Al Challenger 75 di Matsuyama (Giappone, cemento outdoor) si chiude nei quarti di finale l’entusiasmante torneo di Federico Cinà che ha così sfruttato al meglio l’ultima delle otto wild card ottenute grazie alla sua classifica da Junior nell’ambito dell’Accelerator Program. Questo era appunto il suo ottavo Challenger dopo Shenzen, Guangzhou, Perugia, Sassuolo, Milano, Skopje ed Olbia. E finora, più che comprensibilmente, non aveva vinto una sola partita, pur lasciando sempre l’impressione di avere il livello per essere competitivo. Qui in Giappone invece ha decisamente fatto il botto, battendo prima il qualificato Dane Sweeny (n.330) e poi in rimonta l’australiano Li Tu (n.178), il suo primo scalpo top 200. Gli è poi stato fatale l’incrocio con Nicolas Moreno de Alboran (n.119 e quinta testa di serie) che effettivamente sulla carta si presentava proibitivo, anche se noi, sotto sotto, contavamo sul fatto che il 17enne siciliano ha tanto di quel talento che nulla gli sembra precluso in partenza. Purtroppo per Federico il 27enne statunitense ha recitato perfettamente la sua parte e sfruttando tutte e tre le palle break avute sulla racchetta non gli ha lasciato scampo (6-3 6-4). A Cinà, oltre al nuovo best ranking alla posizione n.596, rimane la grande soddisfazione di aver registrato progressi importanti che lasciano molto ben sperare per la prossima stagione.
Doveva esserci anche Mattia Bellucci che partiva con la seconda testa di serie ma purtroppo ha dato forfait prima del match contro il georgiano Nikoloz Basilashvili, sostituito dal lucky loser Philip Sekulic. Probabilmente per il persistere del fastidio alla coscia che già l’aveva costretto a saltare il Challenger di Brest. Una vera disdetta per il tennista di Busto Arsizio che al momento è n.102 ATP ed è alla ricerca dei punti necessari per avere la sicurezza di entrare nel tabellone principale degli AO. E’ durata invece poco l’avventura di Matteo Gigante che al Challenger 75 di Matsuyama (Giappone, cemento outdoor) si è arreso con uno sconfortante 6-0 6-4 al padrone di casa Hiroki Moriya (n.391) che giocava da lucky loser.
Al Challenger 125 di Helsinki (cemento indoor sui campi del ‘Tali Tennis Center’) c’erano tre azzurri in tabellone: Luca Nardi, Federico Arnaboldi e Andrea Pellegrino. Nardi contro il danese Homgren, molto più insidioso di quanto la sua classifica (n.180) non lasci supporre, ha ottenuto una faticosissima vittoria dopo un primo turno di tutto relax contro Goncalo Oliveira. Holmgren noi l’abbiamo visto un paio di volte dal vivo e vi possiamo assicurare che, a 26 anni già compiuti e pur non baciato da un gran talento, è uno che non ti regala un punto che è uno, tignoso come pochi. Se n’è accorto anche il tennista pesarese cui nel primo set non è stato sufficiente andare a servire sul 6-5 e pure nel tie-break, vinto a sei, si stava complicando la vita. E anche il secondo parziale, risolto anch’esso al tie-break, non è stato una passeggiata. Adesso l’azzurro troverà, nel pomeriggio di venerdì, il britannico Jan Choinski (n.185), e parte chiaramente favorito, ma anche consapevole che il suo peggior nemico è dentro di sé. Fuori al secondo turno Arnaboldi che con la vittoria contro Kukushkin (6-4 7-5) sembrava aver ritrovato una buona linea di galleggiamento, salvo poi farsi sorprendere (6-2 6-4) dall’altro kazako Denis Yevseyev (n218 ATP). Secondo turno fatale anche per Pellegrino che, dopo la vittoria contro il francese Alexis Gautier, è stato eliminato 7-5 6-4 dal tedesco Henri Squire (n.190).
Negli USA si giocava a Knoxville (Challenger 75, cemento indoor), città di 200.000 abitanti, la terza più grande del Tennessee, ed era la prova del nove per James Kent Trotter e Nishesh Basavareddy dopo la loro splendida prestazione di Charlottesville. Prova superata a pieni voti perché entrambi sono approdati ai quarti di finale senza perdere un set. Alla festa si è iscritto anche Learner Tien che pure ha raggiunto i quarti a spese dei due qualificati Max Wiskandt e Micah Braswell.
Niente candeline invece per l’austriaco Joel Schwarzler che si è fatto sorprendere all’esordio dal gigante Christopher Eubanks che dall’alto dei suoi 201 cm l’ha massacrato col servizio: 6-4 6-1 senza concedere una sola palla break.