3. Le delusioni delle Finals 2024
Per chiudere, veniamo alle altre protagoniste. Ho già citato Barbora Krejcikova, capace di conquistare un posto tra le quattro semifinaliste grazie ai due successi nel round robin: il primo contro Pegula e il secondo contro Gauff, peraltro scesa in campo già sicura della qualificazione (ma non della posizione nel girone). Krejcikova ha confermato di possedere un tipo di tennis che spesso la fa esprimere meglio contro le grandi giocatrici che contro avversarie di ranking inferiore. A conti fatti il suo bilancio di fine torneo è sicuramente positivo.
A mio avviso non sono uscite male da queste Finals neanche Paolini e Rybakina. Jasmine ha comprensibilmente faticato a digerire la dura sconfitta subita contro Zheng, e la severa autocritica post match lo ha confermato (“Non posso accettare una prestazione del genere”). Ma ci sono stati anche aspetti positivi: ha vinto la partita di apertura (proprio contro Rybakina) e ha giocato piuttosto bene il secondo confronto contro Sabalenka (perso 6-3, 7-5). Certo, poi è stata dominata da Zheng, che però ha davvero vissuto una rara giornata di grazia.
Elena Rybakina rientrava dopo quasi due mesi senza partite e appena due match disputati da luglio in poi. Ha chiuso con due sconfitte (contro Paolini e Zheng), ma si è parzialmente rifatta contro Sabalenka, battuta 6-4, 3-6, 6-1, dimostrando di essere in crescita e con la prospettiva di una nuova stagione tecnica tutta da scoprire insieme al neo-assunto coach Goran Ivanisevic. Non c’erano grandi aspettative su di lei, ma penso che dall’impegno di Riyadh sia uscita rinfrancata: anche dopo un periodo molto tribolato non è stata così distante dal rendimento delle più forti.
Per come la vedo io, le maggiori delusioni di queste Finals vanno considerate Jessica Pegula e Iga Swiatek. Ricordo che dodici mesi fa Iga e Jessica erano state le finaliste del Masters di Cancun; quindi l’uscita già nei gironi di Riyadh risulta un significativo passo indietro. Pegula ha inanellato due sconfitte inequivocabili, dalle quali fatico a trovare spunti positivi. Sicuramente non era al meglio sul piano fisico: con le pile scariche e con qualche acciacco che le ha fatto decidere di rinunciare al terzo match (quando ormai era matematicamente eliminata), sostituita dalla riserva Kasaktina.
Swiatek ha esordito con una sofferta vittoria contro Krejcikova: una partita recuperata in extremis, visto che si era trovata sotto 4-6, 0-3 (con doppio break di svantaggio) prima di risalire la corrente (4-6, 7-5, 6-2). Non sarei comunque troppo critico nei confronti dell’esordio di Iga perché abbiamo visto che più o meno tutte le giocatrici hanno avuto bisogno di tempo per interpretare le nuove condizioni di gioco. E va tenuto conto che Swiatek non scendeva in campo dallo US Open di inizio settembre.
Per questa stessa ragione, però, non darei troppo peso al successo contro Daria Kasaktina nel terzo match: Kasatkina, da sostituta di Pegula, è scesa in campo a Riyadh senza rodaggio, contro una rivale che invece aveva già disputato due incontri su quel campo. Se poi aggiungiamo i precedenti (Iga aveva vinto gli ultimi cinque confronti, e tutti per due set a zero), non sorprende più di tanto il 6-1, 6-0 conclusivo.
A conti fatti la partita-chiave per Swiatek è stata la seconda, quella contro Gauff: una sconfitta che le è costata la qualificazione. Ricordo che i precedenti suggerivano una chiara favorita: 11 vittorie per Swiatek, soltanto 1 per Gauff. E invece a prevalere è stata Coco (6-3, 6-4). Partita conclusa da entrambe con ampio saldo negativo tra vincenti/errori non forzati: Gauff -23 (10/33 con ben 11 doppi falli) Swiatek -32 (15/47). Quasi cinquanta errori non forzati in due set non sono certo un dato incoraggiante, e confermano la sensazione emersa in questo 2024: Iga ha spesso sofferto sui campi più rapidi. La sua straordinaria mobilità non ha compensato le difficoltà tecniche legate soprattutto alla esecuzione del dritto, un po’ troppo macchinoso quando i tempi per la preparazione del colpo sono ridotti.
Confrontiamo il 2023 con il 2024: lo scorso anno Swiatek non solo aveva vinto le Finals, ma aveva concluso da indiscussa numero 1 la stagione. Quest’anno chiude da numero 2 e alle Finals è stata eliminata nel girone: il peggioramento è evidente. Vedremo quindi come si ripresenterà in Australia dopo il cambio di guida tecnica e lo sviluppo della collaborazione con Wim Fissette.