Qinwen Zheng è una vera e propria lottatrice in mezzo al campo. La vittoria contro Rybakina è la ventesima in stagione ottenuta al terzo set: un risultato assolutamente non da poco. Quando il gioco si fa duro, la tennista cinese è pronta a fare sul serio. Nel giro di due ore e mezza di gioco, la numero 7 al mondo ha battuto Rybakina 7-6(4) 3-6 6-1, trovando la prima vittoria nel girone A, a pari merito con Jasmine Paolini con cui mercoledì si giocherà l’accesso alla semifinale (3-0 i precedenti in favore della cinese). Zheng è intervenuta alla fine della partita in conferenza stampa.
D: Qinwen, congratulazioni. Come ti senti ad aver ottenuto la tua prima vittoria qui in questo torneo?
“E’ stato fantastico, soprattutto per la lotta che c’è stata, mi sento entusiasta per aver vinto questa partita. Mi piace giocare di fronte alla folla, godermi l’ambiente, non mi piace quando lo stadio è silenzioso. Mi piace qualcosa che mi tiri su, che mi faccia sentire la grinta durante la partita“.
D: Questa è stata la tua ventesima vittoria in tre set quest’anno. Cosa ti rende speciale quando si va al terzo set? Sai che è il massimo nel tour in otto anni?
“Beh, non lo so. Ho avuto molte possibilità nel secondo set ma non le ho sfruttare. Sono contenta di essere riuscita a brekkare per prima: era fondamentale. Forse è merito della condizione fisica e del fatto che riesca a restare concentrata senza lasciarmi andare dopo un set perso“.
D: Qual è stato il tuo highlight della partita? Il momento che ti è piaciuto di più?
“Penso quando ho iniziato a urlare “c’mon” nel terzo set. Perché sentivo che l’avevo lasciata tornare in partita perché ero troppo silenzioso, non avevo mostrato a sufficienza la mia energia. E una volta che ho mostrato
energia in campo, ho sentito che il mio livello automaticamente è salito, come se riuscissi a vedere meglio la palla e a reagire più velocemente”.
D: Cosa ne pensi a proposito delle tue chance di qualificazione?
“Devo solo pensare a fare del mio meglio e vincere la prossima partita, non pensare a cosa è successo prima. Devo concentrarmi solo su me stessa e sull’avversaria“.
D: Quali sono le cose più importanti per te nel rapporto giocatore-allenatore?
“Penso che la cosa più importante sia che l’allenatore deve sempre dire la verità. Non importa se sei la numero 700 o la 1° al mondo. Lui mi fa sempre notare qualcosa dopo la partita, anche oggi ad esempio mi ha detto di fare attenzione quando colpisco una pallina per frustrazione perché potrebbe arrivare su un raccattapalle. Inizialmente non la prendevo bene ma dopo ho capito che c’è sempre qualcosa su cui si può migliorare. Per un allenatore non è facile, specialmente quando sei a questo punto. Onestamente, quando ero junior, era più facile perché ascoltavo tutto quello che mi veniva detto“.
D: Hai avuto un grande anno. Quali sono le tue ambizioni per il 2025?
“Per me è difficile pensare al 2025, è ancora molto lontano, ma credo che si tratti sempre delle solite cose, ovvero non rilassarsi mai, perché una volta che ti rilassi è facile lasciarsi andare. Quindi so quanto sia importante rimanere mentalmente forti e concentrati. Ma al momento non ci voglio pensare e concentrarmi solo su questo torneo“.