Finita la trasferta a Riyadh, il tennis femminile torna in Europa per la chiusura di stagione con la competizione a squadre per eccellenza: la Billie Jean King Cup. La partenza è di alto livello: alle 17 toccherà alle padrone di casa della Spagna e alla Polonia con Swiatek e Badosa, al loro terzo rendez-vous (1-1 i precedenti, entrambi del 2021), principali protagoniste.
Prima però di analizzare quello che ci aspetta a Malaga (dove poi, tra una settimana, le donne passeranno il testimone ai colleghi della Davis) un po’ di storia. La dedica nel nome alla iconica campionessa californiana perdura dal 2020, mentre in precedenza, dal 1963 il torneo era conosciuto come Federation Cup e dal 1995 semplicemente come Fed Cup. Gli Stati Uniti sono il paese che più volte si è fregiato del titolo con diciotto primi posti, seguiti dalla Repubblica Ceca che vanta undici successi, di cui cinque come Cecoslovacchia; al terzo posto c’è l’Australia con sette gioie, l’ultima delle quali risale però al 1974. L’Italia, finalista nel 2023, è sesta con quattro vittorie tra il 2006 e il 2013.
Il colpo d’occhio delle giocatrici presenti suggerisce per le azzurre un possibile ruolo da protagonista: ci sono infatti solo due top ten, una delle quali è la nostra Jasmine Paolini. L’altra è nientemeno che Iga Swiatek, cinque titoli Slam ma anche discesa a numero due del ranking a favore di Aryna Sabalenka. Ci sono sette top trenta: la Polonia ha anche Frech e completa così a livello di ranking la più titolata batteria di singolariste. Romania, Giappone e Australia, invece, non dispongono di nemmeno una top 50.
Parte bassa del tabellone: l’Italia
Secondo posto nel 2023, l’Italia occupa ora nel tabellone la posizione della favorita numero tre e si giova di un bye che le permette di osservare le prime rivali nel confronto tra Giappone e Romania, nazioni già citate per la classifica media tra le peggiori delle dodici partecipanti. Jas e Cocciaretto, Bronzetti, Errani e Trevisan sarebbero favorite sia con le rumene (che pure dispongono di buone giocatrici come Cristian, Bogdan e Todoni) che contro le nipponiche, orfane di Naomi Osaka ma con un buon doppio (Aoyama/Shibahara). L’incontro avrà luogo sabato 16 alle ore 10. Le nostre vincendo giocherebbero poi lunedì 18 e l’avversaria sarebbe una tra Polonia, Repubblica Ceca e Spagna.
Come detto, la Polonia non è solo Iga Swiatek; Magdalena Frech vive il momento migliore della sua carriera e la sua vittoria a settembre a Guadalajara, unita ai quarti a Wuhan (vittorie su Navarro e Haddad Maia e sconfitta con Sabalenka) le hanno dato il best ranking a quota 22. La terza forza delle biancorosse è Magda Linette, anche lei ottima giocatrice (ex n. 19 e ora 38).
Per le ceche le assenze di Krejcikova e Muchova peseranno indubbiamente, ma Petr Pala ha a disposizione alcune giocatrici, giovani e meno giovani, di sicuro rendimento. Linda Noskova, numero 26 del mondo, ad un solo passo dal suo peak, ha al suo attivo in questa stagione i quarti a Melbourne dopo il successo su Swiatek, la semifinale a Praga e il titolo a Monterrey. Unico dubbio, non gioca dagli US Open: non velocissima nel gioco di gambe, colpisce la pallina nella miglior tradizione della leggendaria scuola del suo paese, con fendenti piatti e velocissimi. Dopo di lei le più esperte Marie Bouzkova e Katerina Siniakova, campionessa olimpica di doppio misto, e la giovanissima Sara Bejlek.
Le padrone di casa sono guidate da Paula Badosa, bravissima a ritornare tra le top 20 dopo un inizio d’anno a quota 74 per via di una serie di problemi fisici che le hanno accorciato e penalizzato il 2023. La spagnola di New York potrebbe avere Jessica Bouzas Maneiro come seconda singolarista, vincitrice quest’anno su Vondrousova a Wimbledon (per Marketa però è stato un anno nero) e attuale numero 55 del ranking, il suo best. Nuria Parrizas-Diaz e Sara Sorribes-Tormo sono le altre giocatrici della squadra.
Parte alta del tabellone
Il Canada è per la prima volta squadra detentrice del titolo: Leylah Fernandez, dopo un finale di 2023 notevole con la coppa a squadre ma anche con il titolo a Hong-Kong, ha chiuso un 2024 senza acuti e senza ulteriore salto di qualità. La mancina finalista dello US Open 2021 è affiancata da Rebecca Marino e da Marina Stakusic (non c’è Andreescu) e le nordamericane rischiano subito con le vincenti del match tra la Germania di Laura Siegemund e le britanniche di Katie Boulter (e Raducanu).
Il secondo passaggio automatico ai quarti spinge l’Australia ad aspettare la vincente tre USA e Slovacchia: gli Stati Uniti potevano essere la squadra super-favorita ma tra le sue big è rimasta solo Danielle Collins (niente Gauff e Pegula), in debito d’ossigeno nelle ultime prove di uno splendido 2024. Peyton Stearns e Ashlyn Krueger non offrono troppe certezze, Townsend è gran doppista, ma non c’è con lei Siniakova (con cui ha vinto Wimbledon e fatto finale a Riyadh) bensì Dolehide, anche lei presente in doppio alle Finals (con Krawczyk, non convocata)
In ogni caso la Slovacchia è tutt’altro che rassegnata: il team europeo può contare su Rebecca Sramkova, protagonista da settembre con due finali e un titolo, il primo per lei, a Hua Hin. Se il suo momento magico non si è esaurito, potrebbero esserci noie per Collins, senza contare la vena di Anna-Lena Schmiedlova, che con la casacca del suo paese a Parigi Olimpica ha battuto Krejcikova e proprio Jasmine Paolini.
Le favorite e l’Italia
La squadra di Tathiana Garbin deve essere considerata tra le favorite ma molto dipenderà dalle condizioni psico-fisiche della nostra top 5. Jasmine è partita molto bene a Riyadh, ma si è poi gradualmente smarrita, cedendo nettamente a Zheng e perdendo anche nel doppio. L’atleta toscana è comprensibilmente provata, ma a fine stagione lo sono la maggior parte delle giocatrici e sull’attaccamento della finalista di Parigi e Londra ai colori patri non si discute certo. La scelta della seconda singolarista sarà legata alle sensazioni della capitana durante gli ultimi allenamenti e dovrebbe essere tra Cocciaretto e Bronzetti; il 2-0 dopo i singolari permetterebbe a Jasmine di poter saltare il doppio e risparmiare energie.
La Polonia gode del ritorno nella competizione della sua numero uno, sicuramente desiderosa di rifarsi dopo i Giochi Olimpici tutt’altro che gloriosi per lei (sconfitta in semifinale e poi un “deludente” bronzo), ma il primo impegno, contro Badosa sospinta dal suo pubblico, dirà molto sul livello attuale delle sue risorse. L’Inghilterra, che oltre a Boulter, può schierare una Emma Raducanu in perenne ricerca di risultati più consoni al suo blasone di campionessa Slam e in ottima forma lo scorso aprile contro la Francia, è una possibile sorpresa.
In realtà per ragioni di forma delle protagoniste più attese e per motivi inevitabilmente legati alla formula a due singolari e un doppio, il lotto delle squadre favorite è certamente più ampio e ci aspettiamo che il ruolo del terzo incontro si riveli non di rado decisivo. E questo per noi dovrebbe essere un vantaggio.