Sono passati 308 giorni da quel 30 dicembre, che rappresenta non solo l’inizio della stagione agonistica, ma anche la prima pagina di un libro che racconta la storia meravigliosa di una ragazza, Jasmine Paolini, che nel pieno della propria maturità sportiva e tennistica, quei 28 anni che, di solito, raffigurano il momento in cui si raggiunge la piena consapevolezza dei propri mezzi e il punto di equilibrio tra il massimo splendore fisico e la maturità necessaria per affrontare le situazioni di gioco e di vita agonistica. Un equilibrio che Jasmine ha raggiunto sbocciando nel pieno del suo tennis e irrorando ogni giorno di più un 2024 che sembra avvolto da un’aurea perpetua di soddisfazioni. Ultima di queste, la vittoria con Elena Rybakina alle WTA finals: 7-6, 6-4 ottenuto con una maturità ed una chirurgica precisione dell’analisi dei momenti che alimenta la consapevolezza di essere numero 4 al mondo.
Eh già, perché in tanti, sono stati troppo frettolosi nel dire che il girone delle WTA Finals di Paolini con, Rybakina, Zheng e Sabalenka, fosse il più difficile di tutti, il girone terribile dal quale difficilmente sarebbero arrivate soddisfazioni tricolori. Tutto, come al solito, detto con il senno di prima, con quel retrogusto da sindrome dell’impostore al contrario, come se Paolini non avesse meritato di essere lì dov’è, come se non ci fossero sul campo e a più riprese, testimonianze, risultati, prove tangibili di una crescita organica, non figlia dell’estemporaneità ma concreta nel suo evolversi nel tempo, con avversarie, superfici, condizioni sempre differenti: non è un caso. Non può esserlo.
Ed ecco dunque, 59 partite dopo quella prima vittoria dell’anno ottenuta con Kerber alla United Cup, prepararsi ad affrontare, senza nulla da temere, la numero 1 al mondo, Aryna Sabalenka, in un match che può valere la semifinale delle Finals, un obiettivo che forse nemmeno lei si aspettava, e che invece ad oggi rappresenta una concreta possibilità di continuare a scrivere, in singolare, ma anche in doppio con Sara Errani (non dimentichiamo), le pagine finali di una grande storia di successo.
@thecharlesgram