Matteo Gigante, unico italiano in tabellone, di iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro del Challenger 125 di Saint Tropez (cemento), dove nel 2022 vinse Mattia Bellucci, si è infranta all’esordio contro il ceco Jiri Vesely (n.418) che l’ha battuto col punteggio di 7-6(9) 6-3. Un esordio a lungo rimandato per le bizze di Giove Pluvio che anche in Costa Azzurra si è preso le sue belle soddisfazioni e che ha visto il tennista romano sprecare quattro set point, due nel tie-break.
Abbiamo allora provato a rifarci gli occhi con Alexander Blockx che la scorsa settimana in Coppa Davis aveva sorpreso tutti, a cominciare da Matteo Berrettini che dovette sudare le proverbiali sette camicie per venirne a capo. Anche il belga non ci ha dato grandi soddisfazioni perché dopo la vittoria contro il polacco Maks Kasnikowski (n.176), si è arreso 6-3 6-4 al francese Ugo Blanchet (n.146). Male anche Luca Van Assche, il nuovo pupillo di Santopadre, che ha preso un sonoro 6-3 6-2 dal mestierante olandese Gijs Brouwer (n.223). Che poi, in piena trance agonistica, ha affossato (7-5 6-0) le speranze di un altro orgoglioso alfiere della giovane generazione, il18enne spagnolo Martin Landaluce.
Sulla terra battuta di Bad Waltersdorf, il Challenger 125, di cui Andrea Pellegrino era il campione uscente, vedeva ai nastri di partenza Federico Arnaboldi e Francesco Passaro, fresco reduce dalla vittoria di Genova. Oltre a Peter Buldorini che purtroppo non ha superato le qualificazioni, fermato all’esordio con un doppio 6-3 dal viennese Neil Oberleitner (n.469). Non che agli altri due sia andata molto meglio visto che sono stati immediatamente eliminati, Arnaboldi 6-1 6-3 dallo statunitense Moreno De Alboran (n.156) e Passaro 6-4 7-6(6) dal tedesco Henri Squire (n.189).