Coco si prende il titolo di Maestra (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Un esempio perfetto di “Mamba mentality”, ovvero puntare sempre al massimo e guardare avanti. A fornirlo è Coco Gauff, conquistando per la prima volta in carriera le Wta Finals con una rimonta da applausi in quanto a tenuta atletica e mentale: dopo oltre tre ore di avvincente lotta, a Riad, la 20enne di Atlanta si è imposta al tie-break decisivo sulla cinese Zheng Qinwen nella seconda finale più giovane mai giocata (42 anni in due) dopo quella del 2004 tra Serena Williams e Maria Sharapova (40). […] Grazie alla pesantezza e profondità dei suoi colpi, anche se meno efficace del solito al servizio, la campionessa olimpica di Parigi ha annullato quattro palle-break per poi togliere la battuta all`americana nell`ottavo game e incamerare la frazione dopo aver sventato un`opportunità del contro-break. Sullo slancio la 22enne di Shiyan è andata avanti di un break anche nel secondo set, salendo 3-1, ma ha accusato un passaggio a vuoto che ha consentito il recupero a Gauff, più incisiva in risposta e solida nel reggere l`urto dell`asiatica, pareggiando il conto (6-4). Nel terzo, in svantaggio 2-0 e dopo aver annullato due palle del 3-0, la statunitense è riuscita a risalire sul 3-2 per poi cedere nuovamente il servizio nel settimo game, con Zheng andata a servire per il match sul 5-4. La straordinaria mobilità di Coco e la sua capacità di variare altezze, oltre a un po` di comprensibile tensione in chi è appena arrivato a questi alti livelli, hanno frenato proprio sul più bello la cinese, brava poi a salvare due match-point, rimandando il verdetto al tie-break, dove i troppi errori sono stati fatali alla giocatrice che aveva fatto svanire il sogno di Jasmine Paolini. […]
Sinner, missione Finals (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Ore, minuti, secondi. Un conto alla rovescia spasmodico che fa battere all`unisono i cuori di una città e di un Paese intero. Ma l`attesa sta per finire: stasera alle 20.30 Sinner apparirà sul campo colorato d`azzurro delle Atp Finals. E una scossa tellurica da brividi attraverserà l`Inalpi Arena scuotendola dalle fondamenta. Ieri, mentre si sorbiva la fila per provare ad acquistare un biglietto peraltro ormai introvabile, un signore di mezza età si è messo a scherzare con il figlio, uno dei milioni di giovani tifosi folgorati sulla via di Sesto Pusteria: «Se riempissero il palazzetto d`acqua e ci facessero una piscina, Sinner ci camminerebbe sopra». […] Accanto all`esaltazione collettiva che si tocca, si respira, si vive perfino camminando fra le strade di Torino, ci sono i crudi numeri, che non mentono mai, a delineare la dimensione del fenomeno Sinner: venerdì la biglietteria del torneo ha annunciato il tutto esaurito, non ci sono più tagliandi disponibili dei 183.000 che erano stati messi a disposizione, con la capienza aumentata a 14.000 (rispetto ai 12.500 delle prime tre edizioni). E in Italia, sotto la spinta prima degli Australian Open, poi del numero 1 in classifica e infine degli Us Open, sono stati venduti 30.000 biglietti in più rispetto al 2023. Sul mercato secondario, quello delle rivendite online, un ingresso per i giorni delle partite del gruppo è arrivato a costare anche 600 euro, mentre per la finale di domenica prossima, dove la presenza di Jannik al momento è ancora un desiderio, si sono toccati i 1500 euro. […] Ieri Jannik si è allenato dalle 15 alle 17 con Casper Ruud. I 120 minuti di preparazione con il norvegese n.7 del mondo hanno rappresentato l`ultima occasione prima dell`inizio del torneo per scambi ad alta intensità in cui provare soluzioni e decidere eventuali letture tattiche. […] «Questo è un campo molto speciale, la preparazione sta andando bene, è un torneo importante per tutti noi otto che ci siamo qualificati e per me soprattutto che sono italiano. È un evento speciale con un`atmosfera particolare e poi quest`anno con me, Simone Bolelli e Andrea Vavassori ogni giorno ci sarà un italiano in campo» . […] Quando negli spogliatoi stasera incrocerà lo sguardo di De Minaur, ripenserà a quanta strada ha percorso da quel giorno di novembre di cinque anni fa a Milano, quando la loro prima sfida Atp avrebbe deciso la finale delle Next Gen Finals. Il diciottenne Sinner, allora n.95 del mondo, sbaragliò l`australiano (che era n.18) dentro un Palalido in cui non poteva più entrare neanche uno spillo con cinquemila cuori in delirio per il nuovo eroe, un piccolo prequel di ciò che sta accadendo questi giorni: «È bello avere la pressione del numero uno e poterla vivere davanti ai miei tifosi. E poi a Torino mi legano ricordi speciali: qui ho giocato le mie prime Finals nel 2021 e la settimana dopo ho esordito in Coppa Davis, sento di dover dare indietro qualcosa». La consapevolezza del più forte, corroborata da una serenità quotidiana cui adesso contribuisce anche la fidanzata Anna Kalinskaya : «Avere una ragazza è qualcosa che ti fa stare bene o ti fa stare male. Voglio che sia qualcosa che sembri molto naturale, che entri nella mia vita normalmente. Non posso permettermi di cambiare come giocatore o come persona, non è successo ed è il motivo per cui funziona. Come giocatori siamo sicuramente diversi. Ma di sicuro cerco sempre di sostenerla e anche lei fa lo stesso, dandomi un po` di energia positiva». […]
Sinner, la chiusura del cerchio (Stefano Semeraro, La Stampa)
Carissimo Alex, fortissimo Jannik. Da cinque anni il Demone australiano e la Volpe azzurra si rincorrono per mezzo mondo, ma stasera nel prime time della giornata d`esordio delle Atp Finals, con l`Italia che non vede l`ora di coccolarsi il Rosso, si chiude un cerchio. Il primo Sinner-De Minaur risale alle Atp Next Gen Finals, nel 2019. A Milano, che il masterino dei debuttanti lo ha ospitato fino al 2022 prima di cederlo alle ambizioni saudite, se lo aggiudicò in souplesse Jannik: il suo primo e per ora unico trionfo da profeta in patria. Capirete, quindi, il valore simbolico e scaramantico dell`evento. Contro Sinner nel frattempo hanno perso in molti, quasi tutti, e parecchie volte. Ma De Minaur lo ha fatto con sconfortante, quasi eroica regolarità. Sette partite, sette sconfitte, le ultime tre di nuovo tutte in finale: a Toronto nell`agosto del 2023 (il primo Masters 1000 vinto da Jannik), Malaga qualche mese più tardi, per il primo trionfo dell`Italia in Coppa Davis; infine a Rotterdam nello scorso febbraio. Per Jannik un diario di viaggio verso l`eccellenza, per Alex una via crucis: sei set persi su sei, la miseria di 17 game complessivamente raccattati. Nato a Sydney, cresciuto ad Alicante, figlio di un uruguaiano e di una spagnola, terminale di una immensa scuola che un tempo dominava il tennis, ma che oggi può contare solo su di lui fra i primi dieci del mondo, De Minaur insomma per Jan è una sorta di vittima sacrificale. Perché corre come uno spiritato, da qui il soprannome, e sa fare benino quasi tutto, ma con i suoi 69 chili e il suo poco più di un metro e 80 di altezza, sul ring del tennis dove oggi dominano ben altre complessioni, è inevitabilmente un peso piuma. Nell`ultimo anno ha iniziato a verticalizzare il suo tennis orizzontale, scendendo di più a rete, aggredendo di più invece di attendere l`errore altrui, e la strategia ha pagato. E entrato per la prima volta fra i top-ten, ha vinto due tornei e raggiunto i quarti in tre Slam su quattro. A Torino debutta nelle Atp Finals e come primo avversario «non poteva capitarmi di peggio. Il tennis non è fisica nucleare, so che dovrò essere pronto fin dalla prima palla, mi aspetta una grande sfida. Ma è per arrivare fin qui che ho lottato tutti questi anni». Contro un Sinner abituato a prendere in mano il gioco e devastare di vincenti gli avversari, dalla parte del Demone gentile c`è un dato: quest`anno il 38,5 per cento dei punti li ha fatti partendo da una situazione in cui era l`avversario ad attaccare. Se c`è un genio del contrattacco, beh quello è De Minaur. Per Jannik, sulla carta è l`esordio ideale in un torneo che dodici mesi fa ha sfiorato perdendo in finale Djokovic dopo averlo battuto nel girone, e di cui stavolta è il favorito ovvio, persino troppo scontato. […]
Jannik in campo, c’è De Minaur (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
Vincere un titolo in Italia: un desiderio, non un`ossessione. A un anno di distanza, Jannik Sinner torna a giocare davanti ai tifosi azzurri che, quest`anno, lo hanno seguito a distanza nei suoi trionfi. Le occasioni per acclamarlo non sono mancate: le celebrazioni romane del primo titolo Slam, i giorni caldi dopo il forfait dagli Internazionali BNL d`Italia, il tifo a Bologna per i compagni di Davis e, non ultime, queste giornate che hanno preceduto uno degli esordi più attesi nella storia del nostro tennis. Ad Alex de Minaur l`arduo compito di farsi trovare pronto alle ore 20.30, quando l`Inalpi Arena esploderà in un boato per accogliere il numero 1 del mondo. A livello di circuito maggiore Jannik non ha ancora conquistato un titolo in Italia, ma in tutta onestà il dato non preoccupa troppo: nel nostro Paese, infatti, il tour fa tappa unicamente con gli Internazionali d`Italia e dal 2021 con le Nitto ATP Finals. […] L’ultimo trofeo alzato sul suolo italiano risale al Challenger di Ortisei nel 2019, appena una settimana dopo il trionfo alle Next Gen ATP Finals di Milano dove, ironia della sorte, sconfisse proprio Alex de Minaur che oggi a 25 anni farà il suo esordio nel torneo dei maestri. […] Le aspettative sono alle stelle: Jannik è l`indiscusso numero 1 del mondo, con un cospicuo vantaggio sulla concorrenza. I rivali più accreditati sono Alexander Zverev, fresco campione a Parigi Bercy e due volte vincitore del torneo di fine stagione nel 2018 a Londra e nel 2021 a Torino, e Carlos Alcaraz, che in stagione si è diviso equamente gli Slam con l`azzurro. Entrambi sono inseriti nel gruppo John Newcombe, assieme ad Andrey Rublev e Casper Ruud. Quest`ultimo si è allenato ieri con Sinner, alternandosi tra il Sebastopoli Court e il Centrale. Durante il set di allenamento, l`altoatesino ha sperimentato, con un occhio di riguardo alle variazioni del servizio, aspetto sul quale lavorerà con insistenza la prossima stagione. Nel gruppo Ilie Nastase le danze si apriranno alle ore 14 con Fritz-Medvedev, una sfida che può già fare da spartiacque per le sorti del girone. […]
Sinner, domatore di difficoltà (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Ragazzo a Melbourne, uomo a New York con il trofeo degli US Open tra le braccia, mi chiedo se alle Finals troverò un Sinner un po` invecchiato… Quella che sembra una battuta ha in realtà solide argomentazioni per non passare come una facezia. In effetti è una Sentenza, anzi una Sententia, una delle settecento, non più lunghe di un rigo, che Publilio Siro, schiavo, liberto, infine autore di testi teatrali nella Roma di Cesare radunò in un volume chiamato, per l`appunto, “Sententiae”, frasi che un attore avrebbe potuto piazzare a conclusione di una scena per reclamare attenzione, consenso, applausi. E dice: la vita in sé è breve, ma i mali la fanno allungare. Riferita a JS appare abbastanza chiaro dove si stia andando a parare. Non mi fido di ciò che stanno architettando i signori della Wada. Sono politici e burocrati, non riesco a cancellarlo dalla mente, e mi chiedo a che cosa serva una nuova sentenza quando tutte le parti in causa, Wada compresa, sono concordi su un aspetto che, forse sbagliando, io stesso ritenevo centrale in un processo sul doping, cioè la reale intenzione di doparsi, cosa che a Sinner non è passata nemmeno per l`anticamera del cervello. E allora di cosa stiamo discutendo? Di un processo per non aver commesso il fatto? Sinner ha approfittato dei disagi per crescere. Le sue perle sparse nell`arco della stagione hanno cucito una collana preziosa, potente come un talismano. Vincere è un altro sport. Non lo scrive Publilio Siro ma è perfettamente vero. Per farlo (così bene, così spesso), occorre uscire dalla propria zona di comfort e mettersi in discussione, in ogni momento, in ogni match. È più di un lavoro, occorre sdoppiarsi per condurlo in porto. In questo caso Publilio Siro che fin qui ha svolazzato felice su queste righe ci è ancora di conforto. Scrive: vince due volte chi, nell`ora della vittoria, sa vincere su se stesso. È esattamente ciò che Jannik ha mostrato di saper fare così bene in questa stagione, riuscendo sempre a ricaricare le batterie per ripartire, ad annullare i presagi funesti puntando dritto sugli obiettivi che più contano e caratterizzano la stagione, rendendosi sempre più riconoscibile. “Il ragazzo che ci mette il cuore qualsiasi cosa faccia”, si legge sui social, che con lui stanno rinunciando, almeno per il momento, a dare battaglia […]. “Forte perché si mette sempre in discussione”. “Più vince più mette in evidenza quanto sia indispensabile al tennis”. Un monito, quest`ultimo, anche per chi lo vorrebbe liquidare senza troppe storie. […] Al terzo anno di reciproca conoscenza (JS non c`era nella prima stagione delle Finals torinesi), dopo averlo scoperto, giovanissimo, nel 2022, raggiungere il match point contro Medvedev – che a quel tempo si permetteva di fare lo “sborone”, sbadigliandogli sul naso, a significare che il tennis di Sinner gli apparisse più che noioso – e averlo scortato fin quasi alla vittoria l`anno scorso, fallita contro un Djokovic ancora in grado di produrre qualche cambiamento di velocità nei suoi colpi e nel palleggio, Sinner e il pubblico torinese sono diventati amici. […] Sarà una mia impressione, ma quando la gente si avvicina a Sinner, sembra lo faccia con un rispetto particolare, senza essere mai sguaiata, senza pretendere l`autografo, senza spinte, senza alzare la voce. E le pacche sulle spalle tornano a essere incitamenti, scambio di umano calore, di positive energie. Un clima che non sarà sfuggito ai suoi genitori, che ieri passeggiavano nel centro di Torino. È presto per dire se JS vincerà anche questa sfida che oggi incomincia contro De Minaur. E poi la successiva, in Davis a Malaga. Il sorpasso di Zverev in classifica sul numero due Alcaraz, e un buon sorteggio hanno evitato che i confronti con il ragazzo di Murcia divorassero il resto del programma. Se i due, i SinAl, fossero finiti nello stesso Gruppo delle Finals, è probabile che gli scontri diretti sarebbero stati tre in due settimane, due a Torino e uno a Malaga. Meglio così… Perso Djokovic, Zverev deve farsi carico del ruolo di terzo incomodo, ma Jannik e Carlitos devono mantenere vivo l`affetto stuporoso del pubblico. Devono darci dentro, le sfide sono fatte così, e quelle dei due nuovi Fedal sembrano destinate a durare a lungo.