[1] J. Sinner b. [7] A. De Minaur 6-3 6-4
Il pienone all’Inalpi Arena, di cui fanno parte anche varie conoscenze del tennis italiano, come Jasmine Paolini, Lorenzo Sonego e Flavio Cobolli, vede scendere in campo l’uomo che tutti aspettano, Sinner. Il gioco di De Minaur, da contrattaccante puro, non è apparso affatto efficace contro Jannik, che non si è lasciato mai sorprendere e ha saputo reagire magistralmente all’unico break concesso (sull’unica palla break concessa, tra l’altro). Con una tattica tanto semplice quanto letale, quella di muovere de Minaur da destra a sinistra in continuazione, Sinner ha saputo gestire perfettamente gli scambi; per quanto riguarda il servizio sono state letali, invece, le varie risposte al corpo che l’altoatesino ha sferrato sulle seconde di De Minaur, che alla fine dell’incontro vede una percentuale di punti vinti sulla seconda del 37%, contro il 76% di Jannik. Sinner registra così l’ottava vittoria in altrettanti incontri contro l’australiano, nonché 66esima stagionale.
Primo Set: De Minaur inizia bene, Sinner rimonta e si invola in solitaria
L’inizio non è dei migliori per l’altoatesino, che dopo aver vinto il primo gioco al servizio a 0, si vede breakkato alla prima occasione utile dall’australiano: il punteggio è di 2 giochi a 1 per De Minaur. È sufficiente alla telecamera inquadrare Jasmine Paolini, fresca di rientro dalle Finals del circuito femminile, per scatenare il boato di tutta l’arena: il tifo rinvigorisce anche Sinner, che inizia a volare. Da quel momento Jannik procede a un ritmo travolgente, vincendo sette punti di seguito, che gli permettono di rubare il servizio a De Minaur (con uno splendido passante di rovescio, che scatena il coro “Olé, olé olé olé, Sinner, Sinner” in tutto lo stadio) e riportarsi in vantaggio per 3 giochi a 2. La macchina non si ferma, Sinner brekka ancora, portandosi ulteriormente in vantaggio: sul 5 a 2, la statistica recita degli ultimi 20 punti un parziale di 17 punti a 3 per Jannik, che ora risponde per vincere il primo set. De Minaur si prende qualche rischio in più, specialmente con la seconda (alla fine del primo set i dati parlano di un mero 22% di punti vinti con la seconda di servizio), e riesce a portare a casa il game; il gioco successivo ci mette un po’ a iniziare, il tutto perché tra gli spalti qualcuno ha bisogno di più di un richiamo dall’arbitro per accorgersi di avere il flash del cellulare acceso. Jannik trema un po’, passando da 30-0 a 30 pari, ma chiude la pratica: il primo set è suo.
Secondo set: un Sinner inavvicinabile come il sole brucia De Minaur
Il secondo set vede all’inizio Sinner mai in dubbio al servizio, con i primi due game in battuta vinti a zero, a differenza di De Minaur che qualche 30 per strada lo lascia. Al quinto gioco la fine per De Minaur sembra vicina, con Sinner che cambia marcia e va a prendersi tre chances per breakkare. Proprio in questo momento la partita si interrompe, questa volta non per un flash sugli spalti, bensì per un malore tra il pubblico: Jannik si adopera subito per portare una bottiglia di acqua fresca, tra gli applausi dell’Inalpi Arena, per poi discutere con il giudice arbitro e De Minaur se il malore potesse essere connesso con l’aria dello stadio, resa pesante dall’umidità. Il gioco riprende con il break di Sinner, che si avvicina al traguardo. Dopo un game che poteva complicarsi, ma che viene disinnescato dall’altoatesino magistralmente, il match prosegue sino al 4 giochi a 3. Jannik perde il primo 15, per poi andare a infilare un dritto pauroso e due aces che, accompagnati da un errore nella discesa a rete di De Minaur, lo portano a un solo game dalla vittoria. Il gioco successivo l’australiano non si fa breakkare: Jannik dovrà andare a prendersi la vittoria col servizio. L’ultimo game riassume perfettamente tutta la partita: Jannik è troppo forte per De Minaur. Sul 30-0 Sinner sorprende De Minaur con un eccezionale serve and volley, per poi andare a servire l’ottavo ace dell’incontro: se Jannik batterà Fritz martedì, con contemporanea vittoria di Demon su Medvedev, sarà sicuro di passare il girone da primo.
A cura di Francesco Maconi