Così lontani eppure così vicini. Sia a livello temporale che, più banalmente, a livello di punti. Matteo Berrettini sta cercando una nuova dimensione in questo 2024 (qui in dettaglio il suo percorso dal settembre 2023 a quello di quest’anno), stagione che lo ha visto tornare alla ribalta nei grandi palcoscenici ma non con la costanza che avrebbe voluto. Il motivo è sempre lo stesso: gli infortuni.
Nonostante questi, però, il tennista romano si è rimboccato le maniche e a tratti ha pure fatto vedere qualche sprazzo del miglior Berrettini. Altrimenti, non si spiegherebbero i tre titoli 250 (Marrakech, Gstaad e Kitzbuhel), la finale a Stoccarda (sempre 250) e l’ultimo atto (perso) nel Challenger 175 di Phoenix, peraltro il torneo del suo rientro dopo più di sei mesi di stop. Ed eccoci qua, a metà ottobre con ancora due (o tre) eventi da giocare tentando di acciuffare qualche punto fondamentale in ottica Australian Open. Difatti, Matteo dista solamente 190 punti dalla 32esima posizione del ranking occupata al momento (nella classifica live) da Alexander Bublik. Quella piazza significherebbe testa di serie sicura nel primo Slam del 2025, a Melbourne.
L’azzurro avrà la possibilità di colmare questo divario nelle prossime settimane con l’ATP 500 di Vienna e il Masters 1000 di Parigi Bercy (eventualmente anche la settimana successiva con i 250 di Metz o Belgrado). Non bastasse, potrebbe ricorrere ai primi appuntamenti del 2025 – United Cup/ATP 250 Brisbane/ATP 250 Hong Kong – per tentare il rush finale che gli potrebbe permettere di entrare tra i primi 32 dell’Australian Open.
Il non essere testa di serie metterebbe Berrettini in una situazione scomoda, ovvero in balia del sempre rischioso sorteggio che lo potrebbe porre dinanzi ai migliori giocatori del mondo sin dai primi turni. Ovvero, ciò che gli è successo sia a Wimbledon (secondo turno perso contro Jannik Sinner) che allo US Open (uscito sempre al secondo match, contro Taylor Fritz).
Non di certo da trascurare, poi, è la questione Coppa Davis a Malaga. Una competizione che Matteo sente moltissimo e di cui non ha potuto essere protagonista in prima persona nel 2023 (era infortunato), in quella cavalcata che ha portato la nazionale azzurra a vincere per la seconda volta, dopo 47 anni dalla prima, la tanto ambita Insalatiera. Per quanto sia vero che Berrettini è stato l’unico giocatore del girone A di Bologna – disputatosi dal 9 al 15 settembre 2024 – a vincere tutti e tre i suoi match, allo stesso tempo era però favorito contro tutti i suoi avversari (Fonseca, Blockx, Van de Zanschulp) e, pur sconfiggendoli, non è parso di vedere una straordinaria versione dell’azzurro.
Se un posto nell’aereo in direzione Malaga è già stato assegnato per evidenti motivi (si parla di Jannik Sinner per chi se lo stesse domandando), gli altri quattro sono ancora sconosciuti. I nomi più papabili? Simone Bolelli e Andrea Vavassori (coppia fissa di doppio), Lorenzo Sonego (per un eventuale doppio con Sinner), Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi, Flavio Cobolli e, per ultimo ma non per importanza, appunto Matteo Berrettini. Questi ultimi quattro, tutti pronti per il singolare. Sette nomi, quattro sedili disponibili.
Fondamentali saranno quindi gli ultimi appuntamenti del calendario ATP. Da questi, capitan Filippo Volandri capirà chi è più in forma, chi si è saputo adattare meglio al cemento indoor (la Davis si gioca su questa superficie), magari avendo ottenuto qualche buon risultato. Decisive saranno quindi le settimane dedicate agli ATP 500 di Basilea e di Vienna, quella del 1000 di Parigi Bercy, la successiva con i 250 di Belgrado e di Metz e, infine, quella delle Finals. Qui, infatti, oltre a Sinner vedremo in campo la coppia Bolelli-Vavassori che avrà sia il compito di disputare un bell’evento, sia quello di convincere con il proprio tennis capitan Volandri.
Dovessero riuscirci, Sonego uscirebbe sicuramente dai giochi in ottica Davis e rimarrebbero due posti che si contenderebbero Musetti, Arnaldi, Cobolli e Berrettini. Come detto, sarà indispensabile osservare il rendimento di questi ragazzi nei prossimi appuntamenti e poi toccherà a Filippo Volandri prendere una (difficile) scelta. Noi possiamo solo augurarci che a Malaga arrivino i migliori della nostra nazionale, quelli più in forma. Sotto sotto, però, non neghiamo che vedere Matteo Berrettini protagonista ci farebbe molto piacere. Arnaldi e Musetti in fondo la Davis l’hanno già vinta. Il tennista romano non ancora e, con l’Italia come una delle squadre favorite, a fine novembre l’occasione per raddoppiare sarà grande. Non ci resta altro che aspettare.