Da Berlino, il nostro inviato
Per concludere un weekend eccezionale c’è bisogno di un finale eccezionale. E la conferenza stampa del Team Europe, con la coppa a campeggiare al centro del tavolo e una mini coppa con tanto di nome inciso su per ogni giocatore, è stata una conclusione più che degna alla tre giorni di Laver Cup di Berlino. Non il solito botta e risposta tra giornalisti e giocatori, ma una sorta di spensierata chiacchierata guidata da capitan Bjorn Borg e dai due protagonisti assoluti di questa vittoria, Carlos Alcaraz e Alexander Zverev.
“Siamo una grande squadra“, asserisce con piena convinzione lo svedese, “godiamo di uno bello spirito. Insieme abbiamo trascorso davvero una bella settimana. Questa domenica non è iniziata nel migliore dei modi, ognuno dei ragazzi aveva dei problemi. Ma tutti loro hanno avuto la capacità di andare oltre, dando il loro meglio. Sono super felice e fiero, per me far parte di questa squadra è davvero bello“. Emozioni vere, che ovviamente lo stare insieme, lo spirito di squadra, trasmette più di un torneo individuale. E poi, si sa, vincere è sempre bello.
“Ero molto felice sull’ultimo punto contro Fritz“, osserva Alcaraz, “il nostro obiettivo era vincere e abbiamo vinto. Prima dell’inizio della competizione avevo detto che vincere la Laver Cup sarebbe stato bello, e ora lo ribadisco, è davvero una bella sensazione. La cosa più bella però è poter festeggiare con i ragazzi, sono molto felice“. Felicità, tensione, emozioni varie che hanno contraddistinto la domenica dello spagnolo e del Team Europe. “Ah, oggi era l’ambiente era teso? Carlos, se hai dato questa impressione sei un ottimo attore”, ha ironizzato “papà” Grigor Dimitrov quando allo spagnolo è toccato parlare di quanto possa essere difficile anche giocare partite del genere, apparentemente banali e non meritevoli di una giusta ansia da prestazione.
“Sono un ottimo attore, sì“, concorda ridendo il n.3 al mondo, “ho fatto un ottimo lavoro, dovevo vincere dopo quella rimonta di Sasha. Ero un po’ nervoso, anche se ho provato a non farlo vedere. Ho giocato una delle mie migliori partite finora. Rispetto agli altri tornei ovviamente sono sensazioni diverse. Devo ringraziare anche gli altri per il grande supporto e l’energia che mi hanno dato, aiutandomi a mantenere i nervi saldi così da poter esprimere il mio miglior tennis“. Una conferenza, come si può notare, giocata sulla serenità e la familiarità, con tutti i giocatori sorridenti e lo stesso Borg pronto a ribadire più volti: “siamo tutti felici e fieri“, quasi a voler estinguere ulteriori domande dopo quattro giorni molto intensi anche da un punto di vista mediatico per i giocatori. Scegliamo allora due momenti salienti, che forse racchiudono nella loro semplicità tutta l’essenza di questa competizione sempre discussa e forse mai del tutto apprezzata,
Alla premiazione, inizialmente seduto in prima fila perché alternate, ha partecipato anche Flavio Cobolli. L’azzurro ha ricevuto una mini coppa con il suo nome (“Questo è il primo trofeo di Flavio Cobolli” ha ironizzato Zverev) e ha anche sollevato il trofeo nel giro di campo finale, dimostrando quanto sia entrato in sintonia con i compagni. Tanto che, insieme all’altro alternate Struff, è stato invitato sul palco insieme ai 6 giocatori titolari. E lì, cappellino azzurro da Team Europe e Italia calato, esprime in un gesto assolutamente spontaneo quanto questa settimana per lui sia valsa, e quanta gratitudine provi per campioni che fino a un anno fa ammirava da lontano: “Sono venuto qui per fare esperienza, come avevo già detto in precedenza. Ero qui per imparare qualcosa guardandovi, stando con voi, e l’ho fatto. Voglio ringraziarvi, e spero in un’altra Laver Cup con voi“. Siamo sicuri che non mancherà l’occasione, Flavio!
L’altro momento da celebrare, oltre al tentativo di far spogliare Dimitrov ricalcando quanto avvenuto durante l’esibizione con Djokovic in Bulgaria, coinvolge Zverev, indirettamente Alcaraz, e Medvedev, riguardo la decisione su presa su quale sarebbe dovuta essere la formazione da schierare per la giornata decisiva. “Decidere chi avrebbe giocato è stato abbastanza semplice“, asserisce un divertito Sasha, “abbiamo avuto una riunione la scorsa notte, molto semplice. Carlos è arrivato e: ha deciso che avrebbe giocato in doppio con Casper, poi che Daniil avrebbe affrontato Shelton. Mi ha detto ‘tu non perderai contro Tiafoe’, riponendo in me una fiducia che neanche io stesso ho mai avuto in tutta la mia vita, e ha aggiunto che avrebbe vinto la sua partita. Abbiamo discusso mezz’ora prima che Carlos arrivasse e decidesse come dovessimo fare“.
Tutto normale no? Non fosse per l’intervento di un sorpreso Medvedev che, girandosi di scatto verso Zverev lo apostrofa con una lecita domanda: “Quindi già sapevate che avrei perso giusto?“. Segue una cascata di risate e pacche sulle spalle tra giocatori, con la folla di giornalisti se possibile anche più divertita. Si chiude così il sipario della settima edizione della Laver Cup, con una piacevole nota che ci fa ricordare perché questa “esibizione” abbia motivo di essere seguita ed apprezzata. Per il gustoso tennis a cui si può assistere in primis, ma non dimenticando quanto sia piacevole vedere questi ragazzi, idoli di molti, grandi professionisti, staccare la spina e per una settimana tornare bambini che si divertono giocando a tennis. Questo, checché se ne voglia dire, fa bene a tutti.