Vi ricordate che al Challenger 125 di Bratislava (Slovacchia, cemento indoor) avevamo lasciato il 18enne croato Dino Prizmic, dopo la sua vittoria contro il nostro Luca Nardi, alle prese con il grande veterano Stan Wawrinka? Superato con un balzo ‘Stan the man’ col punteggio di 6-2 4-6 6-3, lo spalatino si è ritrovato nei quarti alle prese col britannico Jacob Fearnley, forse il giocatore più caldo del circuito. Nessuna paura perché, dopo un momento di difficoltà nel primo set, anche Fearnley è stato domato col punteggio di 3-6 6-4 6-3.
Sul velocissimo campo della splendida AXA Arena NTC la stellina croata stava già pregustando il suo secondo titolo Challenger e la semifinale contro il belga Raphael Collignon, onesto lavoratore della racchetta, sembrava poco più che una formalità. Quindi è partito con il suo solito piano tattico: tirare forte e sulle righe, e pazienza se talvolta si pecca per eccesso. Questo è effettivamente un bel punto di partenza, peccato che per fare un giocatore di vertice servano tante altre cose, come ha dimostrato il dipanarsi della partita che si è man mano complicata per il ragazzo croato che, non appena Collignon ha alzato il proprio livello, si è improvvisamente trovato senza un buon piano B. Il belga infatti, indietro di un set e di un break, ha cominciato a non sbagliare più niente, lasciando in questo il testimone a Prizmic. Così è finita che il giovane spalatino si è arreso col punteggio di 3-6 6-3 7-6(4) e che Raphael Collignon è andato a giocarsi il titolo contro il russo Roman Safiullin (n.59 ATP e prima testa di serie). Ha vinto, forse inevitabilmente, con un netto 6-3 6-4 Safiullin che mette così in bacheca il suo sesto titolo Challenger, il secondo di questa stagione. Il 22enne belga si deve invece accontentare del nuovo best ranking alla posizione n.138 ATP.
Se qui in Europa Prizmic ha un po’ monopolizzato l’attenzione, dall’altra parte dell’oceano ha risposto per le rime Learner Tien che al Challenger 75 di Charlottesville (Virginia, cemento indoor) sembrava avviato a proseguire la sua striscia vincente (tre vittorie e altrettante semifinali da luglio in poi). Il 18enne californiano di origini vietnamite in semifinale era sicuramente intenzionato a fare polpette di James Kent Trotter, nativo giapponese a dispetto del nome. Ma Trotter, che ad essere sinceri non conoscevamo troppo bene, non era per niente d’accordo. Così succede che ci mettiamo a seguire il match aspettandoci l’ennesimo show di Tien, con le sue sbracciate mancine, e invece scopriamo questo filiforme 25enne dal rovescio a una mano e dall’indubbio talento. E ci viene spontaneo domandarci dove si fosse nascosto finora il ragazzo. Facile la risposta: era a studiare alla Ohio University dove ovviamente faceva parte della squadra di tennis, con ottimi risultati tra l’altro. E fino a tutto il 2022 le sue apparizioni nel circuito professionistico erano state sporadiche e non particolarmente fortunate. Solo quest’anno si è dedicato anima e corpo alla professione e finalmente i risultati hanno cominciato ad arrivare con la vittoria al Challenger di Tyler (a giugno) e la finale a Columbus (settembre).
In finale ha trovato dall’altra parte della rete un teenager terribile: Ninesh Basavareddy, anche lui figlio di immigrati (in questo caso indiani) e anche lui studente universitario alla prestigiosa Stanford University, con nel bagaglio già tre operazioni al ginocchio destro. Buon per lui che almeno ha riposto gli occhialoni con cui vinse il Bonfiglio due anni fa a favore di un buon paio di lenti a contatto. Ne è scaturita una partita meno equilibrata di quanto si potesse pensare con Trotter che ha tenuto sempre sotto scacco l’avversario con il suo servizio molto penetrante che alla fine gli ha regalato ben 16 ace. Se aggiungiamo le sue geometrie molto aggressive e un’ottima copertura della rete, si spiega facilmente il 6-3 6-4 (un break a set) con cui il giapponese si porta a casa il secondo titolo in carriera e il suo nuovo best alla posizione n.198 ATP. Un pelo più avanti Basavareddy che si migliora al n.170. Dovessimo comunque giudicare da quanto visto nella palestra del ‘Boar’s Head Sports Club’, accomunando nella valutazione il giovane sconfitto di giornata,
diremmo che il tennis dei prossimi anni è decisamente in buone mani.
Del Challenger 50 di Brazzaville (Congo, terra battuta) avevamo già parlato nel precedente report a proposito di Matteo Covato (che, tra l’altro, intervisteremo a breve). A fargli compagnia, come accennato, c’era anche Simone Agostini che, prematuramente eliminato in singolo, si è preso una bella rivincita arrivando fino alla finale del doppio dove, in coppia col sudafricano Alec Beckley, è stato sconfitto a un passo dal traguardo da Bax/Singh che si sono imposti col punteggio di 7-5 6-1. Per il 27enne originario di Civitavecchia è decisamente un buon momento dopo che la scorsa settimana aveva vinto a Santa Margherita di Pula un ITF da 25.000$ in coppia con l’inseparabile Gianluca Cadenasso. Per lui nuovo best di doppio alla posizione n.333 ATP.