Mattia Bellucci si è qualificato per il suo primo main draw al torneo ATP di Shanghai dove ha vinto la prima partita a livello Masters 1000 contro Billy Harris. L’azzurro non aveva mai battuto Harris nei due precedenti incontri, anche se la prima partita vinta dal britannico risale al 2020, in un torneo ITF. A quei tempi Bellucci non era certo il giocatore che oggi alle ore 14 affronterà Alexander Zverev, al secondo turno del Rolex Shanghai Masters. Un giocatore che fino a qualche anno prima, l’azzurro guardava in televisione con ammirazione.
Dopo un anno pieno di soddisfazioni e obiettivi raggiunti, Bellucci è a un passo dall’ingresso in top 100. Davanti c’è un ostacolo grande come Zverev, numero 3 del ranking mondiale ma appena guarito da una polmonite che potrebbe aver compromesso la sua forma migliore.
Bellucci è curioso di vedere cosa succederà, è cresciuto allenandosi per raggiungere partite come queste. Oggi scenderà per la prima volta sul campo centrale di un Masters 1000 con un chiaro obiettivo in mente: “penserò alla prestazione più che al risultato”.
Contro Harrys hai vinto in maniera netta 2 set a 0, mentre nei precedenti aveva sempre vinto lui 2 set a 1. Cosa credi che sia cambiato di più: sei cresciuto tu o hai notato anche un calo da parte sua?
Bellucci: “È vero ci sono stati 2 precedenti ma erano due partite completamente diverse. La prima era un torneo Futures ed io ero tutt’altro che un giocatore in via di sviluppo. Mentre la partita persa di quest’anno era più rilevante. Servivo bene ma accettavo veramente poco lo scambio. È stata proprio quella partita persa contro Harris a farmi fare un cambio di rotta. In allenamento ho cercato di sviluppare molto di più lo scambio, imparando a stare nel palleggio senza fare solo affidamento al servizio. Poi quest’anno ho giocato diverse partite contro top 100 e le ho portate a casa quindi avevo molto più consapevolezza del mio gioco. Lui è un avversario molto ostico, metodico quindi aver vinto conta davvero tanto”.
Quella di oggi contro Zverev è la partita più importante della tua carriera fin qui? Che cosa ti aspetti da questo match?
Bellucci: “È sicuramente la partita più importante anche se quest’anno ne ho già giocate diverse. Ne parlavo con Paolo Moretti che fa il ruolo di secondo catch quando Fabio non c’è. Paolo era molto contento che avessi vinto contro Harris non tanto per la vittoria in sé ma per essermi guadagnato la partita con Zverev. È il primo top 10 con cui giocherò e sono veramente curioso. Lo conosco bene ho visto tante sue partite in passato. Voglio vedere come mi sentirò in campo, ora come ora non lo so”.
Sei un giocatore che sente subito la tensione quando entri in campo o ti sale di più durante il match?
Bellucci: “Di solito non la sento quando entro in campo. Ma questa volta sarà la prima in cui giocherò su un campo centrale in un Masters 1000 quindi, credo che l’agitazione ci sarà ma cercherò di interpretare la partita solamente come un pezzo di un percorso che sto facendo. L’obiettivo è restare concentrato sulla prestazione più che sul risultato. Non voglio avere nessun timore reverenziale e ricordarmi che non ci sono particolari impedimenti. Voglio provare a giocare tranquillo”.
Ormai sei a un passo dalla top 100 ed è stato il tuo obiettivo fin dall’inizio dell’anno. Una volta raggiunto questo traguardo, hai già pensato a che obiettivo darti per il futuro?
Bellucci: “Quest’anno ho raggiunto diversi obiettivi: sono riuscito a qualificarmi in tutti gli slam che mi mancavano. Ho vinto la mia prima partita in un tabellone principale. Sono entrato nel tabellone di un Masters 1000 e ho vinto anche lì la mia prima partita. Sono tante belle cose che mi hanno fatto crescere.
Per il futuro, sai, gli obiettivi più semplici da porsi sono quelli in base alla classifica. L’anno prossimo i primi 5/6 mesi avrò pochi punti da difendere ed lì che mi piacerebbe andare un po’ su”.
Fino ad oggi qual è stato il momento più significativo della tua carriera?
Bellucci: “Quest’anno ce ne sono stati tanti. Diciamo il più “drammatico” è stata la partita con Shelton. Ero avanti 2 set a 1 alla fine della giornata e poi c’è stata la sospensione per l’oscurità. Ero a Wimbledon, su un campo bellissimo e tutto stava funzionando. Ma quando siamo tornati in campo il giorno dopo, non sono riuscito a ritrovare le stesse sensazioni. Lui ha giocato meglio certo, ma io non ero più nelle stesse condizioni. Quell’episodio mi ha segnato in modo particolare diciamo.
Mentre i momenti più belli sono stati Atlanta e US Open, anche se poi quando perdi resta sempre un po’ di rammarico”.
Dopo anni a girare tra tornei Nazionali e ITF, che cosa si prova a giocare nei tornei di “élite” come i Masters 1000?
Bellucci: “Io ho fatto la scuola normale quindi per me oggi, poter girare, è ancora più stimolante. Non avevo grandi disponibilità economiche quindi facevo tanti tornei nazionali e pochissimi tornei internazionali. Poter viaggiare così tanto è incredibile per me. In questo periodo, rispetto a un po’ di tempo fa, apprezzo il fatto di essere particolarmente esposto. Non perché io stia diventando chissà chi. Intendo esposto ad emozioni di un certo tipo, alla fatica di stare in campo, di viaggiare e gestire pratiche burocratiche. Sto imparando tanto da queste esperienze, è molto stimolante. Ogni tanto mi sembra di giocare ai videogiochi dove scegli la carriera del giocatore che vuoi essere. Sono particolarmente fiero e contento della gente che mi sta intorno: Fabio e Paolo in primis mi stimolano e mi danno sempre obiettivi che vanno oltre alla classifica”.