Quello fra Jannik Sinner e la montagna è un legame profondo che risale alle radici del numero 1 al mondo. Il campione altoatesino è infatti nato e cresciuto in piena Val Pusteria, in mezzo alle Dolomiti, e proprio nel Parco Naturale delle Tre Cime il padre di Jannik, Hanspeter, ha a lungo lavorato come cuoco all’interno di un rifugio alpino. È nell’idilliaco paesaggio montano che Sinner si è formato, dividendosi fra la racchetta e gli sci, ed ora potrà rappresentare le sue vette da numero 1 al mondo.
Il fresco campione dello US Open sarà infatti ambassador dei prossimi Giochi Olimpici Invernali di Milano–Cortina. Un ritorno a casa per Sinner, cresciuto a soli 44 km dalla località sciistica bellunese, che nell’ambito dell’evento odierno in cui il Comitato Organizzatore ha presentato il programma Team26 dedicato alle volontarie e ai volontari dei Giochi del 2026 ha dichiarato: “Sono orgoglioso di rappresentare la passione per queste straordinarie discipline e il desiderio di contribuire alla riuscita di un evento unico”.
“Ho imparato a sciare quando ero solo un bambino, e da allora, l’adrenalina delle discese e il fascino delle montagne innevate mi accompagnano ogni inverno. Le Olimpiadi e Paralimpiadi di Milano Cortina 2026 si terranno in luoghi per me molto speciali e non vedo l’ora di assistere alle gare delle campionesse e dei campioni che arriveranno in Italia da tutte le parti del mondo. Cerchiamo di fare un bellissimo programma tutti insieme. Loro sanno che sono a disposizione. Ci metterò il cuore”.
Ipotesi tedoforo?
Il numero 1 del mondo ha anche avanzato una clamorosa ipotesi: “Io tedoforo per le Olimpiadi? Mi piacerebbe ma sono domande a cui non possiamo ancora rispondere”. Ha smarcato così Sinner, che è poi tornato sul bruciante forfait ai Giochi di quest’estate: “Le Olimpiadi per me quest’anno erano l’obiettivo più grande, purtroppo non sono riuscito ad andarci. Ma è l’evento più grande per ogni sportivo”.
“La scelta di Sinner è logica. È una persona che è arrivata al tetto del mondo, è arrivata dal nostro Paese. Siamo tutti orgogliosi che sia italiano. Sappiamo bene anche il suo percorso da giovane. Anche se mi risulta che qualche discesa libera continui a farla. Molti sostenevano che sarebbe diventato bravo sia con il tennis che con lo sci”. Ha poi detto il presidente del Coni Giovanni Malagò.
“Sinner è una figura che sicuramente dà l’idea di forza di volontà, di unità, di entusiasmo, tutte quelle che sono le caratteristiche dei volontari. Poi il concetto dell’ambassador. Stiamo ben attenti, è un discorso che è stato già sdoganato da altri grandi dello sport, ovviamente in modo particolare delle discipline invernali, ma non solo dalle discipline invernali. Perché questo è un evento che coinvolge tutto il Paese, coinvolge i territori, visto anche in altre discipline e noi abbiamo bisogno di persone che fanno formazione”.