Giornata di semifinali al Belgrade Open 2024, ATP 250 organizzato nella capitale serba. Il primo a staccare il pass per la finale è stato Denis Shapovalov, autore di una prestazione monstre che gli ha permesso di sbarazzarsi di Jiri Lehecka in meno di un’ora. A seguire, Hamad Medjedovic ha avuto bisogno di quasi due ore e mezzo di tennis per superare lo scoglio Laslo Djere, suo connazionale. Al tie-break del terzo set, però, ce l’ha fatta e si è prenotato così un posto nella sua prima finale ATP.
[Q] D. Shapovalov b. [4] J. Lehecka 6-2 6-1
Troppa differenza. Nella prima semifinale sono scesi in campo Denis Shapovalov, numero 78 ATP, e Jiri Lehecka, numero 31 ATP. Il primo partito dalle qualificazioni, il secondo quarta testa di serie del torneo (ma, di fatto, il secondo con la classifica più alta). Eppure, ciò che si è visto in campo sembra quasi aver ribaltato questi dati. Con un sorprendente 6-2 6-1, in cinquantasette (!) minuti di gioco, il canadese ha completamente surclassato il suo avversario – che oggi compie 23 anni – da ogni lato del campo.
Una versione di Shapovalov, questa, che non si vedeva da parecchio tempo. Insidioso con il dritto, esplosivo con il rovescio, pronto in risposta e impeccabile al servizio – 1 punto perso su 26 con la prima in campo e nessuna palla break offerta -, il canadese conquista così la settima finale ATP, la quinta su cemento indoor e la prima da Vienna 2022. Virtualmente sale al 61esimo posto in classifica. Per sfondare il muro della top 60, ora, gli serve il titolo.
Lehecka, invece, esce dal campo deluso, con la terza sconfitta contro un tennista fuori dalla top 50 da febbraio (13 successi). Poco centrato, sfiduciato e in balìa dell’avversario, il ceco – separatosi da Tomas Berdych due mesi fa – non ha saputo porre resistenza all’esuberanza del canadese. Per quest’ultimo, la rovinosa sconfitta di un paio di anni fa a Rotterdam è quindi più che vendicata.
IL MATCH – Inizio di partita molto convincente e solido da parte di Shapovalov. Il tennista canadese, dopo aver tenuto il primo turno di battuta a 30 rodando un po’ i colpi, nel suo gioco inaugurale in risposta manovra in maniera eccelsa con il dritto mancino, costringendo spesso Lehecka a difendere. Il ceco fa quel che può: annulla due palle break di potenza ma nella terza va fuori giri e regala la battuta. Con un ace sulla ‘t’, poi, il numero 78 ATP firma il 3-0.
Continua a soffrire la quarta forza del seeding. Ai vantaggi, però, mette in tasca il suo primo gioco, ma rimane ancora abbondantemente sotto nel punteggio. Annullate quattro palle del doppio break, Lehecka ci prova a mettere in difficoltà Shapovalov in risposta. Il canadese è però impeccabile con il colpo di inizio gioco e dopo trentaquattro minuti intasca piuttosto agevolmente il parziale per 6-2, con tanto di break finale su un Lehecka che sembra far fatica a trovare i giusti appoggi per colpire le insidiose palle che gli propone l’avversario.
Senza inibizioni il nordamericano inizia la seconda frazione così come aveva terminato la prima. Lo stesso fa il ceco, ancora poco brillante, lento negli spostamenti e insolitamente poco incisivo su una superficie che dovrebbe essergli congeniale. Va da sé, break Shapovalov che in un batter d’occhio allunga sul 3-0. Il canadese tiene le marce alte e continua a sfoderare un tennis d’altissima fattura che toglie il fiato a un impotente Lehecka, sovrastato dal tennis del suo sfidante. Arriva quindi il secondo break canadese e, poco dopo, la vittoria per 6-2 6-1 in meno di un’ora di folgorante tennis ‘shapovaloviano’.
[WC] H. Medjedovic b. [WC] L. Djere 6-2 3-6 7-6(2)
Ed ecco la semifinale che il pubblico aspettava. Due giocatori di casa: il giovane serbo Hamad Medjedovic e il più esperto Laslo Djere. Ad avere la meglio, dopo quasi due ore e mezzo di tennis, è stato il classe 2003, vittorioso con il punteggio di 6-2 3-6 7-6(2). Un terzo set lottatissimo si è risolto al tie-break e qui l’allievo di Viktor Troicki si è dimostrato più solido e capace di tenere ritmi elevati nello scambio.
Arriva quindi la prima finale ATP per Medjedovic, che diventa il secondo tennista serbo (chiaramente, dopo Novak Djokovic) a giocare una finale nel proprio paese. Pareggiati i confronti diretti con Djere (2-2) – per quest’ultimo sfuma la prima finale ATP su cemento indoor -, ora l’ultimo campione delle Next Gen ATP Finals vede avvicinarsi la top 100 (virtualmente è 108) e il best ranking (102). Un successo in finale contro Denis Shapovalov gli aprirebbe le porte dei primi 100 tennisti al mondo. Proprio lì, a casa sua.
IL MATCH – È Djere a cominciare in battuta l’incontro e lo fa tenendo il suo primo turno a 30 senza troppi problemi. Lo segue a ruota libera Medjedovic, sfornando una dietro l’altra prime vincenti. Nel terzo gioco il rovescio tradisce il serbo più esperto. Il più giovane arriva così a palla break, risponde bene e strappa quindi la battuta all’avversario. Confermato il break a 0, il campione delle ultime Next Gen ATP Finals continua a imprimere un ritmo molto alto al connazionale, che spesso è il primo a sbagliare. Arrivano quindi altre chance in risposta per Medjedovic. Djere però non si scompone e rimane aggrappato al parziale.
Ci prova Laslo ad acciuffare nel punteggio l’avversario arrivando a palla break. Hamad si innervosisce, sbaglia qualche colpo di troppo, ma è comunque bravo ad aiutarsi con la battuta per cancellare le occasioni avversarie e mantenere quindi il vantaggio. Il pallino del gioco è quasi sempre nelle mani del classe 2003 di Novi Pazar che, appena può, attacca l’avversario. In questo mondo Medjedovic agguanta il doppio break e, pochi istanti a seguire, il parziale con lo score di 6-2 dopo trentanove giri di orologio.
Uscito dal campo per un toilet break, il numero 156 ATP ritorna nel rettangolo da gioco un po’ imballato e permette così allo sfidante di iniziare con il piede giusto la seconda frazione. La regola dei servizi va per la maggiore a inizio parziale, fino a che nel sesto gioco Medjedovic si deconcentra per un momento e si ritrova subito a fronteggiare palle break. Diventano presto troppi gli errori da parte sua. Spacca pure una racchetta e, alla settima opportunità, cede la battuta. Istantaneamente chiama il medical timeout per cause sconosciute – forse mal di stomaco o capogiri –, poi torna in campo, ma il 29enne di Senta non perde il focus e continua a giocare un tennis solido che gli permette di salire 5-2. Il 6-3 è presto servito. Dopo un’ora e venticinque minuti si va al terzo.
È Djere questa volta a usufruire del toilet break tra secondo e terzo set. Alla ripresa del gioco Medjedovic mette da subito la testa avanti nello score, ma il numero 141 ATP non perde il ritmo e gli rimane appresso. Entrambi sfruttano al meglio la battuta e cercano più che possono di regalarsi punti facili direttamente con la prima. Per sei giochi ci riescono alla perfezione, fino a che nel settimo Djere inizia a rispondere alla grande. Arriva a palla break, ma l’avversario torna a lanciare missili terra-aria e rimane quindi avanti nel punteggio. La stessa situazione si ripete poi nel nono gioco.
Il tie-break non tarda ad arrivare. È l’allievo di Viktor Troicki a tenere meglio lo scambio. Si porta infatti subito sul 3-0 con due minibreak all’attivo e, spingendo con il dritto, poco dopo sul 4-1. Djere perde margine nei colpi e infine è costretto a cedere a seguito di uno scambio estenuante. Il vincitore è Medjedovic, dopo quasi due ore e mezzo di tennis, con lo score di 6-2 3-6 7-6(2).