Eccoci giunti ad una nuova puntata di ‘Doppia Coppia’, rubrica di ‘Ubitennis’ (qui il link a tutti gli altri episodi) dedicata alla specialità meno seguita del tennis, che piano piano sta cominciando a ritagliarsi il proprio spazio, anche in Italia. Merito soprattutto di Sara Errani e Jasmine Paolini da una parte e Simone Bolelli e Andrea Vavassori dall’altra, che vedremo alle Finals di fine anno tra Riyadh e Torino per una prima volta storica. In attesa proprio di questi ultimi impegni stagionali, nel corso della settimana appena conclusasi si sono giocati quattro tornei. Al maschile ci sono stati gli ATP 500 di Basilea e Vienna, al femminile il WTA 500 di Tokyo e il WTA 250 di Guangzhou.
Partendo dal femminile non può non balzare all’occhio quanto accaduto proprio nella capitale nipponica. Sì, perché è stato proprio il Giappone a fare la voce grossa, con il successo di Shuko Aoyama ed Eri Hozumi – alla loro seconda finale stagionale – contro la connazionale Ena Shibahara e Laura Siegemund. Il fatto di aver giocato in casa senza dubbio può aver contribuito a questo tripudio del Sol Levante, ma questo non ci può esimere dal segnalarle come possibile pericolo dell’Italia. Entrambe le vincitrici a Tokyo, infatti, risultano tra le convocate per la Billie Jean King Cup, dove la nazionale asiatica potrebbe incontrare proprio le azzurre se dovesse superare la Romania. Sara Errani e Jasmine Paolini, ad oggi, sembrano decisamente un passo avanti, ma non dovranno commettere l’errore di sottovalutare questo sodalizio, in caso di testa a testa.
Erler e Miedler, questo è il loro livello?
Al maschile, invece, il focus è su Jamie Murray e John Peers, che hanno conquistato il titolo a Basilea. Non tanto perché il britannico, fratello del ben più noto Andy, sia tornato al successo in doppio ad otto mesi di distanza dall’ultima volta. E neanche perché il compagno australiano abbia dato seguito all’oro alle Olimpiadi di Parigi 2024. Il vero motivo è che i due, che erano già stati in coppia dal 2013 al 2015, si sono ritrovati dopo nove anni, salvo una piccola parentesi durata un match nel 2019, e in poco più di due mesi hanno riacquisito il feeling dei tempi passati. L’ultima affermazione insieme era arrivata ad Amburgo, proprio nel 2015.
In chiusura menzione d’onore per Alexander Erler e Lucas Miedler, bravi a ripetersi dopo una sola settimana. Anche se forse la loro dimensione, alla fine, è questa, dal momento che in carriera si sono ben distinti solo a livello 250 e 500.