Continua a non splendere il periodo dell’ex numero 1 del mondo Daniil Medvedev, sconfitto all’esordio alle Nitto ATP Finals in due rapidi set da Taylor Fritz col punteggio di 6-4 6-3. Il russo è apparso emotivamente instabile, nervoso e poco lucido: il servizio continua a non funzionare e i tre doppi falli consecutivi sul 4-5 ne sono il più lampante esempio.
Racchette spaccate, warning, penalty point e grande show mostrato a un pubblico che non sembra aver apprezzato l’atteggiamento del moscovita.
Meriti, anche, a un ottimo Taylor Fritz, capace di restare concentrato nel corso dell’intero match, senza mai concedere opportunità di rimonta. Ecco cosa ne pensa Daniil Medvedev.
D. Non l’inizio che avresti voluto. Su cosa pensi di dover lavorare per la tua prossima partita?
“Non ne ho idea. Semplicemente proverò a fare meglio. Non dovesse funzionare, sarò felice di essere fuori. Se funzionerà, sarò felice di restare“.
D. Ti ha sorpreso che Taylor riuscisse a rimanere negli scambi lunghi, vincendono anche molti?
“Per niente. Le palline lo rendono possibile per tutti. Da due o tre anni ogni allenamento è uno sforzo. Ora non provo più alcun piacere nello stare in campo.”
Ubaldo Scanagatta, Ubitennis: Lo sai, mi piaci. Mi piace la tua intelligenza, così come la tua pazzia. Quest’ultima tua versione l’ho vista quando giocasti con Sinner, qualche anno fa. E oggi, quando hai cominciato a “giocare” con la racchetta”. Cosa passa per la tua testa in quei momenti? Cosa ti aspetti succeda?
“Sfortunatamente, per la testa non mi passa nulla e non mi aspetto niente. Mi arrabbio. Questa volta con me stesso, con nessun altro. Solo con me. È veramente frustrante. Palle break, righe: ho perso la partita, non mi importa. Ma bisogna finire la partita, non ci si può ritirare, no? Ho semplicemente finito il match“.
D. Speri semplicemente che quest’anno finisca?
“Al 100%. È la prima volta che lo dico. Di solito, le ATP Finals non erano facili per me. L’unica volta in cui le ho vinte, la stagione cominciò con lo Us Open, fu un po’ diverso. Ma come sempre, combatto. Come ho detto, da tempo combatto con qualcosa che non dipende da me. Sono un buon lottatore e sono ancora numero 4 del mondo. Potrei diventare 5 se Taylor gioca bene qui: una posizione ancora abbastanza decente. Sono sicuro piacerebbe a un sacco di ragazzi. Ma ora sono stanco di combatterlo. Sono stanco di lottare con qualcosa che non dipende da me. Vedremo come andrà. Oggi ho avuto le mie occasioni. Le avrò nelle prossimi partite. Se non funzionerà, andrò in vacanza. Sono felice“.
D. Hai fatto alcuni commenti sulle palline nelle ultime settimane. Ciò influenzerà la tua preparazione per la prossima stagione? Tu e il team cercherete di fare qualche modifica?
“Al 100, quello è l’obiettivo. Ci proviamo sempre e lo faremo di nuovo. Sento di poter battere ancora molti giocatori. Avrei potuto vincere oggi forse se fossi stato in una forma migliore o perfino un po’ più fortunato e non avessi commesso quei tre doppi falli. Mi sento molto in svantaggio, ma devo fare qualcosa al riguardo. Al momento non trovo il modo giusto, non trovo la strada per uscire da match come a Shanghai o Pechino [sconfitto in due set, rispettivamente, da Sinner e Alcaraz], perfino allo US Open [ancora Jannik]. Non trovavo la soluzione giusta, vado in campo e so come voglio giocare e cosa voglio fare. Ora, letteralmente chiunque riesce a tenere lo scambio con me. In ogni match so di dover colpire qualsiasi cosa. La tattica importa meno, è solo questione di lottare e servire bene.”