Sì-nner (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
«Lasciate ogne speranza, voi ch`intrate». Dante racconta che così era scritto sulla porta dell`Inferno, ma a guardar bene dev`essere scritto anche all`entrata del campo di Torino dove Jannik Sinner, ieri sera come tutte le altre sere, ha accolto i rivali facendo fuoco e fiamme. Ieri è toccato a Daniil Medvedev, relegato nel girone degli Sbadigliatori da quando, tre anni fa, bullizzò un giovane Jannik all`esordio Finals sbadigliandogli in faccia dopo avergli inflitto un 6-0. Questa volta, il russo, deve ammettere: «È uno dei più forti che abbia mai affrontato – ha detto -. Ho giocato anche contro i Fab Four e lui tira anche più forte».
Ieri è stata una partita a senso unico, chiusa già dopo la vittoria del primo set da parte di Jannik. Un 6-3 che ha decretato il primo posto del girone da parte del numero 1 al mondo e l`uscita di scena di Medvedev a favore del secondo posto di Taylor Fritz. […] Oggi, con la chiusura del Gruppo Newcombe, Jannik conoscerà il nome del rivale in semifinale: il girone intitolato a Newcombe infatti è ancora completamente aperto e la corsa coinvolge tutti e quattro i giocatori. Una situazione che non si verificava, alle Atp Finals, dal 2010. Anche ieri sera, prima di riuscire a parlare, Sinner ha dovuto aspettare che i 12mila dell`Inalpi Arena smettessero di inneggiare al suo nome. Questa volta, il numero 1 al mondo ha ringraziato battendosi la mano sul petto un paio di volte e lasciandosi andare a un sorriso divertito, anche un po` imbarazzato, forse: «Il sorriso ci sta – ha detto -. L’atmosfera è sempre bellissima, grazie mille per essere venuti qui. Vuol dire veramente tanto per me». Poi ha analizzato la partita: «Un match difficile, io e Daniil ci conosciamo ormai molto bene. Ho cercato di giocare tatticamente in modo giusto. Il primo obiettivo era arrivare in semifinale. La prima partita non è stata semplice perché non giocavo da un po`. La seconda era molto importante perché mi ha messo in ottima posizione per la qualificazione. Quella con Medvedev mi ha dato fiducia per la semifinale. Spero di alzare ancora il livello, ma sono comunque molto contento di come sto giocando». […] Qui a Torino, non ha nemmeno lasciato un set sul campo: «Cerco di scendere in campo con una mentalità positiva. Ho delle persone meravigliose nel mio team che mi aiutano a dare il meglio. L`atmosfera qui a Torino è fantastica. Cerco di divertirmi quando scendo in campo». […] L`umore in queste giornate è sempre stato ottimo, finalmente in casa, finalmente per una settimana coccolato e seguito dalla famiglia minuto per minuto. Siglinde, la mamma, Hanspeter il padre e il fratello Mark, insieme alla fidanzata Lisa, lo hanno avvolto in un abbraccio continuo. Non si sono persi un match, ovviamente, ma neanche un allenamento. E questa, forse, è stata l`arma in più di Jannik. Anche ieri pomeriggio, nella rifinitura prima del match, tutti i Sinner erano lì, a bordo campo e nel box. […]
Sinner, la legge del n. 1 non perdona (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)
Gli altri contano, Jannik vince. Mentre avversari, addetti ai lavori e appassionati sommano match, sete game vinti, Sinner supera Daniil Medvedev 6-3 6-4 senza fare calcoli e chiude il gruppo “Ilie Nastase” (sotto gli occhi di Ilie Nastase) imbattuto. Dominante nei momenti importanti, sempre lucido, con un unico piccolo (ma indolore) passaggio a vuoto nel secondo set. Un`ora e tredici minuti di ordinaria amministrazione, utile (anche) a effettuare il sorpasso nei confronti diretti con Medvedev (8-7), che aveva conquistato le prime sei sfide, “Grazie Torino”, il messaggio a fine match sulla telecamera. «L’atmosfera qui è sempre bellissima – ha raccontato Jannik con un bel sorriso sulle labbra e battendosi la mano sul petto -, per me vuol dire tanto il sostegno del pubblico. È stata una partita difficile, ho cercato di giocare nella maniera giusta; contro Daniil bisogna essere sempre pronti ad affrontare diverse chiavi tattiche, ci conosciamo benissimo». Oggi i tennisti del gruppo “John Newcombe” (Zverev, Alcaraz, Ruud e Rublev) tornano a conteggiare match, set e game, mentre Sinner si riposa e attende comodamente sul divano il nome del prossimo avversario. […] Sinner entra in campo con la certezza della qualificazione in tasca, ma il primo posto nel girone è ancora da inseguire. Medvedev per sperare di passare il turno deve vincere 2-0. Il set d`apertura risulta già decisivo. I primi cinque game sono un fuoco di paglia di equilibrio. Arriva infatti sul 3-2 Sinner il momento delle prime due palle break (non sfruttate) dall`azzurro, che sulla prima chance sparacchia via un diritto non difficile. Ma Jannik è numero 1 del mondo non a caso e nei successivi tre giochi, senza pensare per un istante all`occasione mancata, alza il livello dominando in ogni aspetto del gioco, e si inventa anche un paio di soluzioni sotto rete di pregevole fattura e nonostante la bassa percentuale di prime in campo (48%), risulta comunque ingiocabile.
Il secondo set vede Sinner già primo nel girone e Medvedev già terzo ed eliminato. Jannik va avanti di un break (3-1) ma ha un piccolo passaggio a vuoto (4-4). Ed è qui, nel momento cruciale del set, che l’azzurro attiva il superpotere dei punti importanti. Scambi lunghi, corse e rincorse, massima concentrazione e vincenti. Break, con il pubblico che si lascia andare a una lunga serie di “0ooh” di sorpresa e ammirazione. Sul matchpoint Medvedev sta già pensando alle Maldive (o similari isole) e non si accorge di aver perso. […]
Sinner invincibile (Stefano Semeraro, La Stampa)
Al 32° del primo tempo – pardon: del primo set… – Daniil Medvedev spedisce in rete una risposta, e davanti al ciuffo e agli occhi da bambino eterno del titolare del girone, Ilie Nastase, il destino si compie. La vittoria pomeridiana in tre set di Taylor Fritz su Alex De Minaur aveva regalato a Jannik Sinner la certezza di qualificarsi per le semifinali; il primo set incamerato per 6-3 contro la ex bestia nera ormai addomesticata, gli garantisce il primo posto, davanti a Fritz anche lui alla seconda semifinale da maestro. Oggi, quando si scioglierà il gomitolo di possibilità dell`altro girone, quello intitolato a John Newcombe – dove tutti teoricamente ancora possono qualificarsi, anche se Rublev molto più teoricamente di Alcaraz, Zverev e Ruud – capiremo contro chi dovrà vedersela la Volpe. A giudicare però dalla sovrana serenità con cui Jannik, giorno dopo giorno, serata dopo serata, si sta impossessando dell`Inalpi Arena, potrebbe anche non essere così importante. […] Per capire che Sinner oggi parte strafavorito contro chiunque basta aprire gli occhi. «Jannik può restare numero 1 del mondo per altri cinque anni», dice Nastase, che come carattere da giocatore era lontano anni luce dal suo ultimo discendente. «Ha il fisico, un servizio molto forte e poi l`intuito. Quello che aveva anche John McEnroe. Se uno capisce in anticipo dove arriverà la palla, ha già fatto il novanta per cento del lavoro». C`è stato un tempo in cui le traiettorie (apparentemente) disarticolate del russo mandavano in confusione Jannik. All`inizio della loro rivalità Medvedev lo ha steso sei volte su sei, ma dall`anno scorso qualcosa è cambiato. Il demone si è imborghesito, la Volpe ha cambiato passo. Sinner è cresciuto nelle percentuali al servizio, nella consapevolezza dei propri mezzi. Ha decifrato l`algoritmo Medvedev, che ormai soffre la sua aggressività, la sua capacità di alzare di una tacca attenzione e rendimento nei punti chiave del match, e si è preso otto degli ultimi nove scontri diretti. A giochi ormai fatti Medvedev ha lasciato libero il braccio e ha approfittato di un (comprensibile) calo di tensione di Sinner per riprendersi il break concesso all`inizio del secondo set. Ma nel nono game Jannik ha ricominciato a usare tutta la sua cilindrata. Ripresosi il break di vantaggio alla fine di uno scambio testosteronico, ha chiuso 6-4 in un`ora e dodici minuti, per ora il record del torneo. […]
Sinner regale piega Medvedev (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)
Colpito e affondato, nel tennis come nelle gambe, nel cuore come nel cervello. Davanti al pubblico adorante delle ATP Finals di Torino, davanti all`Italia tutta che lo ammira davanti alla tv facendo zapping con la nazionale di calcio, Jannik Sinner domina da legittimo, indiscutibile, primo italiano numero 1 del mondo il numero 4, ex bestia nera dei primi 6 ko consecutivi, completando il sorpasso coll`8-7. Così l`altoatesino dai nervi d`acciaio affossa l`ex terrificante Kraken di Russia che con le lunghe leve e le trame melliflue da fondo annichiliva ed irrideva gli avversari e, in questo stesso torneo fra i migliori 8 del mondo della stagione, nel 2021, rifilò un 6-0 iniziale al giovanissimo Jannik, sbadigliando annoiato e spocchioso davanti alla riserva che subentrava all`infortunato Berrettini. Così, con 3 successi su 3 confronti del round robin, la Volpe cui tutti danno ora la caccia avvalora la seconda
qualificazione consecutiva alle semifinali del Masters, già acquisita col set perso da Taylor Fritz nel match precedente contro de Minaur, trascinando fra i primi 4 anche l`americano. Il profeta dai capelli rossi rispetta così il pronostico («L`obiettivo era arrivare almeno alle semifinali»), al culmine di un`annata indimenticabile, da assoluto protagonista, con 68 partite vinte (solo 6 ko) e 7 titoli, 2 dello Slam sul cemento di Melbourne e New York, e 15 top 10 battuti. Credenziali che lo fanno marciare verso il sogno che 12 mesi fa Novak Djokovic gli negò sotto il traguardo, vendicandosi dello sgambetto nel round robin. Allora il 23enne altoatesino pagò lo stress dell`inesperienza a così alto livello, con la super pressione del pubblico e delle aspettative, e lo sforzo psicofisico per superare per la prima volta dopo tre bocciature proprio Nole, peraltro col sofferto 7-5 6-7 7-6, rinviando la rivincita al doppio successo di Davis della settimana dopo. La differenza rispetto all`anno scorso spicca nel primo set dominato contro Medvedev, disperatamente aggrappato al servizio ma sempre sotto pressione nel palleggio. Daniil resiste alla prima spallata sul 2-3 15-40, ma cade subito dopo sul 3-4 e cede il parziale 6-3 in mezz`ora. Poi il russo reagisce solo d`orgoglio al break dell`1-2, sfrutta l`unico calo dell`italiano, tornando a giocare due metri fuori dalla riga di fondo, strappa un 3-3 che nessuno s`aspetta e s`illude fino al 4-4. Un punteggio che preoccupa il pubblico, ma non Jannik che, freddo come sempre, si rimette al lavoro sulla risposta portando addirittura a 28 gli errori di Daniil. E, una volta intascato il break del 5-4 con un dritto in avanzamento dopo un lungo e difficile scambio, chiude col 6-4 contro un`ottima versione di Medvedev. […]
Zverev, la paura di volare (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Il ragazzo cannone resta un enorme mistero. Non sa volare. Vi riesce solo nei brevi tratti. Chissà se un giorno imparerà. Ma sono domande poste già mille volte, sin da quando era piccolo, un pulcino alto quasi due metri. Ieri, come oggi, resta un campione senza Slam e senza numero uno, il miglioramento sta nel fatto che, negli anni che sono trascorsi da quando si è presentato nel Tour (era il 2013, dunque sono più di dieci anni), ha vinto tutto il resto. Masters 1000 (7, due volte Roma, due Madrid, poi Canada, Cincinnati, Parigi indoor), Giochi Olimpici (a Tokyo 2021) anche le Finals, ben due volte, la seconda nel 2021 proprio qui a Torino. Ed è anche salito al secondo posto, a giugno del 2022 la prima volta, poi di nuovo in vista di questa edizione del torneo dei campioni, approfittando dello smottamento di Carlos Alcaraz, che ha spento i riflettori, chissà perché dopo il successo su Sinner nella finale di Pechino. Il fatto è che Sascha continua a seminare di dubbi il proprio cammino, sempre, anche quando vince. E non ha mezze misure, come se quelli del suo team (guidato dal padre) non gli avessero ancora rivelato che nella vita esistono i mezzi toni, le mezze stagioni, i bicchieri pieni o vuoti a metà. Lui, Sascha, o stronca gli avversari, o va in sofferenza. Li abbatte, o frana. Cerca il kappaò, oppure è capace di prenderle. Nei giorni in cui il papà decise di affiancargli Ivan Lendl, l`umore di Sascha si fece ancora più cupo. «Lavoro per portarlo a vincere gli Slam», disse Ivan un tempo Terribile, «spero di farlo subito, comunque presto». Prima però avrebbe dovuto insegnare al ragazzo cannone come effettuare il decollo. Niente… Tempo due mesi Ivan era già di ritorno a casa sua, nel verde Connecticut. , Buona parte delle speranze di risalita,[…] Sascha se le gioca a partire da oggi, in questo breve ritaglio di stagione (e di Finals) che promette però punti e dollari, conferme e sorpassi. Non a Sinner, troppo lontano. L’obiettivo semmai è quello di tenere Alcaraz a distanza, cosa che gli permetterebbe di sentirsi a pieno titolo il terzo lato di un triangolo di nuova configurazione e forse non previsto dagli altri due “lati”. Zverev e Alcaraz sono all`undicesimo confronto; i primi firmati dal tedesco, gli ultimi dallo spagnolo, ma al momento in parità, 5 a 5. Una vittoria di Zverev porterebbe a una divisione della posta anche questo 2024, cominciato con il suo successo nei quarti di Melbourne e proseguito con la doppia risposta di Alcaraz, nei quarti a Indian Wells, poi nella finale del Roland Garros. L’ultimo incrocio pericoloso risale dunque ai primi di giugno, cinque mesi fa, in tutto e per tutto simile all`altra finale Slam giocata dal tedesco, nel 2020 agli US Open, contro l`amico austriaco Dominic Thiem. Due set avanti allora, due set a uno a Parigi, ma entrambe le conclusioni al quinto set a favore degli avversari. E poi dicono la paura di volare… Quasi inspiegabile il crollo nei due set finali a Parigi. La pressione in campo si fece sentire, il conto degli errori non forzati alla fine segnava uno sproposito, 86, di cui 51 per lo spagnolo. Ma nemmeno un dato statistico così favorevole ha spinto Sascha verso il successo. Dall`inizio del quarto set, di fronte a un Alcaraz di nuovo scalpitante, Zverev ha ottenuto solo tre game, quasi sparendo dalla scena. E non è la prima volta… Ma Sascha è così. Bello, alto, grosso, ma troppe volte preda d`insicurezze e isterismi. […]
“Orgogliosa di quest’Italia” (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)
E’ stata una vigilia inedita quella vissuta da Tathiana Garbin, capitano della nazionale femminile italiana di tennis, attesa domani al debutto nei quarti di finale di Billie Jean King Cup. La Dana che mercoledì si è abbattuta su Malaga ha sottratto alle sue ragazze una sessione di allenamento ma non le ha tolto il sorriso né la consapevolezza di avere un gruppo con cui poter pensare in grande, forte dei risultati conquistati quest`anno e dell`esperienza maturata nel corso dell`ultima edizione conclusasi con una sconfitta in finale contro il Canada. «Quella giornata l`abbiamo vissuta con un po` di preoccupazione iniziale perché non sapevamo quanto dovevamo preoccuparci per questa inondazione – racconta la capitana – Invece è andato tutto bene e nel nostro hotel a parte un paio d`ore ad alta intensità la pioggia non ha causato alcun danno».
Quanto la preoccupa invece questo esordio?
Stiamo bene e siamo cariche e ora stiamo studiando le nostre avversarie grazie anche all`aiuto di professionisti messi a nostra disposizione dalla Federazione che ci seguono (Simone Bertini e Craig O`Shannessy, ndc).
Perché è cosi difficile questa competizione?
Perché il ranking conta poco. Abbiamo giocato in passato contro squadre più forti e siamo riuscite a batterle perché la nostra voglia di giocare in Nazionale è tanta. Le ragazze quando arriva quest`occasione sanno che è qualcosa di unico perché è difficile nel tennis vivere questi momenti. Ma se la godono benissimo, stanno bene, si aiutano a vicenda. Sono orgogliosa di loro. […]
Come stanno le ragazze? C`è chi come Paolini è arrivata a Malaga con oltre 100 partite disputate in stagione.
Jasmine ha giocato 108 partite, altre una cinquantina. In serata parlerò con le ragazze per capire chi giocherà, c`è da valutare lo stato di forma di tutte. Jas sta bene e quando veste la maglia della Nazionale dà tutto, ma è così per ognuna di loro. E poi c`è Sara Errani che dà una grossa mano a questa squadra. Mi reputo davvero fortunata ad avere un team come questo.
Quanto conta la sua presenza?
Non mi piace parlare dei singoli perché ognuna a modo suo por ta sempre qualcosa di importante. Sara è importantissima. Un esempio di resilienza e tenacia E poi trasuda passione per questo sport, e si vede. È bello vederle sorridere tutte perché vuol dire che apprezzano quel che fanno, Sara, Jas e tutte le altre.
E tra queste c`è chi, come Lucia Bronzetti, è cresciuta molto in quest`ultimo anno.
Lucia è una delle protagoniste di questa squadra e potrà essere molto utile. Pensiamo però a una partita alla volta. Le voglio tutte pronte, e so che lo sono: abbiamo svolto una preparazione giusta e sono tutte concentrate per scendere in campo. […]