Il match di Sun City tra Borg e McEnroe
Nella storia del tennis c’era già stato un caso analogo, su scala notevolmente minore, quando nel 1980 un uomo d’affari sudafricano dal nome di Sol Kerzner propose a John McEnroe e Bjorn Borg di giocare un’esibizione nell’attuale Sun City, una specie di “Las Vegas sudafricana”, in cambio di una borsa di circa un milione di dollari ciascuno. Nel 1980 quella cifra poteva tranquillamente rappresentare il prize money di una intera stagione per un giocatore in testa alla classifica, e poteva essere anche 100 volte superiore al cachet standard per un’esibizione di quel tipo.
Il match era programmato per il 6 dicembre (quindi nel pieno della stagione estiva in Sud Africa) in uno stadio appositamente costruito da 14.000 posti. In quel periodo Sun City era situata all’interno della nazione-fantoccio di Bophuthatswana, una delle due costituite dal governo segregazionista sudafricano con norme meno severe per la popolazione nera con l’intento finale di forzare tutti gli individui di colore in quel territorio (e in quello della simile-nazione di Transkei) per poi privarli di cittadinanza e dei rimanenti diritti. Ciò permetteva di evitare le sanzioni internazionali contro il Sudafrica e di poter ingaggiare star internazionali.
Per aumentare il profilo internazionale di Sun City, il Sig. Kerzner, che gestiva gli alberghi-casinò di Sun City, stava cercando di organizzare un elevato numero di eventi di grande risonanza internazionale: Frank Sinatra fu ingaggiato per una “mini-residency” di nove giorni per la quale secondo il New York Times incassò 1,6 milioni di dollari (equivalenti a circa 6 milioni di dollari al giorno d’oggi) dopo che nel 1979 aveva ottenuto l’organizzazione del campionato mondiale dei pesi massimi WBA a Pretoria tra Coetzee e Tate per il titolo lasciato vacante dal ritiro di Muhammad Ali.
Alla fine il match non si disputò a causa del rifiuto di McEnroe, che non voleva farsi strumentalizzare dal governo sudafricano. “Non credo che il mondo sarebbe cambiato in un modo o nell’altro, ma sono contento di non essere andato – dichiarò McEnroe in un’intervista anni dopo – pensai che erano tanti soldi, ma che c’era un motivo per cui mi stessero offrendo così tanto. Non volevo essere un pedone nella loro narrativa e sentivo che era una cosa sbagliata”. Borg, da parte sua, si era detto disposto a scendere in campo, non volendo immischiarsi con problemi politici, ma la rinuncia di McEnroe fece saltare l’esibizione.
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