Le Nitto ATP Finals a Torino non vogliono dire soltanto tennis maschile e spettacolo in campo, ma anche una vera e propria festa del tennis e dello sport fuori. Lo dimostra la presenza davanti a una folla entusiasta di Jasmine Paolini presso lo stand Isybank di Intesa Sanpaolo nel fan village. Un’occasione che ha permesso alla n.4 al mondo di incontrare i fan, ma anche e soprattutto di rilasciare interessanti dichiarazioni per la stampa presente. Sia stesso allo stand Isybank, sia ai microfoni del direttore Ubaldo Scanagatta e di Massimo Caputi per RTL 102.5 presso la lounge Intesa Sanpaolo nel cuore dell’Inalpi Arena.
Riportiamo di seguito il botta e risposta tra Paolini e Ubaldo.
D: “Schiavone è stata numero 4 del mondo e tutti dicevano che ora Paolini ha fatto come lei…Ma anche Sinner dice che non conta esser numero 1 a giugno, ma conta esserlo alla fine dell’anno“
Paolini: “Ah se lo ha detto Sinner ci crediamo, lo prendiamo per buono. Sicuramente credo sia stato il risultato di tutta la continuità che ho avuto nel corso della stagione. Francesca ha vinto il Roland Garros, io ho fatto finale: quindi è un po’ diverso. Quello che posso dire è che quando da bambina vedevo Pennetta, Schiavone, Errani, Vinci fare questi numeri, pensavo fosse qualcosa di enorme. Adesso ritrovarmici, è un po’ diverso: devo ancora realizzarlo bene. Visto da bambini, da fuori, sembra molto più grande”
D: “Chi ti ha impressionato di più fra le prime tre? Chi è scavalcabile?“
Paolini: “Quella che mi ha impressionato tantissimo è la Gauff, con cui mi sono allenata tanto ultimamente. Per me ha una pesantezza di palla fuori dal normale, e infatti una parte della stagione l’ha giocata benissimo“
D: “Più di Sabalenka?“
Paolini: “Sì, sinceramente sì. Non pensavo, poi magari è il tipo di gioco che mi da’ più fastidio, non lo so, però per me ha una pesantezza di palla importante”
D: “Che effetto ti ha fatto vedere che il doppio è stato vinto da una coppia con cui avete avuto match point?“
Paolini: “Dito nella piaga…È stata tosta da digerire. Sinceramente giocavano bene, era un match equilibrato. Il rammarico è più sul secondo match, quello che abbiamo perso con Chan e Kudermetova. Li è stato un matchpoint solo, un servizio forte al corpo su Sara. Purtroppo il doppio fra il punto secco sul 40 pari e il match tiebreak, è duro“
D: “Cosa sceglieresti tra il titolo a Dubai e la finale di Wimbledon? Secondo me non c’è paragone“
Paolini: “Meglio la finale di Wimbledon? Sì, le due settimane di Wimbledon forse hanno avuto un valore aggiunto rispetto alle altre. La partita ce l’ho ancora un po’ qua, però sinceramente è stata un’esperienza incredibile. È il torneo dei tornei“
D: “Un futuro in panchina per Sara Errani? La vedresti bene nel tuo box, permanentemente?“
Paolini: “Secondo me sarebbe molto brava. Ogni tanto nel mio box c’è già: mi da una mano, consigli”
Di seguito abbiamo le dichiarazioni riportate presso lo stand Isybank dalla n.4 al mondo.
“E’ stato un bell’anno, di tante prime volte, tante soddisfazioni in campo, un anno pazzesco che sinceramente non immaginavo. Ho avuto tanta emotività durante l’anno, ho vissuto dei momenti pazzeschi a cui non avrei mai creduto se me lo avessero detto prima”, riflette l’azzurra, guardando anche avanti, “Penso spesso a cosa possa migliorare nel mio 2025. Cerco di ripetere a me stessa che l’obiettivo per il prossimo anno debba essere quello di continuare a divertirmi, di cercare di tenere il livello che ho espresso quest’anno ma senza troppe aspettative. Sarà difficilissimo ripetere un anno come questo, ma continuerò a migliorarmi. Ci sono state tantissime esperienze, ma l’obiettivo principale deve essere quello di divertirmi, continuare a giocare a questo livello e trovare la maniera di farlo, con il lavoro. L’obiettivo è competere al livello di quest’anno cercando di giocare con tutta la serenità e la serietà di questo mondo, senza obiettivi troppo grandi o specifici“.
Chiaramente il momento del tennis italiano è quasi unico anche perché sia nel maschile che nel femminile il tricolore sta sventolando altissimo. Grazie alla doppia J di Paolini e Sinner: “La strada di Jannik è stato molto più veloce della mia (ride). Il doppio con Sara mi ha aiutato tanto, abbiamo giocato bene sin dall’inizio, da quando abbiamo trovato un po’ di continuità. Sono contenta di averla scelta come compagna. Per quanto riguarda Jannik difficile trovare un paragone con lui, ha una storia molto diversa dalla mia. Lui è un ragazzo molto precoce, mentre per me ci è voluto molto più tempo, ci ho impiegato molti più anni e tutt’ora ce ne sono pochi come lui da un punto di vista tennistico. Non posso paragonarmi a lui. Posso dire che con il mio allenatore guardiamo quello che fa, cerchiamo di ispirarci, credo che lui sia un esempio per tutti. Per chi fa questo sport ad alti livelli ancora di più“.
E non a caso Jasmine sarà presente anche in tribuna per tifare per il n.1 al mondo al suo esordio nel torneo, lanciandosi anche in un pronostico sui semifinalisti: “Stasera guarderò la partita di Jannik, ma sarà l’unica che vedrò perché devo andare a Malaga a giocare le Finals di Bjk Cup, dovrò tornare in campo. Se dovessi dare un pronostico per i quattro semifinalisti del torneo direi Jannik che speriamo tutti (ride), Zverev, dopo oggi Fritz e spero Alcaraz. Sarebbero delle semifinali pazzesche, sia Jannik che Carlos in semifinale sarebbe di assoluto valore per il tennis“.
Come assoluta è stata la sua annata, in singolare ma soprattutto in doppio, con il clamoroso oro olimpico di Parigi in coppia con Errani. Un’impresa che ha cambiato le prospettive per la toscana: “Prima della finale olimpica Sara era tesissima, ma più prima del torneo. Quando ci siamo assicurate la medaglia vincendo la semifinale si è rilassata, era strafelice, piangeva dalla gioia mentre io ridevo dalla felicità. In finale io ero tesissima, dopo aver perso il primo set lei mi fa ‘ora basta, divertiamoci, la medaglia ce l’abbiamo almeno godiamoci la finale, stiamo più tranquille’. Da lì mi sono sciolta, poi abbiamo vinto il tie-break ed è stato un sollievo, un momento pazzesco. L’impatto per gli italiani è stato importante, e prima delle Olimpiadi non avevo capito quanta importanza avesse l’oro olimpico“.