È di quattro giorni fa un intervento sul sito spagnolo Marca di Tony Godsick, presidente e CEO di Team8, l’agenzia di management di Roger Federer. Nell’intervista rilasciata si parla molto di Laver Cup, creazione dell’uomo d’affari che ha da tempo legato la sua storia a quella dell’asso di Basilea.
Godsick ritorna sulla nascita della manifestazione e sulle iniziali motivazioni poste alla base del suo varo, legate sia alla storia del tennis che al suo possibile futuro sviluppo. “Pensammo” – dice Godsick – “che sarebbe stato giusto celebrare la storia di Rod Laver, che una volta disse a Roger che riceveva più soldi in una sola esibizione di quanti ne avesse guadagnati lui in tutta la carriera. Quando mi indirizzai verso un’iniziativa simile alla Ryder Cup per il tennis, Federer propose il nome che è poi divenuto quello definitivo di Laver Cup”.
“L’idea” – continua il manager – “era di mettere nella stessa squadra due rivali, come erano in quel periodo Roger e Rafa. Non avremmo mai pensato di riscuotere un tale successo in così poco tempo. Mi sento di dire che abbiamo tracciato una via per il tennis, abbiamo dimostrato l’importanza dell’innovazione in un panorama di mercato molto affollato dal calcio, dalla Formula 1…”.
Per il businessman la Laver Cup è unica nel suo genere perché è in grado di veicolare immagini uniche e altamente suggestive. “Quando Rafa saltò in braccio a Roger subito dopo la conquista della prima edizione a Praga, lo scatto arrivò ovunque, così come quando a Londra i due assi caricavano Zverev nei cambi di campo. A Berlino abbiamo visto Alcaraz, Borg e Laver insieme. È un incontro generazionale dove ci si conosce e ognuno apprezza le storie dell’altro. Sono convinto che, dopo i primi successi del Resto del Mondo, anche negli Stati Uniti la popolarità dell’evento possa crescere. A Chicago e Boston siamo andati benissimo”.
Un argomento sempre attuale quando si parla di Federer è appunto Nadal; le idee e i sogni si accavallano e i confini tra le due categorie si fanno sfumati: “Vorrei un giorno Roger capitano del Team Europa e Rafa assistente, e poi il contrario. La loro rivalità è stata fantastica e speciale, ma la loro amicizia lo è ancora di più. Inoltre, non è detto che un giorno tra i due non si possa organizzare una esibizione, magari nel nuovo Bernabeu”.
Non è certo facile, dal momento che The Swiss Maestro non scenderebbe in campo se non in condizioni fisiche ottimali, ma Godsick non esclude alcunché: “in Sudafrica hanno battuto tutti i record di affluenza, se ci sarà anche solo una chance, Federer la terrà in considerazione”.
Da ultimo gli sviluppi della sua creatura, dalla possibile sede a Barcellona (lì c’è già molto tennis ma gli spagnoli sono un pubblico che capisce il gioco. Sono una nazione di supereroi tennistici) all’opportunità che la stessa distribuisca punti ATP. “Prendo in giro” – conclude sorridendo Godsick – “Andrea Gaudenzi dicendogli che avrebbero dovuto inventarla loro, per quanto essa stia facendo per la promozione del nostro sport. All’inizio non era nei nostri pensieri ma ora che la United Cup è valevole per il ranking, penso che prima o poi se ne discuterà…”.