Si è giunti all’en plein. Dopo ATP, WTA e i quattro Slam anche l’ITF (International Tennis Federation) consentirà il coaching. Dal 1° di gennaio del 2025, anche nelle competizioni gestite dall’ITF (dunque in ambito junior e nei tornei prima chiamati “futures”) ci potrà quindi essere comunicazione verbale o tramite segnali tra il tennista in campo e il suo allenatore/capitano. “Renderà il tennis più equo e potenzialmente più divertente” – le parole rilasciate dall’organizzazione con a capo David Haggerty. Questa consulenza durante gli incontri a dire il vero è già stata sperimentata durante il 2024 nei tornei dello Slam, rigorosamente sotto la supervisione dell’ITF, responsabile dei quattro eventi più importanti del tennis.
Di seguito, le novità del coaching dal 2025.
- In tutti gli eventi sarà consentito il coaching da fuori campo
- Negli eventi a squadre il capitano potrà comunicare con il tennista in campo secondo regole prestabilite
- L’uso di tecnologie di analisi approvate sarà permesso durante i momenti di coaching consentiti
Qui sotto, le regole da seguire per un corretto coaching in campo.
- Sarà consentito nella pausa tra due punti e durante i cambi di campo. Mai durante il gioco
- La consulenza potrà essere verbale (se tennista e allenatore si trovano dallo stesso lato del campo) o tramite segnali
- Dovrà essere uno scambio breve e discreto, tranne durante le pause di gioco
Non tutti però sono d’accordo con questi cambiamenti, che pure ormai rappresentano una realtà consolidata del tennis moderno. Ufficializzata la notizia, alcuni tennisti sono intervenuti per dire la propria riguardo questo tema. Primo tra tutti, il numero 6 al mondo Taylor Fritz. “Dobbiamo smettere di rovinare l’aspetto strategico-mentale degli sport 1 contro 1”. Non è da meno l’ex numero 10 ATP Denis Shapovalov, che rincara la dose: “Non solo come tennista, ma anche come fan di questo sport è triste vedere questa nuova regola relativa al coaching. Il tennis è speciale perché là fuori si è da soli. Perché cercate di stravolgere la bellezza di questo sport?”.
Più ‘tecnologico’, invece, il parere dell’ex numero 1 al mondo e tre volte campionessa Slam Jennifer Capriati. “Penso che i giocatori dovrebbero poter usufruire di un tablet che gli mostri le statistiche in tempo reale. Un tennista dovrebbe essere capace di rendersi conto istintivamente di quello che accade in campo, ma qualche volta capita che quello che si sta facendo non rispecchia effettivamente ciò che sta succedendo. Per questo sarebbe utile osservare i dati”. Una proposta, quella di Capriati, che non necessariamente va contro il coaching. Piuttosto, ne offre un’opzione più moderna e analitica che potrebbe anche affiancarsi a quella della consulenza tra il tennista e il suo allenatore.
Su questo tema è intervenuto anche il direttore esecutivo dell’ITF Stuart Miller. “Questo cambiamento è in atto dal 2017 e negli ultimi due anni chi segue il tennis ci avrà fatto caso in tutti i circuiti: ITF, ATP, WTA e Grand Slam. Abbiamo raccolto feedback dalle parti interessate. I giocatori hanno percepito uno sviluppo positivo e ora ritengono che i tornei siano più stimolanti. Dal lato opposto, i coach dicono che questa pratica valorizza la loro professione. Anche gli arbitri gradiscono, in quanto tutti concordano che ciò migliora la loro attenzione verso il gioco, dato che non devono preoccuparsi di ciò che sta facendo l’allenatore a bordo campo”. Insomma, il dado è tratto.