Vicinissima a perdere l’incontro d’esordio alle WTA Finals in scena a Riyadh, Iga Swiatek rimedia rimontando Barbara Krejcikova e aggiudicandosi il match dopo oltre due ore e mezzo. La polacca, che ha perso la prima posizione del ranking mondiale, non giocava da due mesi (l’ultima partita allo US Open) e le domande in conferenza stampa non potevano quindi che partire da qui: dalla pausa che si è concessa la campionessa di Varsavia e che forse l’ha condizionata in questo debutto in Arabia Saudita.
D. Come è stato respirare il clima del circuito dopo uno stop prolungato come questo?
Swiatek: “Di certo non è stata una partita facile. All’inizio ero davvero in difficoltà e sono contenta di aver ritrovato, sia pure in parte, i miei colpi. Ho avvertito gli effetti dell’inattività, anche se persino quando gioco molti incontri la mia mente quasi si dimentica di come si affrontino determinate emozioni o situazioni. Oggi sapevo che avrei faticato e sono stata brava nel pazientare fino a che il livello del mio gioco è salito a sufficienza”.
D. Cosa in particolare è cambiato nel tuo tennis per cambiare il corso del match?
Swiatek: “Non riuscivo a tenere il palleggio. Posso immaginarmi qualsiasi tattica, ma per prima cosa devo tenere la palla in campo; ho cercato allora di tenere lo scambio e di fare meno errori. Ho provato a ripartire dalle cose semplici e ha funzionato”.
D. Dieci ace. Hai lavorato in particolare su questo colpo?
Swiatek: “Ho fatto qualcosa, ma nulla di specifico. La battuta sta migliorando da un po’ di tempo ormai, anche se talvolta rende al di sotto delle attese. Non mi capita spesso di fare tanti ace. Oggi mi sono stati di grande utilità perché avevo bisogno di punti facili”.
D. Che ne dici dell’atmosfera? Poca gente oggi…
Swiatek: “Anche oggi c’erano dei miei connazionali a tifare per me. E’ sempre bello perché ovunque vado trovo gente del mio Paese che mi sostiene, anche quando gioco male, come oggi. Per il resto sì, non c’era molta gente ma era un giorno lavorativo qui; penso che ne verrà di più nei prossimi giorni. In ogni caso, il fatto che l’ambiente fosse piuttosto tranquillo mi ha aiutato dato che era il mio primo match dopo la pausa…”
D. Quali aspetti ti hanno convinta a scegliere Wim Fissette come nuovo coach?
Swiatek: “Ho bisogno di essere rassicurata dal punto di vista tecnico ma anche dalla persona e dal suo livello di coinvolgimento. Ci siamo sentiti online e mi ha parlato degli aspetti sui quali avrebbe voluto lavorare e come. Era tutto in linea con quello che pensavo del mio gioco e che avrei voluto cambiare ma c’erano anche alcune questioni sui cui non avevo mai riflettuto. In seguito, ci siamo visti a Varsavia e ho potuto vedere sul campo come intendesse affrontare tutto ciò di cui avevamo parlato. L’ho sentito veramente coinvolto. Inoltre, sa ascoltarmi: mi ha lasciato parlare ed è stato divertente”.
D. Wim è un uomo di statistiche. Hai già sperimentato questo aspetto? Ti piace?
Swiatek: “Io vivo più di emozioni, ma mi piace come imposta il discorso pre-match. Sì, ci sono i numeri nella sua testa, ma li sa argomentare con efficacia e competenza e quindi mi convince della bontà delle sue osservazioni. Penso che possiamo completarci a vicenda”.