3) Zheng Qinwen e il servizio
Magari tutto quanto sto per scrivere in questo capitolo è superfluo, perché i dati che sto per ricordare sono noti a tutti. In questo caso mi scuso in anticipo. O invece certi numeri non sono così divulgati, e allora per qualcuno la lettura potrà essere di un certo interesse.
Si dice sempre che Elena Rybakina ha un grande servizio, che questo la rende una giocatrice particolarmente difficile da affrontare anche per la numero 1 del mondo Swiatek e che in generale è grazie al colpo di inizio gioco che Rybakina si è costruita il brillante rendimento delle ultime stagioni. Del resto se controlliamo le classifiche degli ultimi anni, Elena è sempre presente ai vertici, per numero di ace ottenuti. A oggi nel 2024 siamo a 336 ace in 50 partite: primo posto. E anche lo scorso anno Rybakina era in cima in questa specialità: seconda con 455 ace, 7 in meno di Caroline Garcia (che però aveva disputato più incontri).
Ma se al posto degli ace consideriamo il dato della percentuale di punti vinti con la prima di servizio, allora da due anni la leader è sempre la stessa: Zheng Qinwen. Che già nel 2022 era terza, dietro solo ad Ash Barty e Naomi Osaka. Questa è la percentuale di punti vinti da Zheng con la prima di servizio nelle ultime tre stagioni: 74,4% nel 2022 (terza), 73,7% nel 2023 (prima), 75,8% nel 2024. Come detto, in questa stagione è di nuovo al comando, davanti a Osaka (75,1%) e a Rybakina (72,8%).
Sicuramente il dato dei punti vinti sulla prima di servizio non misura solo la battuta, perché in teoria si potrebbero vincere tutti i punti anche senza eccellere nel colpo di inizio gioco. Nella realtà però sappiamo che una correlazione tra questa statistica e la qualità del servizio è inevitabile. E infatti oggi Zheng è terza nella classifica degli ace (270 in 43 match, subito dietro a Sabalenka con 271 ace, ma in 52 match), mentre lo scorso anno era arrivata quarta (dietro a Garcia, Rybakina e Sabalenka).
Come mai riporto tutti questi numeri? Perché seguendo le partite di Zheng a Pechino ho vissuto due sensazioni opposte. Da una parte mi ha colpito quanto il suo servizio, e in particolare il rendimento della prima palla, fosse efficace all’interno dei suoi schemi di gioco. Logica lapalissiana: nel tennis di oggi il servizio è un elemento importante per tutti. Ma per Qinwen mi è sembrato ancora più importante: assolutamente imprescindibile.
E qui arriva la seconda parte della questione. Nelle partite di Pechino ho avuto la sensazione che Zheng facesse così affidamento sul servizio o sui punti raccolti con il cosiddetto uno/due, da risultare quasi spiazzata (mi verrebbe perfino da dire: infastidita) quando l’avversaria riusciva a prolungare lo scambio oltre il terzo colpo. E quando lo scambio si prolungava, l’impressione era che a volte diventasse troppo sbrigativa. Conseguenza: trattare i colpi successivi come degli imprevisti da chiudere il prima possibile (con alcuni gratuiti di troppo) per tornare a seguire il pattern “inevitabile” e vincente di quando entra la prima. Sottolineo: quando entra la prima, perché quando doveva ricorrere alla seconda l’atteggiamento era molto diverso, e affrontava lo scambio con la pazienza richiesta dalla battuta meno pungente.
Magari queste mie sensazioni sono del tutto campate in aria, o forse il fatto di giocare a Pechino, da beniamina del pubblico, l’ha messa in una condizione mentale un po’ anomala. Ma se invece la situazione fosse più generale, significherebbe che Zheng ha ancora qualche margine di miglioramento in un ambito di gioco nel quale già eccelle. E questa non sarebbe una buona notizia per le avversarie. Vedremo come evolveranno le cose in futuro.