4) Il cambio di allenatore di Iga Swiatek
Mentre era in corso il torneo di Pechino, è arrivata la notizia della fine del rapporto tecnico tra la numero 1 del mondo Iga Swiatek e il coach che l’ha seguita nelle ultime tre stagioni, Tomasz Wiktorowski. Come tutti hanno ricordato, Swiatek insieme a Witkorowski ha vinto 4 dei suoi 5 Slam e ha raggiunto il primo posto nel ranking, posizione poi quasi sempre mantenuta. Eppure non è bastato per la conferma: come mai?
Penso che una parte di spiegazione si deduca dalla tempistica della scelta. La scelta è arrivata a stagione ancora in corso, ma quando gli Slam (e le Olimpiadi) sono stati tutti disputati. A mio avviso significa che ormai Iga punta principalmente sui Major e quindi, una volta terminato lo US Open, per lei c’erano tutti gli elementi fondamentali per stilare il bilancio del 2024. Se questo è vero, significa anche che i tornei di queste settimane (Pechino e Wuhan), ma persino le WTA Finals di novembre, per Swiatek sono una appendice secondaria e poco rilevante della stagione. E infatti Iga ha deciso che in Cina poteva anche rinunciare a scendere in campo. Dunque in questa fase di carriera gli Slam contano in modo sempre più esclusivo.
Se questo ragionamento ha senso, significherebbe che Swiatek non è per nulla soddisfatta di quanto ha ottenuto nei Major. Del resto lo abbiamo visto anche nella classifica specifica, pubblicata un paio di settimane fa: al di fuori del Roland Garros non è andata nemmeno vicina al successo. E questo sia sul cemento di Australia e Stati Uniti, sia sull’erba di Wimbledon.
E ragionando di cemento e di erba, arriviamo alla seconda parte di spiegazione. Probabilmente Swiatek ha valutato che le difficoltà incontrate negli Slam siano profonde, non riducibili a una provvisoria crisi di prestazione. Avevo provato ad analizzare la situazione con alcuni dati in questo articolo post-US Open, dal quale emergevano non solo risultati insufficienti (per una giocatrice come lei), ma anche statistiche preoccupanti su alcuni specifici elementi tecnici. E avevo concluso l’analisi dei problemi avuti a Flushing Meadows con queste parole: “Starà ora a Iga e al suo team ragionare su quanto accaduto e decidere se si è trattato di un appannamento temporaneo o se invece siamo di fronte a un problema strutturale: in questo secondo caso sarebbe necessario cambiare qualcosa”.
Appannamento temporaneo o problema strutturale? La risposta al dilemma ce l’ha data la stessa Swiatek nel giro di qualche giorno, e nel modo più drastico possibile: davvero cambiando “qualcosa”.
Se si ragiona di questioni tecnico-tattiche legate alle stagioni con Wiktorowski è quasi inevitabile fare un raffronto con l’epoca precedente. Nel periodo dei suoi esordi nel circuito WTA, Iga offriva un tennis meno ripetitivo, con maggiori variazioni sulla verticale e con un utilizzo della palla corta ben più frequente. Forse anche la consapevolezza di queste differenze ha inciso su Swiatek al momento di valutare l’operato del suo coach.
Inutile sottolineare che tutto quanto ho scritto è una interpretazione personale, che ritengo abbia fondamenti logici, ma che non può essere suffragata da elementi certi. Allo stato attuale non si può escludere che ci siano motivazioni differenti. Anche perché quando si parla di separazioni tra tennisti e allenatori non si hanno mai notizie sicure sulle ragioni che determinano la fine del rapporto.
Sappiamo che la relazione tra il giocatore e le persone che compongono il suo team tecnico è molto particolare. Se consideriamo anche viaggi e spostamenti, tennista e team tecnico passano insieme una quantità di tempo enorme, per cui è indispensabile che ci siano buoni rapporti interpersonali. E a volte basta il logoramento di questi aspetti per mandare in crisi anche le questioni più strettamente tecniche.
Va anche tenuto conto che il vincolo tra tennista e allenatore è davvero molto, molto speciale, quasi unico anche rispetto agli altri sport. Perché si tratta di un rapporto di lavoro intrinsecamente contraddittorio: fuori dal campo comanda il giocatore (è il tennista che stipendia il coach) ma poi in campo ci sia aspetta che a comandare sia il coach. Se avete voglia di leggere un approfondimento su tutti questi aspetti, rimando a un articolo scritto nel 2021, che prendeva spunto dalla assunzione di Sascha Bajin da parte di Karolina Pliskova, e che affrontava anche alcuni dei più famosi casi di recenti collaborazioni in WTA.
Ora sarà interessante scoprire chi sceglierà Iga per superare l’epoca Wiktorowski. A proposito di Wiktorowski: prima di allenare Swiatek è stato lo storico coach di Agnieszka Radwanska. Ebbene, anche Aga a un certo punto della carriera, insoddisfatta dei risultati, aveva provato a cambiare qualcosa sul piano tecnico. Senza licenziare Wiktorowski, aveva allargato il team assumendo Martina Navratilova. Però dopo alcuni mesi di prestazioni piuttosto negative aveva deciso di separarsi da Martina e tornare al solito gruppo. Scopriremo l’anno prossimo se il cambiamento ben più drastico deciso da Swiatek risulterà più efficace.