Tornando alla sede di Riyadh: sul piano tecnico non si possono ancora esprimere giudizi. Sappiamo che si giocherà indoor, nell’impianto della King Saud University. La King Saud University Sport Campus Arena è progettata per ospitare circa 7000 spettatori (il numero può crescere fino a 9400, a seconda del tipo di evento). Rimane però tutto da scoprire l’aspetto più rilevante: la caratteristica delle condizioni di gioco, determinata dalla combinazione tra superficie del campo e palle utilizzate. In questi casi ogni elemento può influire, a partire dal sottofondo su cui poggia lo strato del campo vero e proprio. Per esempio il supporto troppo morbido utilizzato a Shenzhen 2019 aveva procurato serie difficoltà alle giocatrici, non abituate a muoversi su una superficie quasi cedevole, che causava problemi alle articolazioni.
Questi sono i rischi legati a ogni manifestazione organizzata per la prima volta, specie in paesi con poca cultura specifica. In questi casi nemmeno il tanto denaro a disposizione evita gli errori determinati dall’inesperienza: erano emersi nella costruzione del campo di Shenzhen cinque anni fa, ma si sono ripresentati di recente proprio Riyadh, sotto forma di inquadrature televisive improponibili in occasione della esibizione Six Kings Slam. Detto tra parentesi: esibizione giocata a Riyadh, ma in un palazzetto differente, che non può costituire un precedente tecnico a cui riferirsi.
Al via del torneo si sono qualificate queste otto giocatrici (in ordine di classifica): Sabalenka, Swiatek, Gauff, Paolini, Rybakina, Pegula, Zheng, Krejcikova. Sono quindi rappresentate sette nazioni e tre continenti differenti: Bielorussia, Polonia, Stati Uniti (due giocatrici), Italia, Kasakistan, Cina, Rep. Ceca. Questa è la situazione salvo forfait, sempre possibili, e per i quali sono previste due riserve. E anche in questo caso riserve salvo forfait: la Race indica la statunitense Navarro e la russa Kasatkina.
Prima di valutare come si presentano al via le otto titolari, vanno ricordate due novità regolamentari. Primo cambiamento. Dal 2024 è cambiato il criterio di ammissione: non più le prime otto classificate nella Race, ma le prime sette della Race più una ottava giocatrice scelta dando precedenza alla vittoria Slam; per essere ammessa, però, questa giocatrice deve essere classificata entro le prime 20 della Race (vedi QUI a pagina 92). Il nuovo criterio ha consentito a Barbora Krejcikova, vincitrice a Wimbledon e 12ma nella Race, di entrare nelle “elette”. Con le regole del 2023 il posto occupato da Krejcikova sarebbe invece andato a Emma Navarro.
Secondo cambiamento. Non saranno più premiate le sconfitte, visto che è stato modificato il criterio di attribuzione dei punti validi per il ranking. Fino al 2023 la sconfitta nel round robin valeva comunque 125 punti a match (la vittoria 250). Questo significava che perdendo tutti e tre i match del proprio girone si guadagnavano comunque 375 punti. Un bonus non da poco, e influente su tutta la stagione successiva. Dal 2024 l’attribuzione è questa: zero punti alla sconfitta, 200 punti a ogni vittoria nel girone, altri 400 punti per chi vince la semifinale e altri 500 per chi vince la finale. Punti massimi ottenibili, per chi vince il torneo da imbattuta: 1500 (vedi QUI a pagina 100).
a pagina 3: Le giocatrici dalla 1 alla 4