Vincenzo Santopadre, ex coach storico di Matteo Berrettini, da ieri ha iniziato una collaborazione anche con l’azzurro numero 53 del ranking ATP, Lorenzo Sonego. Non sarà quindi più solamente il coach di Luca Van Assche, numero 128 ATP, ma dovrà trovare i tempi e i modi di allenare due ragazzi che spera siano sempre più vicini in classifica.
In questa intervista esclusiva, Santopadre ci ha raccontate tante cose. Dalla nuova collaborazione con Sonego, al 2024 talvolta complicato con Luca Van Assche. Inoltre, il coach romano ci ha dato il suo punto di vista sul possibile futuro coach di Matteo Berrettini e su come si comporterebbe a Malaga, se fosse il capitano di Coppa Davis.
Dalla nostra inviata a Torino, Margherita Sciaulino
D: Partiamo dalla notizia della giornata che ti riguarda. La nuova collaborazione con Lorenzo. Quando e com’è nata?
Santopadre: “Ieri abbiamo fatto il primo allenamento insieme. Questa nuova collaborazione stimola entrambi. Non ti nego che l’altra mattina mi sono svegliato presto perché ero ponto ma emozionato per questa nuova collaborazione. Era un po’ come il primo giorno di scuola. Anche se ne parlavamo già da tempo, è stato il primo giorno in campo insieme dove ci siamo visti fisicamente. La cosa che mi piace è che c’è e c’è sempre stata una grande stima reciproca come persone, ora dobbiamo aggiungere la parte professionale per integrare il nostro rapporto”.
D: Come farai a combaciare gli allenamenti di Luca con quelli di Lorenzo?
Santopadre: “Ovviamente non mi posso moltiplicare ma devo trovare i tempi, i modi e gli spazi. Quindi quello che succederà è che quando non sarò impegnato con Luca, sarò impegnato con Lorenzo. Sicuramente sarà difficile che io possa garantire una presenza fisica elevata a Lorenzo. Ma quello che spero è che Luca possa crescere in classifica anche per riuscire a seguire entrambi più facilmente. C’è tanto lavoro da fare ma non siamo spaventati, sappiamo come farlo”.
D: Con Luca com’è andato quest’anno?
Santopadre: “Sono contento perché il lavoro è stata fatto con grande dedizione e attenzione. I risultati in campo non sono stati quelli sperati. Credo però che per i giovani ci sia sempre un calo fisiologico e mentale, un momento di flessione dal quale poi si riparte. Lui ha avuto un momento nel quale ha perso un po’ di lucidità. Ma nelle ultime 5/6 settimane l’ho visto sbloccarsi e tornare in grande forma”.
D: Qual è stato il momento in cui è andato in crisi?
Santopadre: “Era in Spagna per un Challenger e ha perso una partiti contro un giovane molto interessante che si chiama Engel. Lì ha dovuto fare mente locale perché ha sbattuto contro un muro, che alla fine si è dimostrato un muro costruttivo”.
D: Andrai a Malaga anche tu?
Santopadre: “No andrò a Parigi ad allenare Luca”.
D: Berrettini si è separato dal suo nuovo allenatore, Francisco Roig, dopo solamente un anno. Come mai? Tu che lo conosci come quasi nessun altro, chi vedresti al suo fianco?
Santopadre: “Quando intraprendi un percorso professionale bisogna sempre capire se ci sono i presupposti. Se entri a far parte di un team al posto di un membro di lunga devi essere particolarmente bravo a saperti ricollocare, a saperti plasmare sulla nuova relazione. Forse quello di cui ha bisogno Matteo è trovare una persona che sia coesa col gruppo e che trovi la giusta empatia. Roig è una persona per bene oltre che un professionista serio. Però i tennisti sono anche particolarmente esigenti e quindi forse ora le sue esigenze non corrispondevano con un allenatore come lui. Matteo ha avuto diversi stop anche quest’anno purtroppo e questo può essere stato un altro ostacolo per creare il legame giusto”.
D: Qual è la chiave secondo te per allenare un tennista?
Santopadre: “Io credo che un bravo allenatore sia quello che riesce a portare a termine un allenamento costruttivo anche quando l’allievo è in una giornata storta, anche quando è nervoso o ha una mancanza di stimoli. Allora è lì che si vede se sai prenderlo, quando ci sono delle difficoltà”.
D: E l’esperienza di telecronaca con Supertennis com’è andata?
Santopadre: “Ma guarda io ho una passione davvero sfrenata per tutto quello che è tennis. Quindi anche se il tennis in campo è quello che prediligo maggiormente, mi piace anche il fatto di parlare di tennis in maniera diversa. Tutto nasce da una passione e mi diverto moltissimo”.
D: Passiamo alle Finals. Queste Nitto ATP Finals stanno diventando uno show quasi più fuori dal campo che sul campo. Gli atleti vengono presentati come delle star di Hollywood, i biglietti costano 600 euro l’uno e poi magari ti vedi una partita come quella di Medvedev, buttata via. Forse si sta perdendo di vista il focus dell’evento, ovvero le partite di tennis? Cosa ne pensi?
Santopadre: “Ora il mondo va così e forse lo sport ha assunto dei connotati ben più grandi di una semplice partita di tennis. Forse ci sono delle richieste che vanno soddisfatte e che integrano una partita di tennis. Il rischio di essere distratti chiaramente c’è. I primi sono stati gli americani con l’NBA. Credo che in una manifestazione che funzioni bene tutto deve ruotare intorno alla partita, l’importante è che la centralità resti sempre la partita”.
D: Ieri Sinner è stato premiato come 29novesimo numero 1 della storia. Se dovessi sceglierne uno tra questi 29, chi prenderesti e perché?
Santopadre: “Questa è una bella domanda e dovrei rifletterci a lungo. Ce ne sono stati tanti. Quelli che ricordo con più forza sono quelli di quando ero bambino, Borg e McEnroe, quelli che mi hanno spinto a fare il tennista. Però credo che il numero 1 che mi piace sia il giusto mix tra Nadal e Federer. L’agonismo feroce e corretto di Nadal, con la signorilità e carisma di Federer”.
D: Secondo te Djokovic tornerà ai massimi livelli nel 2025?
Santopadre: “Credo che sia un professionista esemplare, lo dicono i numeri, il più forte di tutti i tempi. Quindi se dice di voler tornare nel 2025, non posso non credergli. La mia osservazione più profonda è che ora temo che sia al di sotto di Sinner e di Alcaraz. Quindi temo che per lui l’auspicio sia buono ma poi bisogna vedere realisticamente cosa succederà”.
D: Ieri eri qui a vedere il doppio di Bolelli-Vavassori. Anche loro hanno raggiunto un traguardo incredibile. Se fossi capitano della Davis, a Malaga porteresti due singolaristi forti o due doppisti assodati?
Santopadre: “Se dovessi scegliere io sinceramente andrei da un giocatore come Sinner, il numero 1 del mondo e mi confronterei con lui. È un ragazzo intelligente, oltre che un campione incredibile e ne parlerei con lui per prendere la decisione giusta insieme”.